Capitolo 16

149 33 20
                                    

Lo guardava, perso, mentre gli occhi si riempivano di calde lacrime... percorrevano le sue guance morbide, sfiorando le efelidi... mentre le mani andarono di fronte alle sue labbra, senza fiato.

Katsuki era lì, di fronte a lui... in ginocchio, con quella piccola scatoletta sollevata e quel brillante che sbucava timido.

Un anello, semplice, delicato, di una finezza unica... era lì... e lo aspettava.

"K-Kacchan...?".

"Io voglio essere il padre di Akihiro... e voglio essere colui su cui tu potrai sempre contare... voglio essere sempre al tuo fianco, ed aiutarti... voglio essere la tua fortezza, il tuo faro nella notte, e... e voglio essere tutto quello che tu sei per me... Anche se penso che sia impossibile - Mormorò piano, mentre tentava di rimanere il più serio possibile, mordendosi la lingua per evitare di dire qualsiasi cavolata gli passasse per la mente - Io... ti amo... e... e voglio che il mio cuore sia tuo... e che il tuo sia mio... lo proteggerò con tutte le mie forze, e combatterò per il tuo sorriso, perché è... è bellissimo...".

Sorrise dolcemente quando uno sbuffo di risata scappò dalle lacrime, mentre la testa del verdino iniziava già ad annuire rapidamente.

Era così bello, così tenero...

"Fammi finire, Deku... - Sussurrò, inclinando la testa di lato e inumidendosi le labbra con la lingua, ammirando quel viso arrossato, inumidito da quella cascata di lacrime - Voglio una famiglia con te, voglio stringerti ogni notte a me, tenerti per mano, baciarti ovunque vogliamo... fare l'amore con te innumerevoli volte... ti voglio nella mia vita, e per sempre...".

Era crollato, la schiena ricurva e le ultime lacrime rimaste che disegnavano il suo volto incavato dal dolore.
Si sentiva debole, sconfitto dal suo stesso dolore... disgustato da sé stesso per aver ceduto e non essere più stato forte...

Avvolto dalle braccia delle persone che gli erano sempre state vicine, da anche prima di allora... sempre con lui, ogni giorno, in ogni momento... ed anche lì, erano pronte ad accogliere il suo dolore, a farlo loro, a tentare di assorbire quel male che stava combattendo.

Ma mancavano altre due braccia, che con quelle avrebbe capito che tutto si sarebbe risolto... le braccia del suo Omega, che erano lasciate morbide lungo i propri fianchi, in piedi, a qualche metro di distanza...

E quegli occhi verdi, spenti, privi di quella speranza unica e caratterizzante di Izuku, lo osservavano, distanti anni luce...

Perché nella sua mente, c'era sempre qualcosa di sbagliato... nonostante una parte di sé, soprattutto il suo secondo genere, gridava ed ululava di correre nella sua direzione, di abbracciarlo, di asciugare le lacrime del suo Alpha... e di dirgli che tutto sarebbe andato meglio...

Era uno scalino della loro relazione, ed avrebbero dovuto lottare...

Eppure, quel tarlo marcio che pungolava i suoi pensieri, non voleva andare via.

In silenzio, voltò le spalle, dirigendosi nella camera da letto, con uno strano nodo al petto che non sapeva come buttare giù...

Percepiva un senso di travolgimento, indescrivibile... un soffocante manto di tenebre che avvolgeva ogni fibra del suo essere.

Quella sensazione di perdita... straziante, come se il suo cuore fosse stato strappato dal suo petto...

E dare la colpa a qualcun altro risulta più semplice... nonostante nel profondo si sappia quanto in realtà non sia vero...

È più difficile da ascoltare una voce interiore, un sussurro flebile, piuttosto che un grido disumano che punta il dito...

Nonostante sia sbagliato, scegliamo la strada più semplice per sopperire al dolore...

Perché siamo umani...

"T-Tu... Izuku... vuoi diventare mio-".

"SÌ! SÌ!". Un enorme sorriso tirava le sue labbra, mostrando tutti i denti perfetti e bianchi, con quei lacrimoni che continuavano a percorrere le sue guance morbide.

Non poteva crederci... un'ondata di felicità lo travolse totalmente.
Tutto era svanito, non c'era più niente se non loro due, loro e i ricordi...

Quelli terribili, e quelli bellissimi...

Tutto era perfetto... avevano combattuto, si erano distrutti a vicenda, per poi riaggiustarsi con pazienza e calma... con dolcezza, con... amore...

"Dio, nerd, fammi finire... - Ridacchiò Katsuki, con le guance arrossate e la voce incrinata appena - Mh... tu, Izuku... vuoi diventare mio marito e il mio compagno...?".

Cercava di tenere a bada tutte quelle emozioni che volevano esplodere come fuochi di artificio, mentre le ginocchia non riuscivano a stare ferme, tremavano, e per poco non lo facevano crollare a terra privo di capacità motorie!

Quello era il suo sogno incantato...

E si lanciò tra le braccia del suo amato, ripetendo quella fatidica parolina di due singole lettere, mentre le labbra si scontravano su tutto il viso del biondo, lasciandosi cullare da quelle risa, mentre le sue braccia forti lo stringevano a sé, chiudendolo in quella morsa che lo faceva sentire sempre così protetto...

"Ti... ti amo davvero, K-Kacchan... - Tirò su con il naso, poggiandosi dolcemente contro al palmo della mano dell'Alpha, lasciando che raccogliesse piano quelle goccioline salate che sembravano lasciare infiniti solchi - Io... voglio passare la mia vita con te... per... per sempre...!".

Si sentiva così fragile... così vulnerabile... privo di difese...

Solo.

Il suo corpo che aveva fallito nell'unica cosa che avrebbe dovuto fare... al diavolo gli eroi, al diavolo gli innocenti...

Avrebbe dovuto proteggerlo... amarlo... cullarlo...

Si lasciò cadere sul materasso, seduto, con la schiena porta in avanti e le braccia poggiate sulle ginocchia tremolanti... si sentiva schiacciato e perso...

Non percepiva più un senso nella sua vita... solamente oscurità...

E lentamente i due smeraldi, quelle gemme tanto preziose, si sollevarono, quando una delle sue mani venne stretta... nel caldo, nel calore di una vita...

Incrociò quei due rubini, che erano la sua ancora, ma al tempo stesso il suo incubo più grande...

Il cuore scalpitava nella sua cassa toracica, e le mani tremavano, mentre tentava con tutta la sua forza di bloccare quelle pericolose lacrime che minacciavano di scendere.

Sapeva che non era colpa sua... che non avrebbe potuto fare nulla per impedire la disgrazia.

Vederlo così, stravolto da quel dolore, finalmente crollato in quell'abisso di disperazione... afflitto... lo fece stare male... ma anche egoisticamente meglio...

Un singhiozzo scappò dalle sue labbra, quando la fronte dell'Alpha si poggiò contro alle sue gambe, sottomettendosi a lui...

In quel gesto così puro...

"Ti prego, Izuku... stringi... stringimi la mano... perché io... i-io mi sento inutile... - Sussurrò delicatamente, quasi a non volerlo far scappare via come una preda ferita - Tu ed io... ci riusciremo... t-tu ed io...".

"

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
My homeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora