4. La messa.

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«Feuer!»(1)esclamò Herr Kommandant.
Le mitraglie partirono rapide contro il gruppo di ribelli bendati.
Veloci e incisi i colpi, perforarono brutalmente il corpo di quegli uomini.
Philipp si trovava di nuovo di guardia alla caserma, quando ritornò Herr Kommandant Schröder, che borbottò qualcosa prima di entrare.
«Dieser verdammte Spaghetti-Esser!»(2)

Rimase zitto, in silenzio mentre egli entrava nella caserma, che prima non era che il municipio della città, addobbato con le bandiere nazifasciste e con il logo reale completamente sporcato e coperto da vernice nera.
Sembrava tutto tranquillo, finché Schröder non tornò di nuovo indietro, si toccava il petto e cercava qualcosa tra le tasche, ma nulla...
«Wo habe ich sie hingelegt? Genosse!»(2)disse il comandante.
Lui saltò sull'attenti e con la tensione che gli riempiva lo stomaco, conosceva le brutalità che aveva commesso Schröder anche ai suoi commilitoni, si dicesse che fosse perfino bipolare ma finché erano dicerie nulla poteva essere confermato e portato a processo.
«Haben Sie eine Zigarette?»(3) gli chiese il suo superiore.
«Nein, Herr.»rispose prontamente a voce alta, come voleva lui.
«Hm.»sbuffò lui per poi rivolgersi all'altro soldato di guardia, che esaudì le sue richieste accendendogli quella caspita di sigaretta.

Lo sbattere di uno sportello di un'automobile attirò la loro attenzione.
«Ah Herr Schröder! Buona mattinata vedo...»disse Adelardo Acrisi, appena fresco di dormita e vestito di tutto punto.
A Schröder così come non gli piacevano gli italiani, considerandoli degli semplici contadini opportunisti, e men che meno i fascisti. Anche per questo non andava tanto d'accordo con il podestà del paese.
Schröder non rispose lo ignorò continuando a fumare di spalle, Acrisi invece si portò in avanti con un giovane dall'aria arrogante, che guardava tutti dall'alto in basso.
Che buffone!
«Signore, vorrei presentarvi mio figlio Adalrico, pronto a combattere per la nostra causa!»
«Buon per lui!»
«Mio padre ritiene che dobbiamo darci una mano a vicenda.»disse il ragazzo.
Era la fotocopia di suo padre, ma non aveva i baffi. Aveva lo sguardo annoiato con la quale guardava il comandante, forse si aspettava di meglio?

«Ja, Ja...Ma ognuno di noi deve fare la propria parte. Intesi ragazzo!»disse Schröder.
«Si vecchio!»esclamò il ragazzo prendendolo in giro.
«Come mi hai chiamato!»esclamò il comandante stringendo la sigaretta tra le labbra.
«Si calmi, signor Schröder, mio figlio non voleva offenderla e un modo di dire tra i giovani.»cercò di giustificare suo padre.
«Ich habe es richtig verstanden, Beta-Männchen!»(4) gli rispose il comandante, entrò poi nella caserma seguito purtroppo dal podestà e dal figlio.
Quest'ultimo gli diede occhiata prima di sbeffeggiarlo con una risata.
Era più giovane di lui, ma al contrario suo, sapeva cosa era la guerra e che significava combatterla.
Quel viziato...
«Was für ein Idiot!»(5)esclamò Philipp una volta che se fu andato.

***

Giunse la domenica, così come la messa settimanale per eccellenza, quella alla quale partecipava la maggior parte delle persone. Fiona così come Dario, si trovava tra i banchi e cercava di racimolare le offerte, che erano sempre più misere, dopotutto di questi tempi, non poteva dare contro alla gente, se c'era del denaro in casa di certo non si poteva sprecare per la chiesa.

Tra le righe notò anche la famiglia Acrisi, il marito podestà del paese Adelardo, sua moglie la bellissima Violante, la piccola Adria e infine lui, il primogenito, il prepotente Adalrico. Si credeva chi sa chi, e spesso fin da ragazzini la infastidiva.
Fiona non lo vedeva da giorni e sperava in cuor suo che non avesse chi sa quali attenzioni.
Lui le rivolse un sorriso sbieco, lui e il suo alito disgustarono, quando fu costretta a porgli il cestino, mise molti soldi e le fece un occhiolino.
Rabbrividì dal disgusto, come si permetteva ad umiliarla così!
Scostò lo sguardo e prosegui verso il sindaco e sua moglie Palmira, quest'ultima un po' eccentrica, sfoggiava sempre i suoi abiti e gioielli migliori per la messa domenicale, al contrario dell'umile sobrietà del marito.
Erminia, la loro unica figlia, invece aveva preso dalla madre, e la guardava dall'alto in basso perché invidiosa di non sapeva cosa; in città e dicesse portasse sempre con se dolci nella borsetta visto il suo fisico molto rotondo, al contrario dei tanti bambini quasi scheletrici che c'erano in giro.

***

Fuori alla chiesa la poca gente che contava, si scambiava delle chiacchiere, Philipp che aveva qualche ora di permesso, li guardava sarcastici, quei bigotti, pensavano che andare in chiesa era come andare dal barbiere, diede un altro morso alla mela e vide Fiona uscire di corsa dalla chiesa per probabilmente richiudersi in canonica.
Il suo corpo si mosse da solo, gettò via il torsolo della mela, e la seguì. Aveva intenzione di vederla, di sapere come sta.
Ma si bloccò quando vide che fuori alla porta dove si era richiusa la ragazza, c'era il figlio del podestà che bussava incessantemente.
Che stava succedendo?
In lui sentì dell'insolita rabbia e la voglia di tirarlo via da li e scacciarlo.
In seguito, vide una ragazza molto in carne e con i baffetti, prenderlo per il braccio e portarlo via di corsa. Per fortuna e buon per lui, aveva intenzione di bussarle e di vederla, ma aveva paura di spaventarla visto gli eventi, fece dietro front e ritornò alla caserma.

***

(1): Fuoco!
(2): Sti cazzo di Mangia Spaghetti!
(3): Dove le ho messe? Camerata!
(4): Hai una sigaretta?
(5): Hai capito bene, Maschio beta!
(6): Che coglione!

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