Danielle, senza farci caso, restò ferma davanti alla porta per 5 minuti. Quando se ne rese conto bussò immediatamente, anche perché non era lì per fare la bella statuina. Il commissario rispose subito.
-Avanti.
Danielle, che in quel momento si sentiva come in un vortice, entrò nell'ufficio. Smith si era tolto la giacca, e con solo la camicia bianca era ancora più attraente.
-Che ci fa qui? Avevo ordinato di andare a fare delle ricerche o sbaglio? Perché non è con gli altri?
-No, non sbaglia, però io avrei qualcosa di molto importante di cui parlarle e i ragazzi mi hanno lasciato fare senza pretendere che andassi.
-E non poteva proprio venirmi a cercare in un altro momento?
-No, commissario. Ho bisogno di parlare con lei ora. Ovviamente riguarda il caso, ecco perché ho tanta urgenza.
-Va bene, se proprio non può rimandare mi dica ciò che ha da dire.
Danielle a questo punto si calmò: era tornata a vedere il capo di sempre. Come è possibile essere così distaccati? Preferire i propri ordini all'incolumità di qualcuno che a lavora al nostro fianco? Comunque, Danielle iniziò a spiegare.
-Io sono rimasta molto sorpresa da questa storia della leggenda. Sapevo del bosco e del fiume, ma non di grotte e graffiti. Volevo capirne di più, quindi sono andata dai miei genitori, nati qui, ma non mi hanno saputo dire..
Smith la interruppe, in una maniera molto antipatica.
-Stringa, vada al punto.
-Credo che abbiamo qualcuno che può aiutarci a svelare l'enigma di questa leggenda.
-Chi?
-Il direttore del museo della città, il sig. Simon Perry.
-Chi glielo ha detto?
- La bibliotecaria.
-Mi auguro che lei non abbia raccontato delle indagini.
-Certo che no. Le ho solo detto se poteva darmi delle informazioni in più su questa storia e lei mi ha risposto che mi dovevo rivolgere a quest'uomo. Io penso che dovremmo ascoltarla, tentar non nuoce tanto.
Smith rimase un po' a riflettere e poi manifestò lo stesso dubbio di Danielle.
-Non sa nulla della storia, però sa che qualcuno può darci una mano. Strano.
-Me lo sono detto anche io.
-Questa donna ci nasconde qualcosa. Dobbiamo andare a parlare con lei.
-Grazie di aver accolto la mia idea, però mi scuso per aver fatto delle ricerche da sola. Non creda che l'abbia fatto per arroganza, è solo per capire al più presto la verità per il bene di Mark.
-Non si preoccupi.
Si alzò dalla sedia grigia dietro alla scrivania e prese la giacca e le chiavi dell'auto.
-Andiamo.
Danielle era tornata a vedere l'uomo ed era al settimo cielo: non solo Smith aveva accolto di buon grado la sua investigazione personale, ma avrebbe indagato da solo con lei. Quello che prima aveva desiderato quando l'aveva visto entrare in commissariato si era realizzato. Raggiunse la porta dell'edificio dietro a Smith, con un'energia vitale che mai prima dopo aveva avuto. Aveva appena tirato fuori le chiavi della macchina dalla sua borsa quando Smith le propose di andare tutti e due insieme.
-Risparmieremo tempo così. Un parcheggio in meno da cercare.
-Certo, ha ragione. Ora salgo.
La macchina del commissario era una Mercedes nuova color grigio chiaro, un vero gioiello. L'interno era però la parte migliore: tutto sapeva del commissario, il suo profumo era praticamente ovunque. Danielle stava entrando in una dimensione completamente distaccata da quella reale. Una manovra veloce e già erano sulla strada diretti vero la biblioteca. Il viaggio in macchina fu molto gradito a Danielle: poteva parlare con lui da sola e a poca distanza.
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Progetto Di Vendetta
Mystery / ThrillerDanielle è una poliziotta che ha da poco ripreso servizio nel commissariato dove lavorava per una sospensione. Appena rientrata, trova il commissariato sconvolto: è scomparso un suo collega. Danielle, con il fidato collega Robert, capisce, dopo una...