Parte 11

1 0 0
                                    

Danielle si svegliò e si guardò intorno: era distesa in un letto d'ospedale piuttosto scomodo in una stanzetta non troppo grande con una finestra di medie dimensioni da cui filtrava molta luce solare, con Smith, Will e Robert che la guardavano. Robert chiese: 

-Finalmente ti sei svegliata. Come stai Danielle? Ci siamo spaventati.

Lei rispose, ancora un po' arrabbiata con il commissario:

-Stanca e frastornata, con un po' di mal di testa e mal di stomaco. 

Will intervenne: 

-Penso sia naturale, quindi non preoccuparti. Alla fine poteva andarti peggio. 

Danielle a quel punto guardò Smith (in cagnesco), che se ne stava un po' in disparte, poi replicò: 

-Già. 

La porta della stanza si aprì ed entrò il dottore, un signore di mezz'età molto distinto con capelli biondi e occhi verdi. 

-Buongiorno, sono il dottor Bell. 

Tutti lo salutarono in coro. Lui proseguì rivolgendosi questa volta solo a Danielle.

-Signorina, sono lieto di comunicarle che è fuori pericolo. 

La poliziotta e gli altri tirarono un sospiro di sollievo.  Danielle però voleva saperne di più: 

-Pensavo che il veleno mi avrebbe uccisa, dal momento in cui non avevamo con noi l'antidoto. 

-Non era un veleno potentissimo. Il serpente che l'ha morsa somiglia ad una vipera ma non lo è e inoltre la presenza dei pantaloni fra il corpo e la bocca dell'animale ha schermato un pochino. Comunque, la prossima volta che vi avventurate in un bosco portatevi le attrezzature giuste. Ci sono molte specie di serpenti non propriamente innocue. 

-E perché sono svenuta 2 volte?

-Il veleno anche se debole era comunque un veleno, però ha influito molto anche la reazione emotiva, una reazione ovviamente naturale. 

- Meno male. Quindi se avessi avuto i pantaloni corti sarei stata peggio?

-Sicuramente si, visto che i denti sarebbero stati affondati direttamente nella carne. 

-Temo non sia stata una buona idea andare in quel posto. 

-Il problema non è dove si va, ma come lo si fa. Ora io e i suoi colleghi ce ne andiamo e la lasciamo riposare. Si deve riprendere bene. 

-Quando potrò uscire? 

-La terremo in osservazione per oggi e per questa notte. Se non succede nulla la dimetterò. 

-Grazie dottor Bell, però avrei una richiesta da fare.

-Mi dica. 

-Vorrei chiamare mia madre e mio padre. Loro non sanno nulla perché ero con il commissario e lui ha chiamato i due agenti che sono qui non avendo il numero dei miei genitori. 

-Certamente, tuttavia voglio che venga rispettato l'orario di visita, che va dalle 17 fino alle 18:30, anche perché ora ha bisogno di dormire. 

-Riferirò. Grazie tante.

Smith consegnò il cellulare a Danielle, poi se ne andò insieme agli altri come il medico aveva ordinato. La poliziotta era un po' in subbuglio, e non solo per l'incidente: il padre ne avrebbe approfittato per rinfacciarle che se avesse fatto come lui aveva detto questo non sarebbe successo. Comunque, non poteva non avvisarli, così andò in rubrica e chiamo la madre, che rispose prontamente. 

-Ciao Danielle, come stai?

-Sono in ospedale. 

Ci fu qualche istante di silenzio, poi la madre riprese a parlare, ma con un tono comprensibilmente agitato. 

-Come in ospedale? Ma che ti è successo? Sei in grave pericolo?

-No mamma, sto al sicuro e se tutto va bene domani il medico mi dimette. Comunque, sono qui adesso per il morso di un serpente, che per fortuna non era troppo velenoso. 

-Sant'iddio, ma dove lo hai incontrato questo serpente?

-Stavo con Smith presso il famoso boschetto per rivedere il  posto dove era stata trovata la divisa di Mark per capire se c'era qualche altro indizio e abbiamo deciso di attraversare la vegetazione. Io ad un certo punto volevo tornare indietro, ma Smith non si convinceva, poi il serpente mi ha morso, io sono svenuta 2 volte e mi sono risvegliata lì con accanto lui, William e Robert.

-Tutta colpa di quell'uomo quindi. Comunque ora avverto tuo padre e veniamo subito a trovarti. 

-Potete venire dalle 17 alle 18:30.

-Ok, allora ci vediamo alle 17. 

-Si, ciao mamma.

-Ciao tesoro, buon riposo.

Danielle riattaccò e pensò che sarebbe potuta andare peggio, ma sua madre su una cosa aveva detto detto la verità: aveva rischiato per colpa di Smith;  ormai però era successo e crogiolarsi nel rancore non aveva molto senso, quindi abbracciò il cuscino ( usava questa tecnica fin da piccola) e si addormentò profondamente. 

Progetto Di VendettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora