Capitolo 6

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"P-Papà...? D-Dove è...? Voglio... voglio vederlo...". I lacrimoni scendevano su quel viso così giovane, mentre quasi con rabbia tentava di bloccare la discesa di quelle lacrime silenziose ed inarrestabili.

I singhiozzi percuotevano le spalle del ragazzino, mentre i riccioli presi dal padre ricoprivano la sua fronte, nascondendosi, vergognandosi di quel pianto.

Ma era impossibile da fermare...

Akihiro... era un concentrato di pura energia, era dolce e affettuoso, con quell'accenno di timidezza che rendeva mozzafiato quel suo solito mezzo sorriso che regalava alle persone...

Con gli occhi violacei, di un'intensità talmente travolgente da obbligare le persone a guardarlo, il taglio dell'occhio morbido, leggermente a mandorla che rendeva il suo sguardo distaccato e quasi rigido, ma non era così... e quei riccioli selvaggi avevano quasi il medesimo colore delle sue iridi, più scuri, corvini alla base.

Il sole che splendeva in lui era quello di Izuku, oltre che del suo quirk...

Ed in quel momento, per Katsuki, che era riuscito con difficoltà e pazienza a convincere il proprio Alpha interiore che quello, nonostante il sangue non suo, fosse suo figlio, vederlo in quel modo lo distruggeva ancora di più, sigillando i denti e chiudendo gli occhi nel tentativo di non mollare... perché non poteva.

Lui doveva essere forte.

Lui doveva essere casa...

La voce squillante ed acuta di Izuku arrivava decisamente bene all'interno dell'appartamento, mentre sbraitava furiosamente al telefono sulla terrazza con i lampi del suo quirk che scoppiettavano intorno alla sua figura.
Sicuramente, agli occhi di una persona esterna, sarebbe sembrato addirittura minaccioso... ma sia il bambino che l'Alpha non gli prestavano la minima attenzione mentre si scrutavano a vicenda...

La felpa esageratamente larga copriva il corpo minuto di quello che doveva essere il figlio di Izuku, seduto su di una sedia del tavolo della sala, non osando nemmeno per un secondo distogliere lo sguardo da quei rubini.

Perché quello era un Alpha... e lo aveva trovato avvinghiato a suo padre.

E solo lui poteva essere l'Alpha della loro tana, solamente lui poteva difendere il territorio e proteggere suo padre...

Ai suoi occhi, quello era solamente uno sbruffone dai capelli disordinati e che puzzava di bruciato.

"Tu devi essere-".

"Akihiro".

"Già... - Le sopracciglia chiare di Katsuki si sollevarono appena, notando il modo diretto e senza paura di interrompere le sue parole - Io sono-".

"Va' via".

"D-Dove v-vai...?".

Ogni singhiozzo era una crepa che si generava nel suo cuore, mentre quelle mani che iniziarono a brillare intensamente, rendendo la sua cute quasi trasparente, si aggrapparono con tutte le sue forze al suo corpo, tentando in ogni modo di trattenerlo a sé, con il panico che scorreva nelle sue vene, e quell'odore acre di uva acidula lo colpì in pieno, obbligandolo a trattenere un uggiolio.

E quanto avrebbe voluto dividersi in due... per poter stringere la mano di quel ragazzino, ed al tempo stesso andare alla ricerca di Izuku.

Perché quello sembrava un incubo costante... una presa in giro, di quelle che non fanno ridere.

Inko era arrivata di corsa, con il volto arrossato ed il naso colante, mentre si era aggrappata alla schiena dell'Alpha ed aveva iniziato a gridare...

La disperazione era palpabile, mentre nella gola le parole venivano soffocate...

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