Parte 15

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Danielle provò molte volte a chiamare il commissario, ma mai una risposta, così decise di telefonare a Robert, che, per fortuna, rispose al primo squillo. Danielle raccontò subito tutto senza troppi giri di parole:

-Ciao Rob, ho delle novità importanti da dirti sul caso. 

-Quali? Con chi hai parlato?

-Non preoccuparti, mi ha raccontato tutto mia madre.

-Ok, sono tutto orecchi. 

-Quello che io e Smith abbiamo definito come un banco di nebbia in realtà non lo era, abbiamo preso un grosso granchio. Era solo una nube di calore.

-Ma come avete confuso la nebbia col calore?

Danielle si sentì offesa, ma Robert aveva ragione: come avevano potuto essere così sciocchi?

-Credo sia stata la tensione.

-Comunque questo calore da dove proveniva?

-Dal Devil's River. Si tratta di un fiume bollente e infatti il clima si era fatto un po' più caldo. Secondo mia madre non possiamo attraversare la nube, moriremmo cotti. Il problema della corrente forte non si pone a questo punto. 

-La leggenda non fa accenno a questo però. 

-Mia madre sostiene che nessuno poteva immaginare il fenomeno del fiume bollente lontano da un vulcano. 

-Bene. Dobbiamo però superare questo ostacolo del fiume, sennò non troveremo mai la verità. 

-Mamma mi ha detto che l'unica possibilità è seguire la nube di calore e capire dove ci porta.

-Danielle, potrebbe portarci molti chilometri lontano, non sappiamo quanto è lungo quel maledetto fiume, te ne rendi conto?

La poliziotta a questo non aveva pensato, ma comunque i colleghi si devono aiutare fra di loro, per cui lei non l'aveva presa male. 

-Ad essere onesta non avevo riflettuto su questa eventualità, che hai fatto bene ad evidenziare. 

-Non so se c'è soluzione a questo punto, Danielle. Le cose si stanno complicando sempre di più giorno dopo giorno e forse non riusciremmo mai a ritrovare Mark. 

Il tono di Robert era un po' rassegnato, sconfitto, e questo preoccupò molto Danielle perché non l'aveva mai sentito così demoralizzato.

-Lo so Rob, ma non dobbiamo fermarci ora.

-Dovremmo trovare una soluzione il più presto possibile. 

-Certo. Comunque, ho telefonato più volte a Smith per dirgli quello che ho comunicato a te ma non mi ha mai risposto. 

-Strano. Potrei provare a chiamarlo io. Fra un po' ci risentiamo.

Danielle chiuse la chiamata e un brivido le percorse la schiena: che fosse scomparso pure lui? No, non poteva, non doveva; la mancanza di chi coordinava le indagini sarebbe stato un grosso problema, oltre che un peso a livello emotivo troppo pesante da gestire. Danielle iniziò a tremare con ancora il telefono in mano: mai nella vita aveva avuto tanta ansia. Aveva paura di sapere, Danielle, ma d'altro canto doveva farlo, quindi non perse mai di vista il telefono. Qualche istante e il cellulare suonò. La poliziotta rispose subito:

-Allora?

-Niente, non risponde nessuno.

Danielle sospirò, ma subito mantenne la conversazione perché aveva bisogno di parlare con il suo vecchio amico Robert: 

-E se fosse scomparso anche lui? 

-No Danielle, no. 

-Ho paura Rob. Mi sento come una nave alla deriva. 

-Lo immagino, ma è troppo presto per trarre ogni conclusione. Questa sera riprovo. 

-Speriamo che si faccia vivo. 

-Lo spero anche io. 

-Qualora così non fosse, che succederà con le indagini?

-Continueranno, ma con una scomparsa in più. 

-Lo so, ma chi prenderà il suo posto?

-Dovremmo parlare con il Commissario Capo, credo che sarà lui a condurle. 

-Fu avvisato di Mark?

-Penso di si. 

-Perché non si è mai fatto sentire o vedere?

-Sai che non può seguire ogni singolo caso.

-Certo, ma Mark era pur sempre un agente di polizia. 

-Sono d'accordo, ma così è stato. Ora comunque mi faccio risentire stasera e domani ci metteremo in contatto con il commissario capo. 

-Domani tornerò. 

-Devi stare per 2 giorni minimo a casa. 

-Non è un obbligo. Se sto bene tornerò. Ora devo andare che sono tornati i miei. A stasera. 

-Ciao. 

Danielle era molto preoccupata e i suoi genitori se ne accorsero subito. Il padre, infatti, domandò: 

-Che succede?

-Ho parlato con Robert. Mi ha dato brutte notizie.

-Di che si tratta?

-Non riusciamo a contattare Smith. 

-Avrà avuto un problema. Quell'uomo avrà anche una vita privata credo.

-Si, ma noi temiamo che anche lui possa essere scomparso. 

-C'è tempo per le brutte conclusioni Danielle. Fino a che non c'è certezza non dovete pensare che sia scomparso. 

Danielle guardò suo padre stupita: non l'aveva sgridata per aver parlato del suo lavoro, cosa che faceva sempre anche se non stava a casa a causa di un incidente. Comunque lei replicò:

-L'ha detto anche Robert e anche io sono d'accordo, ma non sono tranquilla lo stesso. Comunque mi ha detto che stasera prova a richiamarlo e poi mi fa sapere. 

-Perfetto. Ora però è ora di pranzo, quindi abbandona le preoccupazioni. 

-Certo. 

Danielle si alzò dal divano e aiutò la madre ad apparecchiare la tavola e cucinare, nonostante lei non volesse. La poliziotta fece finta di non sentire e proseguì, era comunque un modo per non pensare. Il problema era trovarne un altro che le permettesse di arrivare al momento della chiamata. 

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