Dei pesanti rumori la scossero dal letto, si alzò e uscì dalla piccola stanza, incontrò suo zio, entrambi erano spaventati, era notte tarda che stava succedendo?
«Zio che sta succedendo?»domandò Fiona abbracciando lo zio.
«Non lo so, tu rimani qui insieme a Dario.»disse lui seriamente.
«No io vengo con te!»esclamò la ragazza.
«Non essere sciocca! Potrebbero farti del male!»disse il prete.
«E a te no?»disse sarcastica Fiona.
I due quindi decisero di aspettare in canonica in assoluto silenzio, con la pausa che potessero venire anche da loro.
Mezz'ora dopo i rumori cessarono e si sentirono dei rombi delle auto andare via. Vedendo quel tipo di auto, erano i fascisti. Che ci facevano a quest'ora in giro? Era risaputo da tutti che "lavoravano" molto meno dei tedeschi, era solito non trovarli in giro.
Questo faceva pensare, solo una persona poteva averli mandati, una persona che non aveva accettato il suo rifiuto.
Adalrico maledetto bastardo!
Scesero poi in chiesa e trovarono tutto ribaltato o distrutto.
Don Orlando prese il crocifisso sull'altare di marmo e lo rimise a posto. A Fiona venne solo che da piangere, stette così tutta la notte, neanche le parole di suo zio riuscirono a consolarla.***
Stavano caricando gli armamenti nuovi, lui ed altri soldati, sotto lo sguardo dei sergenti.
A stomaco mezzo vuoto, era davvero una cosa salutare proprio... Fottuti bastardi!
«Hai sentito cosa è successo ieri notte?»disse un soldato accanto a lui, di cui non conosceva nome e cognome.
«No. Che è successo?»disse Philipp, con un senso di agitazione improvviso che gli colpì lo stomaco.
«Ieri sera, i fascisti, hanno perquisito la chiesa principale, in cerca di ebrei e disertori. Ma non hanno trovato nulla.»disse il soldato prendendo un'altra cassa di munizioni.
«Il prete?»domandò Philipp agitato. La preoccupazione si fece preda di lui. E se fosse successo qualcosa?
«Che ti importa? Comunque non lo so.»disse il soldato.
Philipp prese una decisione difficile, mollò il suo lavoro, attento a non esser visto e corse via.***
Sentì bussare rapido alla porta, era sola in canonica. Suo zio era in paese e Dario a giocare a casa di un amico. Lei anche voleva uscire ma non c'erano le sue amiche, avevano lasciate tutte il paese o morte sotto i bombardamenti e con Adalrico fuori era meglio evitare, soprattutto dopo quello che era successo ieri notte.
Prese quindi un coltello dalla cucina, che era accanto all'entrata e se lo nascose dietro la schiena, poteva succedere di tutto.
Aprì la porta lentamente e...
«Oh ciao.»disse Fiona facendo cadere spontaneamente il coltello a terra.
Philipp si era accorta del dettaglio e dopo quello che era successo ieri, era legittimo che avesse paura e volesse difendersi, ma rimasi zitto su ciò.
«Ciao.»disse lui col fiatone.
«Hai sete? Vuoi entrare?»domandò lei vedendolo affannato.
«Si grazie...»
Lei prese il coltello e chiuse una porta, mentre una macchina da lontano se ne andava.
Dentro casa la situazione era imbarazzante, lei guardava lui e lui guardava lei, finché non decisero di rompere il ghiaccio entrambi.
«Allora...»dissero nello stesso momento, e causando le risa di entrambi.
Era stranamente bello, piacevole come momento.
Entrambi si trovarono attraenti mentre ridevano.
«Ho saputo di ieri sera...»cominciò Philipp.
«Perché ti importa?»disse Fiona.
«Perché mi fate tutti la stessa domanda?»replicò il ragazzo.
«Ieri notte hanno perquisito la chiesa e-...»cominciò la ragazza venendo subito interrotta.
«Questo lo so già. Tu come stai tu?»chiese il ragazzo imbarazzato.
«Io io...Sto bene...»farfugliò Fiona.
«Davvero?»domandò lui inarcando un sopracciglio.
«Ho una domanda per te invece. Che ti importa, eppure doveste essere abituati a episodi del genere?»disse la ragazza incrociando le braccia.
«Abituati saranno gli altri. E non so perché mi importa... So solo che è importante.»disse lui guardandola negli occhi chiari di lei.
«Anche per me...Che tu sia qui. Non lo so neanch'io.»disse la ragazza arrossendo.
Era vero, non sapeva del perché voleva che lui fosse li, ma era insolitamente felice che fosse venuto da lei, sebbene preoccupato.
Si guardarono negli occhi, l'uno accanto all'altra senza dire una parola. Si guardarono le labbra. Passarono gli istanti, e sembrava irreale.
«Ecco io devo tornare adesso...»disse Philipp ritraendosi.
«Si certo.»disse Fiona arrossendo.
«Ci rivedremo?»domandò il ragazzo con occhi speranzosi.
«Si!»rispose lei rapida sorridendogli.
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Eine einfache Liebe
Fiction HistoriqueEra il 10 ottobre 1943 quando le jeep tedesche vennero a Meletto, una cittadina piccola ma importante dell'Italia centrale. Proprio nel suo paese, Fiona e Philipp si incontrano, si conoscono e si innamorano.