Capitolo 1

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Il mio nome è Ava Harper, e ogni notte, mentre la città si perde nei suoi sogni febbrili, io canto. Canto per dimenticare, canto per ricordare, canto perché è l'unica cosa che mi fa sentire viva in questo mondo che sembra girare troppo velocemente.

Il bar è il mio regno quando cala il buio. Le luci soffuse, il legno lucido del palco, il microfono che aspetta la mia presa. Mi avvicino, sentendo il peso di ogni passo, ogni movimento carico di aspettative. Il pubblico è un mare di volti nell'ombra, occhi che brillano di desiderio e solitudine. Sono venuti qui per me, per la mia voce, per la promessa di un attimo di fuga dalla realtà.

Inizio a cantare, e le prime note sono come un sospiro, un segreto sussurrato al vento. La musica mi avvolge, mi solleva, mi trasporta lontano da tutto ciò che è tangibile. Per un momento, non sono più la ragazza con troppi conti da pagare e troppi sogni infranti. Sono solo una voce, e quella voce è tutto ciò che conta.

Ma questa notte è diversa. C'è un'energia nell'aria, un'attesa elettrica che mi fa vibrare la pelle. Mentre canto, i miei occhi si posano su di lui, un estraneo tra la folla. È diverso dagli altri, non è qui per la musica. I suoi occhi non sono persi nel desiderio, ma pieni di un'intensità che mi fa tremare. Chi è? Perché mi guarda come se potesse vedere attraverso di me?

La canzone finisce, e l'applauso è un tuono che mi riporta alla realtà.
Mentre mi allontano dal palco, il battito del mio cuore si confonde con il ritmo lento della musica di sottofondo. Il bar è un vortice di voci e risate, ma io mi sento come se fossi in una bolla, isolata dal resto del mondo. L'immagine dell'estraneo mi perseguita, la sua intensità mi brucia nella mente come una fiamma che non vuole spegnersi.

Mi faccio strada tra i tavoli, sorridendo automaticamente ai clienti abituali che mi lanciano complimenti e sguardi ammirati. Ma non riesco a scacciare il pensiero di lui, dell'estraneo. Chi potrebbe essere? Un critico musicale? Un talent scout? O forse solo un passante che ha trovato rifugio dal freddo della notte?

Arrivo dietro al bancone e prendo una bottiglia d'acqua, cercando di calmare la sete e il tumulto interiore. Tyler, il barista, mi lancia un'occhiata interrogativa.

**Tyler**: "Grande esibizione, Ava. Ma sembri distratta. Tutto bene?"
**Ava**: (sospirando) "Sì, tutto a posto. È solo... c'era qualcuno nella folla stasera. Un tipo che non avevo mai visto prima."
**Tyler**: (con un sorriso complice) "Un ammiratore segreto, eh? Non sarebbe la prima volta."
**Ava**: (scuotendo la testa) "No, non è quello. Era diverso. Aveva qualcosa... non so spiegarlo."

Tyler sta per rispondere quando la porta del bar si apre con un colpo di vento freddo, e lui si gira per accogliere i nuovi arrivati. Approfitto del momento per scivolare via, decisa a prendere una pausa all'aria aperta.

Fuori, l'aria notturna è frizzante e mi avvolge come un mantello. Le luci della città brillano come gemme sparse nel velluto nero del cielo. Mi appoggio al muro del bar, chiudendo gli occhi e lasciando che la brezza mi rinfreschi il viso.

È allora che lo sento, il rumore di passi cauti che si avvicinano. Apro gli occhi e lo vedo, l'estraneo, che si sta avvicinando a me con un passo incerto. Il suo viso è in ombra, ma posso sentire il suo sguardo fisso su di me.

**Estraneo**: "Ava Harper, vero? La tua voce... è incredibile."
**Ava**: (con cautela) "Grazie. Ti ho visto prima, dentro. Non ti avevo mai notato qui."
**Estraneo**: (con un mezzo sorriso) "Sono nuovo in città. E tu... sei il motivo per cui sono venuto qui stasera."

Le sue parole mi colpiscono come una melodia inaspettata, e per un attimo, mi perdo nel mistero che è questo uomo. Chi è lui? E cosa vuole da me?

**Ava**: "Sei venuto apposta per me? Perché?"
**Estraneo**: "Ho sentito parlare della tua voce, e dovevo scoprire se le voci fossero vere. E lo sono, Ava. La tua voce... potrebbe fermare il tempo."

Non so cosa rispondere. Nessuno ha mai parlato della mia voce in quel modo, come se fosse qualcosa di magico, di potente. Mi sento esposta, come se Ethan potesse vedere attraverso le note fino al mio cuore nascosto.

**Ava**: (con un filo di voce) "Grazie, ma non sono solo una voce. Sono una persona."
**Estraneo**: (con un sorriso triste) "Lo so. E vorrei conoscere quella persona, se me lo permetti."
**Ava**: "Posso sapere il tuo nome?"
**Estraneo**: "Sono Ethan."

Prima che possa dire altro, il rumore di passi ci raggiunge. È Tyler, che esce dal bar con due bicchieri in mano.

**Tyler**: "Ehi, ho pensato che potreste bere qualcosa di caldo. Fa freddo qui fuori."

Accetto il bicchiere, lasciando che il calore mi scaldi le mani. Tyler guarda Ethan con curiosità, ma non fa domande. Sa quando non è il momento.

**Tyler**: "Ava, se hai bisogno di qualcosa, sono dentro."
**Ava**: "Grazie, Ty."

Tyler si allontana, e io mi ritrovo di nuovo sola con Ethan. C'è una domanda che mi brucia le labbra, una domanda che forse non voglio sentire rispondere.

**Ava**: "Ethan, cosa fai nella vita? Perché sento che non è solo la musica a portarti qui."

Ethan mi guarda, e per un attimo vedo qualcosa dietro il suo sguardo, un'ombra di dolore o forse di paura.

**Ethan**: "Sono... tra un lavoro e l'altro al momento. La vita è complicata, Ava."

Non insisto, anche se so che c'è molto di più in lui di quanto non voglia ammettere. Ma non è il momento di scavare nei segreti di Ethan. Non ancora.

**Ava**: "La vita è complicata per tutti, Ethan. Ma a volte, è proprio quella complessità che rende tutto... interessante."

Ethan sorride, e c'è un'accettazione silenziosa in quel sorriso, un accordo non detto che questa non sarà l'ultima volta che ci vedremo.
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Ciao, come state? Ecco il primo capitolo... fatemi sapere che ne pensate con un commentino e se vi fa piacere lasciate una stellina.
Baci, Mal🩶

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