•capìtulo treinta•

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la mattina inizia abbastanza bene, oggi è un giorno speciale, e non voglio per nessun motivo che qualcosa, qualsiasi cosa, lo rovini. Mi alzo dal letto con i capelli gonfissimi e delle occhiaie un po' troppo evidenti, non so perché ma mi sentivo davvero stressata;

Mi alzo dal letto e mi dirigo nel bagno della mia cameretta, non lo utilizzavo mai perché è abbastanza piccolo, difatti uso sempre quello nel corridoio, ma oggi per la mia pigrizia mi andava di usarlo.
Entro in bagno e mi lavo, do una pettinata veloce ai capelli e decido anche di mettere un po' d' olio di cocco sulle punte dei capelli per ammorbidirli, erano davvero splendidi.

Ritorno nella mia stanza e mi posiziono di fronte al mio nemico: L' armadio
Non avevo davvero idea di cosa mettermi, non sapevo se Héctor mi avrebbe portato in quel posto già dalla mattina, oppure se saremo dovuto andare soltanto la sera... Non si era più fatto vivo da ieri sera, neanche un buongiorno, il nulla cosmico....

dato che faceva abbastanza caldo, decido di mettermi una gonna corta nera con un top bianco fatto a uncinetto che avevo comprato in vacanza alle Hawaii, e infine delle converse semplici bianche

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dato che faceva abbastanza caldo, decido di mettermi una gonna corta nera con un top bianco fatto a uncinetto che avevo comprato in vacanza alle Hawaii, e infine delle converse semplici bianche.
Esco da camera mia e da sopra le scale torvo mamma impegnata a bisbigliare qualcosa a una persona alla porta, che però non riuscivo a vedere, quindi con passo leggero scendo le scale per non far rumore, fallendo però miseramente;

Mia madre si gira di scatto e, con fare strano, si avvicina a me
Mamma: 't/n buongiorno! Dormito bene?'
io la guardo confusa e anche un po' stordita, ma senza farmi troppi problemi le rispondo
T/N: 'buongiorno, si abbastanza...chi era alla porta?' le chiedo curiosa puntando il dito verso la porta d' entrata; Lei subito diventa nervosa a quella domanda, quindi mi tira per un braccio portandomi in cucina con lei, e facendomi accomodare a tavola,
Mamma: 'nessuno...era soltanto il postino. Per fare colazione ti ho preparato una cheescake'
io sgrano gli occhi sorpresa tanto quanto affamata, e subito trafiggo quella povera tortina con la forchetta senza aspettare neanche un minuto.

Dopo aver finito la colazione con calma, afferro il telefono un po' malinconica, alla ricerca di una notifica che aspettavo da quando ero sveglia, ma non trovo nulla. Sapevo che non si fosse dimenticato, ma mi irritava il fatto che mi facesse stare sulle spine.

Sentiamo suonare il campanello
Mamma: 'tesoro vai tu, io sono impegnata' dice mia madre indaffarata a lavare le stoviglie, perciò, ancora assonnata, mi alzo dalla sedia e vado verso la porta;
Appena la spalanco mi ritrovo un mazzo di rose tutte rosse con al centro una soltanto bianca, che copre il viso di Héctor, lui subito le sposta leggermente per guardarmi negli occhi, e subito mi butto a capofitto su di lui abbracciandolo, stingendolo talmente forte da togliergli il respiro, poi mi ricompongo e lo faccio entrare, con ancora gli occhi lucidi.

Appena entriamo subito vado verso mia madre per mostrarle le rose, però non sembrava molto sorpresa, sono più che sicura che Héctor le avesse già spiegato tutto il programma di oggi,
mia madre gli offre qualcosa da bere e ci mettiamo un po' a chiacchierare.
Mamma: 'ragazzi io adesso vado a fare la spesa, ma non preoccupatevi, potete anche rimanere qui' dice frettolosa mentre esce dalla porta, Héctor poi si volta verso di me e caccia qualcosa dalla tasca della tuta, già... anche in questi giorni speciali lui si presenta con tuta e camicia nera...(unica cosa "elegante" che potesse scegliere)

Mi porge poi un biglietto, che sembrava quasi un invito; Aveva prenotato una nottata in uno yacht privato con piscina... Io ero davvero senza parole,
T/N: 'era davvero l ultima cosa che mi sarei aspettata...' dico stupita ancora con gli occhi puntati sul biglietto
Héctor: 'te l ho detto che avrei fatto qualcosa di particolare...' dice lui timido con un sorriso tenero in viso
T/N: 'ma...quanto l hai pagato...?' chiedo preoccupata riflettendo un po', lui subito alza gli occhi al cielo ancora sorridendo
Héctor: 'papà ha delle conoscenze...'
subito dopo cerco le sue labbra appendendomi al suo collo, facendogli abbassare il capo di qualche centimetro.

Ci accomodiamo sul divano e mettiamo un film, chiacchieriamo del più e del meno, di come stavano andando gli allenamenti e la scuola, come se avessimo appena iniziata a conoscerci, e  quella conversazione mi fece venire un senso di nostalgia, ripercorrendo tutti i giorni dal primo all ultimo da quando ci eravamo conosciuti, ero felice, per davvero;

Finito il film vedo Héctor digitare sulla tastiera, sta mandando un messaggio a qualcuno, ma non riesco a capire il nome dallo schermo
T/N: 'con chi scrivi?' chiedo curiosa sbilanciandomi per sbirciare meglio dal suo telefono, lui mi guarda per un attimo e ridacchia divertito
Héctor: 'calma calma. È Mac, mi ha chiesto di passare al campetto per una partita veloce, manca un ragazzo e nessuno può sostituirlo...' spiega lui calmo, con una punta di tristezza
T/N: 'tranquillo, puoi andare...non te lo vieto mica'
lo rassicuro scherzando, ma lui non mi sembra ancora del tutto convinto
Héctor: 'no, oggi saremo solo io e te. Nessun altro.' dice serio guardandomi negli occhi, lentamente mi avvicino alle sue labbra, facendole incontrare con le mie, subito mi affretto a prendere il controllo sedendomi sul suo bacino, sentendo all istante il suo rigonfiore spingere da sotto la gonna; Con un gesto improvviso mi ribalta, facendomi andare sotto di lui, invertendo le posizioni; Mentre ero allungata mi inizia a baciare il collo in diversi punti, sfilandomi il top che avevo, orami ero rimasta solo con la gonna, dato che quel top non aveva bisogno del reggiseno, anche se era passato un anno, mi faceva ancora uno strano effetto rimanere "spoglia" di forte a lui, era come se qualcosa mi bloccasse, inizia a sbottonarsi la camicia, facendo respiro sempre più corti, accompagnati dai miei, le nostre labbra si rincontrano e mi poggia una mano sui fianchi, mente l altra sul bracciolo del divano, inizia a muovere anche i fianchi, dando delle spinge leggere per stimolarmi, ma mille pensieri mi invadono la testa, le solite pippe mentali che mi faccio.

Mi blocco tutto d un tratto e lui mi guarda per un momento preoccupato,
Héctor: 'scusami, credevo ti andasse...' lo blocco subito tranquillizzandolo
T/N: 'no non è che non mi va...è solo che...'
Héctor: 'ho sbagliato qualcosa?..' chiede lui con occhi preoccupati, cercando di capire,
T/N: 'no, è tutto perfetto, è solo che ogni tanto mi vengono dei pensieri che mi...bloccano...'
lui comprende le mie parole e ritorna composto seduto sul divano, riabbottonandosi la camicia, perciò faccio lo stesso, e senza esitare mi aiuta a fare un fiocco con i lacci del top per legarlo,
T/N: 'alla fine...hai imparato a fare i fiocchi...' dico io ridacchiando per prenderlo in giro,
Héctor: 'ah-ah che simpatica' dice lui sarcastico
spingendomi e  facendomi finire con la faccia sul cuscino appoggiato al bracciolo del divano, e io scoppio a ridere per quanto fosse permaloso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 27 ⏰

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complicado~Héctor Fort x T/N (italiano)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora