Parte 2

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La mattina dopo i raggi del Sole, che stava sorgendo, illuminarono il viso di Danielle, che si svegliò immediatamente, anche se la piccola sveglia sul suo comodino segnava le 06:30. Avrebbe potuto ritornare a letto poiché doveva arrivare alle 08:30 e il commissariato della città dove viveva, York, era a 30 minuti di macchina da casa sua, ma decise comunque di rifare la stanza e scendere per fare una buona colazione in tranquillità. Una volta arrivata in cucina si prese il solito cappuccino, di cui era sempre andata matta, e 3 fette biscottate con la marmellata di albicocche; mentre mangiava, con calma per gustarsi al meglio il cibo, pensava al commissariato e ai suoi colleghi e a come l'avrebbero accolta. Sapeva che sarebbe stato difficile rientrare dopo il fattaccio, ma non se la sentiva di recriminare nulla a nessuno: aveva fatto fare una brutta figura al luogo dove lavorava, dove non c'era mai stato uno scandalo. Fino a che lei non decise di arrestare l'autore del delitto, un omicidio, da sola senza alcuna autorizzazione, nella sua abitazione, dove ovviamente sarebbe potuta entrare con un mandato che però non aveva. Tutto frutto di indagini personali, nonostante il commissario avesse detto agli agenti di smettere di investigare e di dichiarare chiuso il caso. Quell'uomo era colpevole, ma la stampa e i cittadini preferirono concentrarsi su di lei piuttosto che su ciò che era riuscita a risolvere. Una volta finito di mangiare pulì il tavolo guardò l'orologio, che segnava le 07.30. Era ora di tornare in camera a prepararsi. Fu una grande emozione aprire l'armadio e riprendere la divisa. Alle 8 in punto partì da casa e 30 minuti dopo era davanti al commissariato. Scese dall'auto e attraversò la porta dell'edificio. Fortunatamente, la prima persona che incontrò fu Robert, concentrato davanti alle macchinette. Era esattamente come lo ricordava: serioso e professionale, ma allo stesso tempo amabile. Con un filo di voce lo salutò. 

-Ciao Robert. Come stai?

Lui si girò e le rispose, ma in maniera triste.

-Buongiorno Danielle. Sto bene, tu?

-Sto bene anche io, ora che sono tornata. Scusami se te lo dico, ma hai un'aria strana. 

-No non scusarti, è la verità. 

-Cosa è successo Robert? 

-Mark è scomparso. Abbiamo aperto un'indagine per capire cosa è accaduto. Tutti, compreso Smith, ce la stiamo mettendo tutta.

Danielle rimase male da quella notizia; non che l'avesse mai stimato più di tanto né come persona né come collega di lavoro, ma di certo non gli augurava il male. 

-Vorrei partecipare anche io alle indagini. Mi puoi spiegare tutto per bene? 

-Non si è presentato a lavoro per 2 settimane, e questo ci è subito sembrato strano poiché nel suo lavoro ci metteva l'anima e mai avrebbe abbandonato il suo dovere così all'improvviso. Poi è venuta qui sua moglie Rose e ci ha detto che era da 15 giorni che non tornava a casa. Lì abbiamo avuto la conferma che era successo qualcosa. 

"Povera donna", pensò Danielle. Da poco le erano morti i genitori in un tragico incidente stradale e un'altra perdita sarebbe stato davvero troppo da sopportare. 

-Vi ha dato dei dettagli utili che possano fungere da piste da seguire?

-Ha detto solo che l'ultima volta che l'aveva sentito era per via telefonica e che ad un certo punto sentì dei rumori forti, ma non fece in tempo a chiedere spiegazioni perché la linea cadde. 

-Che tipo di rumori?

-Non l'ha detto e non glielo abbiamo chiesto. Era troppo sconvolta e non era il momento di fare tante domande. 

Danielle stava per rispondere, ma venne interrotta da Smith e dagli altri poliziotti. Loro, come Robert, erano molto preoccupati, e a lei non avevano dato un singolo sguardo. La priorità ora era ritrovare Mark, possibilmente vivo. Smith disse, con tono severo: 

-Robert, Danielle, venite nel mio ufficio. Dobbiamo parlare. 

Robert buttò nel cestino il bicchierino del caffè e andò dietro a Smith e agli altri. Lo stesso fece Danielle. Una volta entrati in ufficio, il commissario, senza dire una parola, le restituì pistola e distintivo e inizio a spiegare. 

-Vi ho voluti qui tutti perché ho delle novità su Mark.

William, il più giovane fra gli agenti ,entrato da poco in polizia ma già molto attivo, chiese: 

-Buone o brutte, signor commissario?

-Non saprei cosa rispondere in realtà. Abbiamo una pista, ma ho un cattivo presagio. 

-In che senso?- chiese Robert. 

-Il signor Daniel Louison, che conosco personalmente, mi ha detto che mentre faceva una passeggiata in campagna vicino a quel boschetto al di fuori della città ha notato una divisa della polizia. Gli ho chiesto di vederla ed era quella di Mark. " 

"Che ci faceva Mark in quel posto?" pensò Danielle. Lui non era amante della campagna, soprattutto di quel posto. Era pericoloso per via della vegetazione folta e di un fiume molto profondo, il Devil's River, le cui acque, in quel tratto, scorrevano sempre molto velocemente. Non c'era modo di salvarsi dopo esserci caduti dentro. 

-Strano, Mark non andava mai in campagna.- rispose Robert. 

Smith a quel punto vuotò il sacco completamente. 

-Quel bosco è un posto molto pericoloso, e non solo per la vegetazione e il Devil's River. Non so se lo sapete, ma si vocifera che il fiume sfoci in una grotta tutta disegnata con graffiti piuttosto inquietanti, una grotta che se percorsa,  porterebbe, secondo la leggenda,  ad un castello abbandonato. Questi graffiti sembrerebbero rappresentare una sorta di processione, ma non ho mai approfondito.

Danielle e gli altri rimasero tutti sconcertati. Nessuno aveva detto una parola, nessuno aveva avuto il coraggio di chiedere ulteriori spiegazioni. 

-Per ora può bastare. Prendetevi tutti una pausa, ci rivediamo domani per riordinare le idee. 

Gli agenti, dopo aver salutato il commissario, se ne andarono. Danielle però venne bloccata da Smith. 

-Danielle. 

-Mi dica.

-Ti voglio dire solo di non fare altri scherzi. Puoi andare. 

-Certo. Buona giornata. 

Danielle, mentre usciva dall'ufficio, disse tra sé e sé che non le era andata troppo male, conoscendo il tipo si aspettava una bella ramanzina. Una volta raggiunto l'ingresso, salutò gli altri e si avviò verso casa. Aveva bisogno di metabolizzare quanto sentito e magari di fare qualche ricerca.





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