14. Natale del '43.

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(Cosa che non c'entra nulla, se siete fan di Bridgerton vi consiglio la mia nuova storia appena pubblicata. Se gli deste un'occhiata, mi farebbe molto piacere.❤️)

***

Era giunta la neve a Meletto, candidamente caduta sul paese come zucchero a velo su una torta.
Faceva molto freddo e mancava la legna per riscaldarsi, così la gente aveva preso a bruciare di tutto, anche i libri e i vestiti.
I soldati requisirono molta della legna che era stata preparata per l'inverno e molti si arrangiavano come potevano, visto che i viveri chiesti dal sindaco, a causa dell'incidente della stazione ritardavano ad arrivare.
Ma per il momento Fiona preferiva non pensarci, adorava il Natale e non sarebbe arrivato un altro anno di guerra a rovinarglielo.
Alla canonica avevano allestito un piccolo presepe, rispetto a quello grande della chiesa. Suo zio Orlando aveva timori, non voleva farlo quest'anno sapendo dell'aumento dei bombardamenti di quell'anno.
Ma le insistenze di Dario e della gente, pressarono il volere del prete.

***

Aveva la lista della spesa in mano e pochi spicci, purtroppo stavano diventando sempre più pochi e i prezzi sempre più alti.
Dopo aver comprato qualche verdura al mercato, e aver fatto la fila per un tozzo di pane, Fiona si recò dal macellaio, anche li c'era la fila e il freddo.
Quando arrivò il suo turno, chiese tre cosciotti di pollo e tre fette di carne, ma non c'è la faceva con i soldi, così chiese di poter firmare una cambiale per nome di don Orlando così come suggerito da suo zio.
Il macellaio era titubante, era Natale, magari si sarebbe convinto, pensò Fiona.
Ma quando arrivò la madre, la proprietaria della macelleria, non volle sentire ragioni e la invitò ad andarsene.
Le altre clienti dietro di lei la spintonarono, non potevano mangiare ancora solo patate e verdure o brodo, così la ragazza fece una scelta, sebbene fosse peccato, si accostò in un angolo vicino (che era anche quello vicino all'uscita) ad un bancone pieno di grossi pezzi di carne sfusa, e quando tutti erano distratti prese un pezzo grosso a caso, lo gettò nella busta del pane e scappò via.
Corse e corse per strada finché non si avvicinò alla canonica quando si fermò e prese fiato. Avrebbero mangiato almeno decente quell'anno, sapeva che non si rubava, ma per una volta vinse la fame sulla morale.

***

Nel pomeriggio si trovava ancora da sola per le strade e a fare spese. Non aveva visto Philipp tutto il giorno, ma sapeva che aveva da fare fuori al paese e che a sera sarebbe ritornato. Non vederlo!
Ma ecco che sorge il problema: avrebbe dovuto fargli un regalo ? Eh si che cosa? Cosa poteva essere utile ad un soldato in tempi come questi.
Neanche a farlo a posta si ritrovò davanti a una bancarella, che vendeva prodotti fatti a mano.
Fiona adocchiò una sciarpa blu scuro, di lana e chiese il prezzo.
«10 Lire.»disse l'uomo anziano.
Era caro troppo per una sciarpa, ma non poteva rubare ancora, così si disse di si e fece un sacrificio. Avrebbe rinunciato i soldi per il suo di regalo per farne uno al suo amore.
«Grazie.»prese la busta e se ne andò.

***

La mattina di Natale arrivò rapida e Dario corse vicino al camino per scartare i regali. Fiona aveva speso tutto, quindi il piccolo si ritrovò un piccolo modellino di treno e una tavoletta di cioccolato. Si abbracciarono mentre in stanza giungeva lo zio Orlando e Mara.
Chissà se anche loro festeggiano il Natale? Si domandò Fiona, ma era sempre una bambina non voleva scontentarla, così comprò per lei un piccolo fermaglio a forma di libellula e anche a lei una tavoletta di cioccolata.  Mara l'abbracciò sibilandole un timido "grazie" e scatenando la gelosia di Dario.
A suo zio, gli regalò un paio di quanti, così quando avrebbe predicato in chiesa, non avrebbe avuto più lei mani gelide.
«Ed ora è il momento di Fiona.»disse lo zio, prendendo un pacchetto rivestito di carta di giornale.
I bimbi invece le consegnarono un biglietto con i propri disegni, che lei strinse al cuore, poi prese il pacchetto ringraziando lo zio e lo aprì: due nastri per capelli di colore rosso carminio con qualche decorazione natalizia.
Era a dir poco stupendo!

***

Era sera e don Orlando stava predicando la messa di Natale, le porte erano chiuse e la chiesa era piena come non mai, tanto che molti restarono in piedi.
Fiona che aveva indossato, calze, scarpe e vestito buono, aveva decorato i capelli con i fiocco regalati dallo zio, in aggiunta degli orecchini e una collana di sua madre. Cercò lo sguardo Philipp e capi il segnale, il ragazzo era già nel vecchio confessionale abbandonato e semidistrutto.
Si coprì il volo con una mano, mentre passava per le fila di tanta gente e si gettò nel confessionale, chiudendo le porte.
Ad accoglierla due labbra carnose e morbide che conosceva benissimo. Era Philipp.
«Buon Natale amore!»disse Fiona mettendogli la sciarpa comprata.
Philipp rimase un attimo interdetto e poi le sorride accarezzandole una guancia rossa.
«Non dovevi, mein Liebe.»disse il ragazzo.
«Si che dovevo, e' Natale!»esclamò la ragazza nella penombra.
Philipp la baciò, purtroppo non era riuscito a farle un regalo a causa di Schröder, ma...
«Il mio regalo sei tu.»disse Fiona arrossendo.
«Shh...Godiamoci questo momento.»disse sorridendole per poi continuare a baciarla li, mentre tutti se ne stavano a pregare.

Eine einfache LiebeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora