•capìtulo veintisiete•

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spalanco la porta e mi ritrovo lo sguardo dei giocatori avversari puntati addosso, un disagio mi travolge e la voglia di uscire da quello spogliatoio e correre a nascondermi in macchina è davvero tanto forte, ma per fortuna vedo Kenan avvicinarsi a me con un sorriso più spento del solito, ma che però mi tranquillizza;
Kenan: 'andiamo fuori' dice calmo, mettendomi una mano dietro la schiena, spingendomi delicatamente per farmi uscire;
Una volta usciti dagli spogliatoi mi posiziono di fronte a lui, e lui attende che dicessi qualcosa, quindi faccio un sospiro per convincermi e apro bocca
T/N: 'allora...bella partita...' dico forzando un sorriso, la sua espressione sembra essere infastidita dopo quell affermazione e io mi pento subito di averlo detto
Kenan: 'bella è un parolone..' ammette lui grattandosi la nuca un po' in imbarazzo, io subito gli sorrido
T/N: 'hai giocato benissimo, non farti paranoie come al solito' dico prendendolo per le guance guardandolo fisso negli occhi; Gli volevo un mondo di bene non volevo per nessuna ragione vederlo triste, dopo tutto l impegno  e la passione che ci mette.
Mi stacco da quel contatto appena inizia a fissarmi le labbra con occhi desiderosi;
T/N: 'adesso vado, mi stanno aspettando' dico sorridendogli triste, lui annuisce e mi da un bacio sulla fronte, amavo la sua delicatezza e la spensieratezza che aveva nel fare le cose.
Mi allontano dal ragazzo andando verso lo spogliatoio del Barcellona; Appena rientro cerco subito lo sguardo di Héctor, si era appena finito di cambiare, aveva una semplice tuta nera ed una maglietta dello stesso colore abbastanza attillata, mi guarda con una punta di malinconia, capivo benissimo che gli dava fastidio il fatto che avessi ancora rapporti con il mio ex, ma io la consideravo una fortuna, non mi piace mantenere niente in sospeso con nessuno.

Decidiamo tutto insieme di andare a festeggiare la vittoria in un locale nei dintorni, qualche discussione di qua e di la per decidere il posto, ma finalmente riusciamo a prendere una decisione che andasse bene a tutti, chiamiamo e prenotiamo il locale per tutta la serata. Ci dividiamo in due macchine diverse, io con Héctor, Marc e Pau, mentre Yamal con Camila, Ester e il secondo Pau.
Entriamo in macchina ma prima saluto le mie amiche cose se dovessi dirle "addio" per l ultima volta, ovviante tutto ciò accompagnato dalle lamentele dei ragazzi che volevano arrivare il prima possibile nel locale per bere;
Héctor dopo aver litigato con i ragazzi mi concede il posto avanti, gesto che conta molto per i miei standard, volevo stuzzicarlo un po' ripensando a quello che è accaduto a casa mia prima della partita, perciò allungo una mano nel suo interno cosca, spostandola sempre più verso il centro lentamente, riuscivo a percepire la sua eccitazione solo guardando il modo in cui il suo petto si muoveva, mi guarda di sfuggita un po' in imbarazzo, ma una volta iniziando a giocherellare con i laccetti della tuta, inizia a lasciarsi andare sempre di più, difatti si tocca un instante la sua grandezza per farla aderire meglio al tessuto;
Sentiamo poi delle leggere lamentele dai posto di dietro
Pau: 'ma dai che schifo, fatele a casa vostra queste cose!' dice il ragazzo con faccia a dir poco schifata,
Marc non fa altro che ridere come se fosse già abituato a quel teatrino, io ed Héctor alziamo le mani in sincronia in segno di arresa, poi riposiziona subito le mani salde sul volante buttandomi lo sguardo addosso di tanto in tanto.

Arrivati a destinazione noto subito delle macchine già parcheggiate, al che rimango perplessa, dato che i miei amici avevano insistito più volte dicendo di mettersi d accordo con il proprietario del locale per lasciarcelo tutta la sera; Mi giro verso i ragazzi che erano nei sedili dietro a fissare fuori dal finestrino come dei bambini,
T/N: 'ragazzi ma...non dovevamo esserci solo noi nel locale stasera...?' chiedo curiosa
Marc: 'si, l entrata è concessa solo ad amici e parenti dei giocatori, vedi? sta scritto anche nel cartello' dice indicandomi la porta d entrata, effettivamente c era un insegna abbastanza grande che però non avevo notato...
ammetto che appena ho visto quel cartello ci sono rimasta leggermente male, per vari motivi, ad esempio che se mia madre avesse saputo del brindisi dopo la partita avrebbe accettato senza pensarci due volta, e anche perché vedere tutti i miei amici circondati da famigliari non mi fa sentire proprio a mio agio;

Scendiamo dalla macchina e ci mettiamo in cerchio, chiacchierando per qualche minuto prima di entrare, si riuscivano già ad intravedere dei signori dentro che ballavano spensierati, e più li fissavo più la paura mi invadeva.
Ad un certo punto sentiamo  il motore delle macchine avvicinarsi, attendiamo il tempo che si parcheggiano e vediamo scendere...
i giocatori della Juventus....Già sapevo che si sarebbe scatenato il panico, quindi mi sono preparata psicologicamente; Prendo da parte le mie amiche e le allontano dai ragazzi che sembravano starsi subito agitando,
T/N: 'perché cazzo sono venuti anche loro..?'
chiedo continuando a fissare la folla di ragazzi inferociti che si stavano lentamente andando incontro a vicenda
Camila: 'non lo so e...sinceramente preferirei non saperlo...' risponde lei con occhi pieni di preoccupazione, sentiamo singhiozzare Ester quindi puntiamo l attenzione su di lei
Ester: 'od-dio se...se si picchiano s-si faranno male...sono tutt-i maggior-enni gli avversari...' dice con le lacrime che le gocciolavano dagli occhi lungo tutto il viso, Camila alza gli occhi al cielo incrociando le braccia
T/N: 'smettila di fare la bambina cazzo!...'
Camila: 'che scema, la stai facendo più complicata di quella che è' dice lei un po' innervosita, non so se mi fa tenerezza o rabbia vederla così, so che è più piccola di noi ma a volte mi sorprendo per quanto possa essere drammatica anche per delle minime cose.

Decidiamo di riavvicinarci ai ragazzi quando le cose iniziavano a farsi serie, difatti iniziano a  prendendosi a parole, proprio come dei bambini delle elementari, quella scena ha fatto ridere persino Ester che fino a pochi secondi prima stava piangendo disperata..
Riesco ad intravedere Kenan che si astiene ad insultare gli avversari, aveva un espressione davvero pentita come se lo avessero obbligato ad andare lì, sposto lo sguardo su Héctor, che lo stava fissando da prima di me, e si avvicina a passo veloce verso di lui che, sentendosi minacciato, fa lo stesso;
Héctor: 'come mai siete venuti proprio nel nostro locale sentiamo?'
Kenan: 'è inutile che lo chiedi a me, io-'
Héctor: 'è già imbarazzante che andiate in locali per festeggiare la sconfitta, adesso vi passa per la mente anche scegliere il nostro?'
lo osservo con una punta di preoccupazione, le vene sulle mani di Héctor diventavano sempre più in rilievo, come se stessero per scoppiare;
Decido di intromettermi visto che la pressione saliva sempre di più, non solo tra i due, ma anche fra gli altri ragazzi di entrambe le squadre; Mi posiziono al centro tra i due...

complicado~Héctor Fort x T/N (italiano)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora