Capitolo 12

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"M-Merda...". Un gemito roco lasciò le labbra del biondo, con il respiro mozzato ad infrangersi tra i ricci impolverati del bambino...

Quel soffitto gli era totalmente finito addosso, e fortunatamente si era "limitato" a quello e non a tutto l'edificio... ma comunque, faceva dannatamente male.

Quanto gli mancava Recovery Girl, che al minimo danno, con quei suoi baci inquietanti, riusciva a riassorbire ogni dolore...

E lì, ne aveva incontrato decisamente troppo...

"Che... cazzo...". Sibilò, provando a sollevare le braccia stremate, per poter tirare su il busto e spostare le macerie sopra di sé, per poter liberare il bambino.

Aveva agito di impulso... si era lanciato come se fosse stato bendato in quell'azione, non sapendo che cosa gli sarebbe finito addosso o meno, e fortunatamente non era troppo il danno ricevuto.

Probabilmente qualche contusione e qualche costola incrinata, magari anche le vertebre avevano ricevuto qualche lussazione, ma stava bene...

Ma nonostante il pensiero di essersi fatto male fosse ovviamente nei suoi pensieri, i due rubini si abbassarono, incrociando quegli occhietti violacei che lo guardavano... pieni di lacrime, con un'espressione stravolta dal terrore.

"Sc-Scusami K-Kacchan... scusa! I-io... io non... non volevo... m-ma ero arrabbiato... e... e non volevo... e non so... n-non so usarlo... non... i-io...s-scusa...!".

L'ultimo cumulo di cemento rotolò via dalla schiena muscolosa dell'Alpha, che si risollevò finalmente libero da quell'impatto che aveva appena ricevuto, quasi fosse in trance nell'aver sentito quelle semplici parole...

"C-Come...?".

Un altro singhiozzo, ed Aki si sollevò, lanciandosi in avanti... nella sua direzione, con le braccia avvolte al suo collo ed il pianto disperato di un bambino terrorizzato.
Perché aveva avuto così tanta paura... non era uno di quelli che facevano del male, anzi. Tentava sempre di bloccare sul nascere qualsiasi gesto o azione fatta con cattiveria, proprio come gli aveva insegnato Izuku.

Ma perché con lui non ci era riuscito?

Era diventato la persona che più odiava...

"T-Ti p-prego! S-Scusa...!". Gridò spaventato, mentre sentiva le scosse sotto i suoi piedi placarsi lentamente, facendogli capire che quel villain era stato raccolto e trasportato via.

Ma lasciò che quell'odore di caramello salato lo avvolgesse, capace di rilassare ogni sua tensione e paura, mentre le sue braccia esili rimasero ben aggrappate alle spalle del maggiore, larghe e capaci di sorreggere ogni cosa... anche un soffitto pericolante e appena crollato.

"N-No... moccioso, come... come mi hai chiamato...?".

Anche il cielo piangeva in quel momento... ondate di gocce scrosciavano giù da quella distesa nuvolosa e scura...

Ma lui non aveva ancora versato una lacrima, gli occhi rossi, fiammeggianti, erano sospesi a guardare quel nulla, mentre quelle sue brevi e dirette parole gli rimbombavano nella mente, piegandolo sempre di più...

NON TOCCARMI.

Era morto... morto dentro... morto come loro figlio.

E non sapeva cosa fare... aveva realmente perso tutto? Aveva perso l'amore della sua vita? Aveva distrutto ogni cosa?

Quel marchio pulsava così tanto, ferocemente... quasi a volergli ricordare che tutto era sul filo di un rasoio, e che sarebbe stato così semplice buttare nel cesso ogni tipo di sforzo.

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