Capitolo 3

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Era come se il suo corpo fosse morto... come colui che avrebbe dovuto creare un'unione ancora più grande...

Non c'era più niente, solo vuoto dentro al suo petto... non sentiva nemmeno il suo cuore battere...

Il sangue non circolava più, i polmoni non inalavano nemmeno un respiro, era... morto.

Assassinato dal dolore, devastato dalla perdita...

Suo figlio...

E gli occhi osservavano quella porta chiusa, mentre nei suoi pensieri c'era il nulla più totale... non riusciva a mettere in fila alcun tipo di memoria.

Solamente il vuoto... e due sole parole...

Senza vita.

Suo figlio era senza vita... suo figlio non esisteva più... suo figlio era morto ancor prima di vedere il mondo...

I pugni si chiusero, mentre lentamente aprì la porta di quella stanza, ed un odore acre e malato lo colpì totalmente, lasciando che un senso nauseabondo gli risalisse in gola e lo bloccasse sul posto.

"Izuku... devo... devo parlarti...".

"Ancora un giro! - Le risa alte del verdino fecero sorridere Katsuki, che ciondolava su quello sgabello di quel bar misero ma che aveva improvvisamente preso una luce differente, le guance rosse e lo sguardo perso su quel viso carico di efelidi - Altri tre... a testa!". La voce di Izuku era acuta e le parole vennero sbiascicate, obbligando l'Alpha ad avvicinarsi ancor di più al corpo caldo ed inebriante del ragazzo di fianco a sé, appoggiandosi al bancone di quel bar.

Non c'era molta gente là dentro, e gli unici udibili e che emettavano rumori molesti erano proprio loro due.

Ma era come se in quel momento sentissero una vera musica... una melodia udibile soltanto a loro, palpabile dal loro olfatto... li stimolava e li seguiva, contando il tempo, lasciando che le loro emozioni esplodessero, fino ad addirittura cullarli...

Fino a placare i loro animi in ogni caso annebbiati dall'alcool, ma docili e stranamente affabili.

Camminavano per quelle strade buie, Katsuki con il cappuccio della giacca sollevato, a coprire tutto il suo viso, mentre le loro mani si sfioravano, in gesti che erano nati come errori di misura e scontri accidentali, ma alla fine quelle falangi si ricercavano, come se fossero state separate per troppo tempo e che necessitassero di quel misero contatto.

"Quindi... in tutto ciò... non mi hai detto perché sei andato via".

"Beh... mh... ecco... non è proprio semplice... - Le dita si strinsero sull'avambraccio dell'Alpha che gli porse gentilmente emanando quel fantastico aroma di caramello, mentre lui camminava in bilico su di un muretto - Insomma... in realtà sì, è abbastanza semplice! Però... è una notizia stravagante e fuori dall'ordinario. Quanti anni avevamo..? Diciassette?".

"Sì... diciassette... - Katsuki si fermò, obbligando a far scendere il verdino da quel muretto, che mantenne quel sorriso solare e tanto bello - Che diamine è successo per obbligarti a svanire nel nulla?".

Le palpebre sfarfallarono per un attimo, poteva sentire ogni rotella nella mente del ragazzo che girava, e come cercasse di mettere in fila ogni pensiero con attenzione e precisione... ma era dura.

Perché una notizia di quel tipo l'aveva tenuta nascosta per così tanto tempo...

Si era vergognato? All'inizio sì... ma poi aveva compreso...

"Io... ho avuto un bambino".

I passi erano pesanti, come se lastre di piombo obbligassero i suoi piedi ad avere difficoltà a muoversi.

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