11. Ferite.

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Era scattato il coprifuoco. Non c'era nessuno in strada solo loro armati fino al collo, e i cani.
Aveva lo stomaco pieno di carne e di avena, avrebbe voluto tanto vomitare, ma non poteva affatto fare una cosa del genere.
Schröder anche era in piedi, e dei fascisti neanche l'ombra, come al solito.
Il loro comandante era appoggiato alla Mercedes e stava parlando col sottufficiale.
Stasera c'era la ronda alla stazione per l'arrivo dei nuovi armamenti.
La sensazione di schifo non gli abbandonava lo stomaco, solo pensare a Fiona però lo faceva sentire meglio però.

***

Era l'una di notte, il cielo era solitario e buio. Si trovavano quasi tutti nella vallata, alla stazione più precisamente. Tutto taceva, il che rendeva tutto apparentemente calmo e quieto.
Non c'erano stati neanche i bombardamenti recenti, il sembrava promettere bene. Ma a Philipp quella sensazione allo stomaco non passava anzi sembrava stringersi, che diamine era?
Avrebbe voluto stendersi ma non poteva, avrebbe voluto un po' d'aria, ma non tirava un filo di vento. Era inverno e lui sentiva stranamente caldo e stava iniziando a sudare. Stava iniziando anche a maledire quel maledetto treno che ancora non arrivava.

***

Era le tre di notte, e il treno arrivò in tutta la sua lentezza. Trasportava mortai, dei camion e le casse di vivere e delle munizioni.
Iniziarono quindi a partire gli uomini di Schröder, di scaricare il treno.
Iniziò piano piano ad avvicinarsi, gli tremavano le gambe ed era costretto a muoversi lentamente, inoltre la sensazione di vomito non era passata, e stava quasi per sentirsi male.
Un suo collega gli avvicinò, domandogli se stesse bene. Philipp mentì.
Allontanandosi, avrebbe preferito scappare e andare a vomitare da qualche parte.
E quando tutto sembrava ormai finito, gli carichi portati sugli autocarri, che un soldato gridò:
«Herr Kommandant-...»
La fine la frase che partirono a raffica delle violente esplosioni. Il treno prese fuoco, Philipp ormai cadde a terra sbalzato via dalla potenza dell'esplosioni, non capiva più niente, urla, grida, fumo e fuoco, armi sparpagliate ovunque.
Aveva la vista annebbiata, il vomito ormai in gola, sentiva tutto ovattato e la debolezza cominciava a farsi padrona di lui.
Che stesse morendo? No, non voleva morire così. Ma se stesse accadendo davvero, gettò gli ultimi istanti di lucidità a pensare alla sua famiglia, alla benamate sorelle e infine a Fiona.

***

La mattina dopo, tutti parlavano dell'incidente della stazione e del treno che aveva preso fuoco, dei soldati tedeschi uccisi dalla esplosione.
Era stato dunque rafforzato il coprifuoco, rendendolo più rigido, causato ovviamente dalla popolazione ai danni delle forze tedesche. Cinque ore di libertà, tre la mattina, due la sera. Tutto questo era inconcepibile, la gente iniziò a lamentarsi pesantemente e queste diede spazio al podestà fascista.
«Ah questo! Sciocchezze! Sciocchezze! Risolverò tutto io. Camerata a Noi!»disse Acrisi per poi andarsene.
La gente attese ma ovviamente egli non cambiò nulla, erano i tedeschi a comandare dopotutto.
Fiona raggiunse la piazza ed evitò la folla arrabbiata per il restrittivo quanto dannato coprifuoco. Condivideva però l'irritazione per quel emendamento davvero assurdo, come potevano adesso vedersi lei e Philipp se il coprifuoco li ostacolava. Inoltre erano giorni che i due non si vedevano, e Philipp, il bel soldato gentile gli mancava profondamente. Aveva provato a cercarlo ma non l'aveva trovato...
...Finché una camionetta arrivò in piazza e con l'aiuto di altri soldati. Scaricano i corpi dei soldati morti. Fiona trovò che fosse uno spettacolo orrendo, provò pena per quei ragazzi che avevano su per giù l'età di Philipp, temeraria com'era, si avvicinò e per fortuna di lui non c'era traccia
Arrivò poi un'altra camionetta e li c'erano i feriti, si avvicinò e vide Philipp sdraiato su una barella con della bava alla bocca e altre ferite.
«Oh!»si coprì un urlo con la bocca mentre iniziava a piangere.
Corse da lui, incurante della gente che li guardava, e si avvicinò al suo bel volto, e con fazzoletto gli tolse il filo di bava che gli pendeva dalla bocca. Per poi lasciare che i soldati lo portassero via, insieme ai pochi sopravvissuti feriti.
«Oh amore mio, cosa ti hanno fatto?»sussurrò Fiona mentre se ne scappava via, non era il posto per restare. Si rintanò in chiesa, prese il suo tao è iniziò a pregare.

Eine einfache LiebeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora