9. La bambina.

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Entrambi dormirono quel poco che restava col sorriso sulle labbra e nel cuore, dormirono davvero bene, come mai era accaduto dal tempo dell'inizio di quella guerra folle.
Nello stomaco, il desiderio di rivedersi cresceva, la voglia di assaporarsi l'una le labbra morbide dell'altro.
E il modo in cui era accaduto, così naturale, senza che la guerra contasse qualcosa e ironia della sorte proprio la guerra li aveva fatti incontrare. Che strano il destino a volte.

***

Era l'alba è Ernst Schröder si ereggeva in tutta la sua imponenza in tutta la sua prepotenza sul balcone del municipio.
«Wer den Juden hilft, wird ein viel schlimmeres Schicksal erleiden!»(1) urlava da esso mentre i soldati sfollavano dalle proprie case, decine e decine di famiglie.
Philipp che si trovava di guardia al municipio era tra i primi ad ascoltare quelle maledette castronerie, e ciò gli doleva la testa,forse anche per le poche ore di sonno dovuto alla scappatella fatta con Fiona. Al solo pensiero si sentì rincuorato non vedeva l'ora che il suo turno finisse per poterla rincontrare.

Davanti a se migliaia di sfollati ebraici camminavano col volto basso e gli occhi spenti, giù verso la vallata dove c'era la stazione. Neanche Philipp sapeva il perché e soprattutto dove erano diretti. Ogni volta che chiedeva, la risposta era:"In un posto migliore",frasi dette con sarcasmo non presagivano nulla di buono.
Ad un certo ad una bambina dai ricci biondi cadde la bambola, e Philipp in un momento di follia, si lanciò e corse per dargliela.
«Tieni.»disse il ragazzo sorridendogli mestamente.
La bambina accettò riluttante e lo ringraziò, dopodiché corse verso sua madre prendendole la mano, e lo guardò per tutto il tempo. A Philipp gli si strinse il cuore, non era giusto, non era giusto tutto questo, dannazione!
Quando poi gli fu chiesto il motivo di tale azione, lui rispose mentendo che non voleva nulla di ebreo che sporcasse il pavimento.

***

Stava raccogliendo l'acqua dal pozzo della chiesa quando li vide arrivare.
«Giacomo ciao!»salutò la ragazza da dietro il cancello.
«Ciao Fiona, c'è tuo zio? Me lo potresti chiamare, per favore.»disse urgentemente il ragazzo.
«Certo.»asserì lei correndo dentro la canonica.
La ragazza non sapeva nulla delle rappresaglie che accadevano al centro del paese, dunque lo zio Orlando si precipitò verso l'entrata, aprendo il cancelletto.
«Giacomo hai bisogno di qualcosa?»domandò l'uomo anziano.
«Si, padre. Dovreste farmi un piccolo favore.»dicendo questo da dietro la figura di Giacomo, comparve una bambina con delle alte ed infiocchettate trecce nere. Aveva probabilmente la stessa età di Dario.
«Lei è Mara, la figlia dei Secci. Potreste tenerla nascosta voi?»disse il ragazzo presentando la bambina. I Secci una famiglia ricca del paese, aveva due figlie, la più piccola che era lì con loro e la più grande Rachele, che si diceva fosse la cotta assoluta di Giacomo.
«Ma questa è un posto sacro, non albergo.»disse lo zio.
«I vostri nipoti li avete ospitati però!»replicò il giovane irritato.
«Per favore padre, la sua famiglia è stata deportata, la prenderanno i nazisti se non fate qualcosa!»continuò Giacomo.
«Va bene, va bene ho capito ragazzo! Potrà stare da noi per qualche tempo.»asserì infine lo zio.
«Grazie don Orlando! Davvero Grazie!»disse baciandolo sulle guance di gioia, mentre andava via.
La bambina invece rimase in silenzio, con lo sguardò torvo, mentre stringeva il suo giocattolo.
«Fiona potresti occupartene tu, per favore?»
«Certamente. Vieni con me.»disse sorridendo la giovane prendendola per mano e portandola in canonica.

***

Era di nuovo domenica, e come sempre si svolgeva la solita e dovuta messa, a cui stavolta parteciparono anche alcuni soldati e ufficiali nazisti.
Fiona e Philipp si scambiarono degli sguardi e dei sorrisi, mentre le loro guance arrossivano. E nessuno seppe, che fine funzione, neanche il povero don Orlando, che Fiona portò Philipp in vecchio confessionale, il più vecchio, quello incastrato nella buia nicchia, dove un tempo c'era un enorme crocifisso di nostro Signore, e trascorsero tutto il tempo a baciarsi e ad abbracciarsi. Mentre nessun sospettava di niente, di quell'amore appena nato, che superava anche i più feroci confini che la guerra aveva loro imposto. Fiona sentiva di nuovo quel desiderio crescere nello stomaco, sopratutto quando Philipp le diede qualche piccolo bacio sul collo.

***

(1): Chiunque aiuti gli ebrei, avrà una sorte ben peggiore!

Eine einfache LiebeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora