Parte 5

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La mattina successiva Danielle si svegliò in preda all'agitazione, era contenta di avere un'idea in tasca ma nel frattempo era terrorizzata dalle possibili reazioni di Smith. Sarebbe stato soddisfatto della sua scoperta? O l'avrebbe ripresa di nuovo per aver fatto ricerche da sola? Non era una situazione semplice, però, per il bene di Mark, doveva tentare. In ogni caso, non poteva avere la certezza che sarebbe andata male. Scacciati quindi i brutti pensieri, Danielle scese per prendere il suo solito cappuccino e le sue solite fette biscottate con marmellata e poi si preparò per andare a lavoro. Percorrendo la strada, più si avvicinava al commissariato più il suo battito si diventava veloce. Comunque riuscì ad arrivare sana e salva. Attraversò l'ingresso e trovò Robert e l'agente più giovane. 

-Buongiorno ragazzi. 

Risposero in coro. 

-Buongiorno a te. 

-Avrei bisogno di parlarvi. Avete 5 minuti da dedicarmi?

I due si guardarono stupiti, ma comunque dissero di si. 

-Certo, parla pure. 

-Ieri il discorso di Smith mi ha lasciato senza parole, a partire dalla leggenda. Io non ne sapevo nulla, così ho deciso di andare a chiedere ai miei genitori per capire se la conoscevano, ma è stato un buco nell'acqua. Ho pensato quindi che la soluzione fosse andare nella biblioteca della città ed effettivamente qualcosa ho trovato. 

Una luce si accese negli occhi di Robert, mentre William ascoltava sempre più incuriosito. 

-Cosa?

-Su un libro ho visto una pagina con la foto del boschetto con una didascalia, che diceva che secondo una leggenda se cadi dentro il Devil's River non torni più indietro. 

-Non c'era nient'altro?

-No. Per questa ragione ho parlato con la bibliotecaria e mi ha detto che possiamo rivolgerci al direttore del museo della città, il sig. Simon Perry. 

Questa volta, fu William a ribattere. 

-Cosa potrà mai centrare il direttore del museo?

-Non lo so, me lo sono chiesto anche io. Comunque c'è una cosa che mi sembra strana: quella donna non sapeva nulla della leggenda, ma sapeva che c'era qualcuno che poteva aiutarci. C'è puzza di bruciato. 

Robert e William si fermarono qualche secondo per riflettere e con loro Danielle, ma vennero interrotti prima che potessero parlare dal commissario Smith. Danielle si girò per salutarlo, ma invece di fare questo, involontariamente,  lo squadrò dall'alto in basso: con quel completo nero e la cravatta color oro stava benissimo, si intonava perfettamente ai suoi occhi marrone scuro e ai capelli corti e neri come il buio della notte. Per un momento si scordò di Mark, della bibliotecaria e del boschetto; non vedeva più il suo capo, vedeva solo un uomo  vestito bene, alto, imponente, con un'eleganza fuori dal comune. Il suo carattere austero che la poliziotta non aveva mai apprezzato si trasformò in una caratteristica dal fascino indicibile. Danielle cominciò a desiderare di far sparire con uno schiocco di dita Robert e William per poter stare un po' da sola con lui, ma si sforzò di tornare in sé. Le relazioni con il proprio superiore sono sempre da evitare. Smith, mentre Danielle pensava questo, iniziò a parlare del caso, ma lei non sentì nulla: riusciva solo a concentrarsi sulla sua voce, una voce molto profonda, molto maschile. Il commissario, purtroppo, se ne doveva essere accorto. 

-Danielle, sta ascoltando? 

-Si. Scusi se sembro un po' assente, questa notte non ho dormito benissimo. 

-Veda di dormire un po' meglio stanotte. Sono stato chiaro?

-Si, certamente. 

-Bene, ora vado nel mio ufficio. Fate ciò che vi ho detto.

-Certo. Buona giornata. 

Danielle lo stava seguendo con lo sguardo: pure il modo di camminare le piaceva. Robert però la svegliò dall'incanto. 

-Danielle stai bene?

-Si, ho solo dormito poco. 

William, con espressione furba, centrò il punto.

-Robert, secondo me non è stanca. 

-E che cos'ha allora, esperto di donne?

-Si è innamorata.

-Di chi?

-Robert, tu guardi ma non vedi. 

Divertito, Robert si rivolse a Danielle. 

-Sul serio sei innamorata? E di chi? A noi puoi dirlo, vero Will?

Il giovane agente confermò ridendo. 

-Non sono innamorata di nessuno ragazzi, come vi viene in mente?

William intervenne di nuovo. 

-Beh, non hai mai fissato Smith in questo modo né ti sei mai incantata nell'ascoltarlo. Ti piace.

Robert, sconcertato, si girò verso la poliziotta. 

-Ma sul serio? Non ti è mai stato tanto simpatico. 

-No. Infatti non mi piace. 

William scoppiò a ridere. 

-Si che ti piace. L'hai visto vestito con un completo più elegante e attillato del solito e ti ha fatto impazzire. Dai ammettilo. 

Danielle a quel punto non se la sentì più di negare la realtà. 

-Va bene, Hai ragione Will. 

-Sono un ottimo agente, ho fatto bene ad entrare in polizia. 

-Sono assolutamente d'accordo. 

Robert, a quel punto, propose una cosa che a Danielle fece venire i brividi. 

-Facciamo così. Io, Will e gli altri colleghi facciamo le ricerche che ci ha chiesto il commissario, che sicuramente non hai sentito. Tu vai da lui a parlargli di quello che hai scoperto ieri.

-Grazie ragazzi. Siete veri amici. 

-Buona fortuna. 

-Anche a voi. 

Loro se andarono e Danielle rimase sola. Si sentiva stupida, sia perché era attratta dal suo capo, sia perché gli altri se ne erano accorti subito, e questo poteva averlo fatto anche lui. Era nei guai. Comunque, non era il momento di rimuginare; raccolse il suo coraggio e si avviò verso le scale, con il cuore in gola. Arrivata davanti alla porta, non bussò subito. Si doveva prima calmare e comportarsi normalmente. 





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