Capitolo dieci

2.5K 22 2
                                    

La mattina tutti al bordello e alla casa delle prostitute parlano di cosa è accaduto durante la notte e molte ragazze vogliono seguire l'esempio della nuova arrivata. Oltre a Duncan, il medico e a Nina nessuno sa cosa è successo di preciso e tutte aspettano che Nina scenda in mensa per saperne di più. Nessuna aveva mai messo in ridicolo un cliente ma soprattutto non davanti ad altri clienti e la scampa. Infatti è passato un giorno e Dusan non ha fatto niente per punire la ragazza.
Nina talmente stanca delle due giornate ha dormito per il resto della notte, tutta la mattina, tutto il pomeriggio e tutta la notte di nuovo.
Si sveglia sbadigliando e si stiracchia. I ricordi di quello che ha fatto le vengono subito in mente e sorride felice. Lo stomaco le brontola forte e segue il suo consiglio andando in mensa per mangiare la colazione.
Mentre cammina a passo lento e ancora addormentato per i corridoi le ragazze si radunano intorno a lei e la seguono. Come falene attratte dalla luce del lampione in piena notte.
Dalla mensa si sentono molte voci femminili ma tutte si zittiscono quando Nina entra. Il silenzio è tombale e a Nina va bene così, non le piace molto il rumore dei pettegolezzi.
Prende un vassoio e lo riempie di cibo e va a sedersi al suo solito tavolo.
Gaia, Costanza, Agatha, Mia e Anita sono le uniche che le corrono incontro e l'abbracciano forte. Erano preoccupate per lei dato che non l'hanno vista per tutto questo tempo e non potevano cambiare piano per ordine di Dusan.
«ora può bastare» dice Nina allontanandosi.
«cos'è successo?» chiedono quasi all'unisono.
Nina sbuffa seccata, in questo momento vorrebbe soltanto mangiare in tranquillità e senza tutti gli occhi puntati addosso. Non pensava minimamente che sarebbe stato così estenuante fare questo lavoro. "Come fanno loro a essere così energiche?" si chiede Nina guardando le cinque ragazze intorno a lei.
«Se ve lo dico mi lasciate mangiare in pace?» chiede.
«Oh, sì certo» dice subito Anita.
«Devi essere molto affamata» risponde Costanza e Agatha fa un sorrisetto. Ha pensato a qualcos'altro per cui essere affamati.
«Voleva un pompino» dice alzando le spalle «io non faccio pompini» dice e poi addenta una brioche alla crema. Tutte restano in silenzio aspettando che continui a raccontare ma non succede. Nina non dice altro.
«E quindi?» chiede Mia sulle spine «non può essere solo questo»
«In effetti hai ragione, quando lo ha infilato nella mia bocca l'ho morso»
Gaia scoppia a ridere ma nessun'altra la segue. Non sanno se essere felici o meno. Dusan non ha ancora detto niente e questo rende nervose tutte le ragazze. Sanno che è un uomo senza morale e lo temono.
«Se Dusan non ha fatto niente forse...» dice una ragazza a un'altra.
«Se si può fare me lo sarei risparmiata anch'io» dice un'altra.
«Si anch'io»
«Anch'io»
Le voci riprendono e la stanza si riempie di commenti e un po' di speranza. Vogliono seguire l'esempio di Nina. Nessuna è qui per propria scelta e tutte vorrebbero andarsene e tornare dalle proprie famiglie.
«Non hai paura?» chiede una ragazza.
«Paura di cosa?» chiede a sua volta Nina «Il corpo è il mio e posso fare quello che voglio»
«ma...» inizia a dire ma viene interrotta dall'arrivo di Dusan seguito da alcuni suoi uomini. Le donne lo lasciano passare creando un varco e porta direttamente da Nina che continua a mangiare tranquilla.
«Pensavo di essere stato chiaro con te» dice Dusan sedendosi al suo tavolo. Gaia, Anita, Costanza, Mia e Agatha si sono spostate tutte sul lato di Nina.
«E lo sei stato» risponde Nina. Prende il bicchiere e beve un sorso d'acqua. Quando finisce riprende a parlare «Sto obbedendo ai tuoi ordini, Dusan. E metto le richieste del cliente al primo posto. Se Duncan voleva provare la specialità della casa non è un mio problema» dice sorridendo.
«Tu piccola...»
«Tra l'altro come sta Ryan?» chiede interrompendo Dusan e provocandolo.
«Non puoi ferire il cliente e umiliarlo davanti a tutti. Sai cosa si dice del bordello adesso?» urla arrabbiato, ormai non prova più nemmeno a nascondere la sua rabbia.
«Ma se il cliente vuole essere ferito?» continua Nina ignorando la domanda che le ha fatto Dusan.
«Devi fare quello che dico io» Dusan sbatte il pugno sul tavolo e Nina continua a mangiare il toast guardandolo ogni tanto. "Ti stai mettendo in ridicolo Dusan" pensa Nina divertita.
«E ignorare le richieste del cliente?» lo provoca ancora Nina.
Dusan non sa come rispondere così resta in silenzio. Guarda Nina con odio. Passano i minuti e il silenzio è diventato pesante, si sente solo il rumore di Nina che continua a mangiare.
Dusa si passa una mano tra i capelli.
«Già...non si può. Per cui non puoi rifiutare questi clienti» dice alzandosi in piedi.
«A nessuna è consentito uscire da questa stanza senza il mio permesso. Voi andate a prendere tutte le altre puttane che non sono qui»
Gli uomini che erano con Dusan escono dalla mensa e tornano dopo qualche minuto con le altre donne. Si sono uniti anche le altre guardie e due di loro trasportano una gogna di legno. La piazzano al centro della sala spostando i tavoli in un angolo. Tutte le donne vengono posizionate lungo le pareti tutto intorno.
«Chissà se sarai ancora arrogante e piena di te dopo questo»
Gli uomini prendono Nina e la portano davanti alla gogna e la obbligano a piegarsi in avanti per bloccarla all'interno. Nina si ribella più che può ma alla fine non può vincere contro tutti e si ritrova legata all'interno della gogna.
«Comoda?» chiede Dusan divertito e Nina lo fulmina con lo sguardo.
«Per quanto riuscirai a guardarmi con questi occhi senza implorare?»
Nina non risponde e non abbassa lo sguardo. Anche se è in una posizione in cui non ha il controllo di niente non si arrenderà. Dusan sogghigna felice, gli piace vederla impotente. Gli piace talmente tanto che prende una frusta e la colpisce sulla schiena ripetute volte senza mai ottenere nessun suono da Nina.
«Allora è vero che non urli» dice Dusan perplesso. Pensava che Duncan lo stava prendendo in giro o che stava ingrandendo la cosa.
«Vediamo se rimarrai zitta ancora per un po'» Dusan ricomincia a frustarla riuscendo a strappare la maglietta che Nina indossa.
«Ancora niente?»
Dusan passa la frusta a un uomo lì vicino e si sposta davanti a Nina. Le prende i capelli e li tira verso l'alto così da obbligare Nina a guardarlo.
«Ho un regalo per te. Signorina non faccio pompini»
Un uomo passa a Dusan un o-ring gag e lui lo fa oscillare davanti agli occhi di Nina.
«Sai cos'è questo?»
Nina non risponde e Dusan sorride.
Passa lo strumento a un uomo che lo fissa dietro alla testa di Nina che cerca di impedirglielo.
L'o-ring gag le impedisce di chiudere la bocca. La saliva inizia a colare lenta sul mento di Nina che detesta questa cosa con tutto il cuore. Si sente vulnerabile.
«Iniziate» ordina Dusan.
Gli uomini presenti si tolgono i pantaloni e si avvicinano a Nina, le strappano i vestiti con ferocia e iniziano a toccarla ovunque. Nina sente troppe mani diverse che toccano il suo corpo e non le piace. 
Un uomo non perde tempo e infila il suo pene nella bocca aperta di Nina, lo infila velocemente e fino in fondo e Nina deve concentrarsi sul respirare.
Il pene va avanti e indietro senza esitazione e quando finalmente viene il liquido denso scende lento nella sua gola "che schi..." pensa Nina ma viene interrotta dall'improvvisa penetrazione nella sua vagina.
Con la bocca aperta non riesce a trattenere tutti i suoni che produce, ma non passa molto tempo prima che un altro uomo infili il suo pene nella sua bocca.
Il tempo passa e tutto il corpo di Nina viene usato senza rispetto. Non ha il tempo di riprendere fiato quando uno finisce che un'altro è già pronto a iniziare.
La bocca le fa male, la gola la sente in fiamme, la schiena le fa male per la posizione e le gambe le tremano per lo sforzo.
Gaia, Costanza, Anita, Mia e Agatha distolgono lo sguardo per l'orrore. Stanno usando Nina come un oggetto per soddisfare le proprie voglie e Dusan guarda divertito la situazione.
Dusan nota che alcune ragazze hanno chiuso gli occhi e altre si sono voltate, un filo di rabbia si riaccende.
«Chi distoglie lo sguardo le farà compagnia» urla ad alta voce camminando davanti a ogni ragazza. Coglie l'occasione per evidenziare il suo potere.
«Questo è quello che succede a chi mi disobbedisce. Ficcatevelo nella testa che siete delle cazzo di prostitute e vivete perché IO voglio che lo fate»
Nina non c'è la fa più, vorrebbe scomparire, correre via dalla stanza, da Dusan e dal mondo. Vorrebbe non essere nata, ha perso il conto delle volte che è venuta, delle volte che loro sono venuti. Ha perso il conto di chi l'ha scopata.
Cerca di rifugiarsi in un ricordo felice o in qualche altra dimensione strana, vuole illudersi che questo non stia accadendo. Vuole dimenticare tutto quanto.
"No" dice Nina "non posso fuggire. Devo essere forte, IO sono forte" guarda l'uomo che si sta servendo della sua bocca, lo guarda negli occhi. " Mi ricorderò di te, di tutti voi e ve la farò pagare"

Sono passate cinque ore e Nina non sente più il suo corpo, non vuole rispondere ai suoi comandi e lei ha rinunciato a impedire che gli uomini facciano quello che vogliono di lei.
L'hanno tolta dalla gogna e ora la scopano ovunque vogliano, sui tavoli, per terra, contro il muro e anche sospesa tra due uomini. Sempre con l'o-ring gag legato dietro alla testa, non ha la forza nelle braccia per toglierselo.
Ora è stesa a terra fradicia di sudore e altro che lotta per respirare dell'ossigeno. Trema per il freddo e lo sforzo. Alcuni uomini si fanno delle seghe sopra di lei e quando vengono schizzano il loro sperma sul suo corpo esausto.
A Nina non importa cosa le succederà, il peggio la ha già vissuto e lascia che quegli uomini facciano ciò che vogliono di lei, ma tutto cambia quando entra in mensa un uomo.
Branko aveva appena finito di lavorare quando ha ricevuto un messaggio che diceva di tornare al bordello. Non sapeva perché ma sapeva che doveva solo obbedire agli ordini.
Quando entra nella mensa si ferma di colpo. La prima cosa che nota è la figura di Nina nuda stesa a terra. Poi nota quello che ha in bocca, il tremore e gli uomini seminudi attorno a lei.
Gli occhi di Branko e Nina si incontrano e lui capì. Capì che a quella ragazza ci teneva, non sapeva perché e in quale modo contorto ma ci teneva. Nina vide sul volto di Branko pietà e compassione e disgustò da sola. Si era arresa.
"Non ho bisogno della tua pietà" voleva dirgli.
Più guarda Branko più le dà fastidio quello che vede così raccoglie tutte le forze rimaste e tenta di alzarsi in piedi. Cade più volte a terra ma non si arrende, non di nuovo.
È in piedi, tremante e debole. Ma guarda gli uomini con fierezza e orgoglio.
Nina si piega ma non si spezza.
Si ferma a guarda Dusan. Lo sfida. Lei è ancora in piedi, lei è ancora viva.

Fiori SperdutiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora