10. Conoscenze.

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Erano passati due mesi, era arrivato l'inverno e presto si sarebbe avvicinato il Natale. Lei e Philipp continuavano a vedersi, anche se più sporadicamente a causa del lavoro del ragazzo.
Fiona poteva dirsi più che fortuna a conoscere un soldato, no un ragazzo così dolce, gentile, premuroso quanto coraggioso. Sorrise a quei pensieri..

***

In piazza al posto del presepe, ciondolavano appesi i cadaveri dei cosiddetti disertori.
Fiona rimase a guardarli con il sacchetto del pane in mano, ormai era solito di trovarne sempre di più numerosi e sempre di più volti nuovi, o meglio quel che ne rimaneva delle facce.
Si sentì disgustata da quella scena e per poco non rischiò di vomitare. Abbassò lo sguardo e continuò a camminare, finché non si scontrò con una persona.
«Scusate non l'ho fatto apposta!»esclamò lei.
«Fiona? Fiona Caldaroli?»domandò la ragazza dai capelli rossi.
«Si...Chi mi cerca?»domandò ingenuamente Fiona.
«Non ti ricordi di me? Sono Gilda abbiamo fatto le elementari insieme!»disse sorridendo la non sconosciuto.
Oh ecco chi era! Si disse stupidamente tra se e se, infatti osservandola bene, poté riconoscere il neo sul labbro rosso. Da piccole erano inseparabili, ma era bastato il cambio classe alle medie per farle separare definitivamente.
«Gilda ma certo, quel neo l'avrei riconosciuto subito!»disse Fiona, per poi abbracciarsi.
Si sedettero su una panchina e iniziarono a parlare.
«Ti trovo bene, come va a casa?»domandò la bruna.
«Mio padre è morto in guerra, mio fratello è sperduto in Russia e la mia matrigna è una vecchia stronza.»disse la rossa prendendo una sigaretta della borsetta.
«Oh mi dispiace.»disse Fiona rattristita.
«No, non dispiacerti. Ci sono abituata ormai.»disse Gilda, sbuffando del fumo fuori dalla bocca.
«Non dire così...»disse la ragazza.
Rimasero in silenzio, per qualche istante, quando Gilda si alzò da sola dalla panchina, era allora che Fiona notò la sua bella giacca di visone.
«Beh devo andare adesso. I clienti mi aspettano.»disse Gilda tutta sorridente.
«Clienti?»domandò Fiona.
«Non lo sapevi ho un'attività adesso.»disse semplicemente la ragazza col visone, non specificando il tipo di lavoro. Alla bruna tutto ciò puzzava di qualcosa, ma non volle indagare.
«Devo proprio andare, è stato bello rivederti Fiona.»disse allontanandosi lei e il suo bel cappotto.
«Anche per me.»disse semplicemente la ragazza sorridendole mestamente.

***

Passarono altri giorni, il freddo aumentava. Si trovava in un negozio di abbigliamento per comprare dei calzettoni, quando delle clienti attirarono l'attenzione sulla vetrina della signora Rinaldi.
«Ma che state facendo li?»disse la signora.
«Venite a guardare!»dissero quelle donne.
Fiona e la signora Rinaldi si avvicinarono e videro...
«Quella è Gilda Raspucci?»
Si! Era proprio Gilda, la figlia del dottor Raspucci.
Si trovava in compagnia di alti ufficiali, più importanti quanto pericolosi disse il suo ragazzo.
«Già si è messa in affari con i tedeschi pure lei.»disse una.
«Insieme con quel puttanone di Barbara Mennecchia.»disse un'altra.
«Si dice che si chiudano in una stanza è soddisfano più di otto ufficiali!»disse una terza donna.
Gilda davvero ti sei ridotta a questo...Pensò la ragazza.
«Dove andremo a finire con queste ragazze che gironzolano insieme ai tedeschi!»disse un'altra ancora.
Fiona si sentì osservata, come se quelle vecchie pettegole avessero scoperto qualcosa, mettendo in dubbio anche la sua reputazione, dopotutto era la nipote del prete della chiesa principale, era suo compito dare l'esempio no? Almeno così dicevano quelle vecchie carampane.
Mentre annuiva fintamente, la ragazza sentì dentro di se' un misto di paura e di disagio.

***

Tornata a casa sentì suo fratello urlare e spaventata corse subito in camera.
La scena che si presentava era quella di Mara seduta sul lettone, e suo fratello in un angolo con una pentola in testa e un mestolo in mano. Le venne quasi da ridere, e ciò attirò l'attenzione di suo fratello che mollo il mestolo e si aggrappò alla sua gonna.
«Fiona aiutami! È antipatica e cattiva!»esclamò Dario quasi urlando.
«Non è vero! È lui che è bugiardo!»replicò Mara.
«Bambini dovete andare almeno un minimo d'accordo.»provò a dire la sorella.
«Lei non sarà mai la mia ragazza!»disse Dario tirando fuori di nuovo la storia della fidanzatina, prima della guerra aveva perso la testa per una bambina della sua classe ma ella scappò via dal paese ai primi segnali di guerriglia.
«E chi vuole essere la ragazza di un rospo come te!»replicò la bambina.
«Antipatica!»
«Bugiardo!»
Si fecero la linguaccia a vicenda. A Fiona continuò a ridere, lasciandoli soli a risolvere le "loro divergenze."
Si mise sotto ad una finestra ammirando il cielo scuro e privo di stelle, e il suo pensiero corse a Philipp. Arrossì ancora e sorrise pensando al suo Amore, non vedendo l'ora di rivederlo.

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