E' lunedì 18 marzo e Nina lo passa con Gaia e le altre ragazze che le mostrano come truccarsi. La giornata passa in fretta, anche troppo in fretta, e le 20 si avvicinano. Nina cena un pasto leggero e si fa una lunga doccia calda. Nello spogliatoio si veste e si trucca leggermente, un po' di rossetto e del mascara. Esce dallo spogliatoio e aspetta Duncan.
L'orologio nella stanza mostra le 19:49 e Nina va alla finestra e guarda fuori. Sempre più persone parcheggiano le auto e si riversano all'interno dell'edificio. Ha notato solo due donne in tutto, il resto sono uomini.
La porta si apre e un uomo leggermente più alto di Nina vestito con giacca e cravatta entra nella stanza. Chiude la porta alle spalle e cammina verso Nina senza alcuna esitazione.
Nina resta immobile dove si trova e osserva ogni movimento dell'uomo. I capelli dell'uomo le sembrano unti, la pancia che vuole uscire dalla camicia stretta e lo sguardo. Lo sguardo dell'uomo le fa schifo, è viscido e malizioso allo stesso tempo. L'uomo le carezza il viso e si lecca le labbra come per pregustare un piatto prelibato.
«Sono Duncan ma mi chiamerai padrone intesi?»
A Nina batte forte il cuore, il panico le scorre nelle vene e vuole impossessarsi del suo corpo. "Sono forte, sono..." non riesce a finire la frase che tutto si spegne. Non sente i rumori, non sente il forte profumo dell'uomo, vede soltanto l'uomo davanti a lei che le palpeggia il sedere.
Vorrebbe che non fosse Duncan a toccarla, e il cervello le ricorda il tocco delicato e caldo di Branko. Il cuore le ricorda le emozioni vissute con lui.
Pensava sarebbe stato facile, le ragazze lo fanno sembrare facile. E invece no, sentire quelle mani sporche toccare il suo corpo, toccarlo in quel modo irruento e senza ritegno. "Prima ti abitui meglio è" le parole di Branko le riecheggiano nella testa. Torna di colpo nella realtà come se fino a un attimo fa era in un'altra dimensione. "No, io non mi abituerò. E non scapperò"
Scaccia i ricordi di Branko e le sensazioni e si concentra sulla determinazione che sente crescere sempre di più.
«Certo padrone» dice a denti stretti cercando di sorridere naturalmente, ma fallendo.
Nina gli cammina intorno toccandolo sulla spalla e una volta alle sue spalle inizia a togliergli la giacca. Duncan la lascia fare e sorride divertito. Una miriade di idee gli passano per la testa e non vede l'ora di poterle mettere in pratica.
Nina porta la giacca su una sedia e poi si volta verso l'uomo. Duncan si lecca le labbra e guarda il corpo di Nina dal capo ai piedi.
Duncan va a prendere delle manette dal cassetto e un frustino di legno sottile. Si volta verso Nina e picchietta il frustino sulla mano libera.
«Dammi i polsi» ordina a Nina che obbedisce senza dire una parola. Nina allunga le braccia in avanti e Duncan le frusta gli avambracci. Nina trattiene le piccole urla di dolore che volevano uscire dalla sua bocca. Duncan rimane per un attimo spaesato per non aver sentito le urla della ragazza. "Dovrà urlare prima o poi" si dice e ammanetta i polsi di Nina. Li fissa su un gancio appeso al soffitto e le strappa via il vestito che indossa.
Le gira intorno ispezionando il suo corpo e facendo in modo che il frustino tocchi la sua pelle nuda. Rimanendo dietro di lei le palpeggia il seno e le lecca la nuca, a Nina non piace come l'uomo la sta toccando e non deve trattenere nessun gemito perché non sta minimamente provando piacere.
Duncan si allontana da lei.
«Ogni volta che ti colpisco conterai e ringrazierai» dice Duncan super eccitato. Voleva dirlo da tantissimo tempo ma nessuna ragazza era disposta a lasciarsi frustare da lui.
«Si padrone»
Duncan sorride ancora più soddisfatto e inizia a colpirla sulle natiche.
«Uno, grazie» "Voglio vomitare" pensa Nina
«Grazie padrone» la corregge Duncan e la colpisce più forte.
«Uno, grazie PADRONE» dice forte Nina per irritarlo.
«Due, grazie padrone» «Tre, grazie padrone»
Duncan continua a colpirla finché le natiche sono di un colore rosso e viola. Nina ha contato 30 colpi e il sedere e fa molto male. Anche stare in quella posizione le sta facendo male alle braccia e sente come se si potessero staccare da un momento all'altro.
Duncan le palpeggia il sedere dolorante provocando altro dolore e ride soddisfatto «ora si che hanno un bel colore» afferma.
Non riesce più ad aspettare così si sfila i pantaloni e i boxer con movimenti un po' impacciati e frettolosi e infila il pene nell'apertura di Nina.
«Cazzo se sei stretta» dice spingendo ancora più dentro. Inizia a scoparla con forza e Nina trattiene le urla di dolore miste ai gemiti di piacere.
Nina sente la strana sensazione crescere nel basso ventre e si rende conto che sta per raggiungere l'orgasmo ma quando sente che raggiunge l'apice Duncan si ferma.
«no no no, tu non vieni finché non vengo anch'io» e dopo un minuto ricomincia a scoparla forte.
Per fortuna di Nina Duncan viene qualche minuto schizzando il suo sperma sulla schiena di Nina, ma lei non è ancora venuta e sente uno strano prurito nel basso ventre.
Duncan la libera dal gancio sul soffitto per poi legarle le braccia dietro alla schiena. La spinge verso il tavolo e la piega a 90 gradi su di esso.
Va a prendere un piccolo vibratore rosa e torna da Nina. Lo infila nell'ano della ragazza e lo accende. Nina sussulta dall'improvvisa sensazione. Sente il suo corpo vibrare dall'interno e non le piace per niente, non aveva mai usato un vibratore prima d'ora e non le piace come lo sta usando Duncan.
L'uomo infila di nuovo il pene all'interno e inizia a muoversi velocemente. Le prende i capelli e le tira la testa all'indietro , la forza delle spinte, il vibratore e il desiderio non raggiunto la fanno venire subito e con forza. Duncan si arrabbia.
«Ti ho detto che non puoi venire prima di me puttana» Duncan va a prendere un altro frustino e altri piccoli vibratori. Ne infila uno subito dentro la sua vagina e inizia a frustarla ovunque. Gambe, sedere, schiena e braccia.
«Conta» ordina Duncan.
«Uno grazie» Nina alza lo sguardo verso Duncan. Lo guarda fisso negli occhi con sguardo omicidio. «padrone» aggiunge sorridendo.
Un brivido attraversa la schiena di Duncan e vede davanti a lui non una ragazza ma un predatore, una pantera che ha puntato la sua preda "sono io la preda" realizza Duncan e fa un piccolissimo passo indietro, quasi impercettibile. Nina si accorge della reazione avuta dall'uomo così coglie l'occasione per togliersi i vibratori dal corpo e si alza in piedi.
Avanza verso Duncan non mollando il contatto visivo e Duncan si sente sempre di più a disagio. Nina si accorge della leggera paura dell'uomo e sorride soddisfatta. Lei si avvicina e lui si allontana. Questo gioco contorto finisce quando Duncan sbatte contro il divano e ci cade sopra.
«Che succede padrone? Non le piaccio più?» chiede Nina con un filo di voce e sedendosi sulle sue gambe. Lo guarda con occhi da cerbiatto e alludendo innocenza.
Duncan scoppia a ridere e riprende il coraggio che aveva perso.
«Più veloce» dice a Nina e lei si muove più velocemente sul suo membro. Nina si concentra sul far godere l'uomo che ha sotto di lei ma sa che il vero controllo c'è lo ha lei. E' questo che cercherà di fare con tutti gli altri clienti. Avere il controllo e fingere che lo abbiano loro.
«Brava ragazza» dice Duncan e Nina trattiene il vomito che vorrebbe uscire al suono di quelle parole. «Ma la notte è ancora lunga» sposta Nina sul divano e inizia a scoparla ancora, ancora e ancora.
Quando Duncan esce dalla stanza soddisfatto Nina ha le forze soltanto per camminare fino allo spogliatoio per farsi una doccia. Finita la doccia torna nella stanza e si addormenta sul letto esausta.

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Fiori Sperduti
Romantizm"Il tuo amico ti ha venduta come prostituta, bell'amico vero?" La vita di Nina cambia in pochi minuti e ora si trova a dover affrontare una nuova realtà. Nina ha 24 anni ed è costretta a fare la prostituta in un bordello chiamato Fiori Sperduti. Si...