Parte 13

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Danielle dormiva ancora profondamente quando una voce che la stava chiamando la svegliò: era il dottor Bell. 

-Danielle, buongiorno. Come si sente oggi?

Danielle rispose:

-Buongiorno a lei, bene grazie. 

-L'abbiamo tenuta sotto osservazione per una notte e non è successo nulla, quindi le vado a scritturare il foglio di dimissioni. Sarò di ritorno fra 20 minuti circa.

Danielle era contenta, non vedeva l'ora di andarsene da quella stanza e tornare a vivere e, soprattutto, a mangiare in maniera decente; a proposito di cibo, entrò l'infermiera con la colazione, composta da biscottini o in alternativa fette biscottate su cui spalmare marmellata di albicocche o crema di nocciole e da thè ed acqua. Danielle salutò, ringraziò e iniziò a mangiare le fette biscottate con la crema, dal momento in cui i biscotti non li voleva e alla marmellata era ormai abituata visto che la utilizzava sempre per fare colazione. Finito il pasto, si alzò e si mise i vestiti con cui era arrivata, pronta per uscire, e prese in mano il cellulare per chiamare la madre, che le rispose dopo il primo squillo. 

-Ciao tesoro, come stai?

-Bene mamma, ha detto il dottore che mi sta firmando il foglio per le dimissioni, quindi entro oggi sarò a casa, però non avendo la macchina mi serve che tu o papà mi veniate a prendere. 

-Certamente, verrò io. A che ora parto da casa?

-Puoi partire anche subito, tanto sono già pronta e a breve dovrebbe ritornare in stanza il dottor Bell con le dimissioni firmate. 

-Arrivo. 

Il dottore entrò qualche minuto dopo la telefonata con il foglio in mano. 

-Ecco signorina, le sue dimissioni.

-Grazie dottore. 

-Di nulla. Mi raccomando, stia a riposo a casa. Se le serve qualcosa non esiti a chiedere un appuntamento con me. 

-Mi riposerò sicuramente. 

-Perfetto. Arrivederci. 

-A lei. 

Il medico uscì dalla stanza, ma lei non lo seguì subito, dal momento in cui la madre un po' di tempo lo avrebbe impiegato per venire; nell'attesa, riprese il cellulare e chiamò Robert. 

-Ciao Danielle, che piacere sentirti, come stai?

-Tutto bene, oggi torno a casa, mia madre mi sta venendo a prendere. Sono felice di uscire. 

-Lo sono anche io. Ricordati però che ti dovresti riposare e non pensare tutto il tempo al lavoro, prima viene la tua salute. 

-Lo farò, non preoccuparti, ma a proposito di questo, come stanno proseguendo le indagini?

-Ti ricordi che Smith aveva assegnato delle ricerche da fare mentre lui indagava con te?

-Si, mi ricordo. Cosa avete fatto? 

-Praticamente Smith ci aveva ordinato di frugare negli archivi del comune per capire se potevamo ottenere qualche informazione in più, ma nulla, così, di nostra spontanea volontà, siamo andati dai nonni di William, su proposta sua. 

-E loro che vi hanno detto? 

-Qui viene il bello. Ci hanno indicato il nome di un loro amico, un anziano speleologo da cui poi siamo andati per raccontargli tutto. 

-Perché qui viene il bello? Che vi ha detto?

-Ha fatto tutta una lezione di speleologia di cui non ho capito molto in realtà, ma in poche parole, lui grotte della tipologia di quella di cui si parla nella leggenda non ne ha mai viste né mai ne ha sentito parlare da parte dei più grandi speleologi a livello mondiale, quindi presumo sia  impossibile che una grotta abbia solo 2 sentieri e tutti rami dopo, al di là che porti ad un castello oppure no; ha anche però stabilito che una effettivamente sembra esserci, ma lui non ci è mai andato. 

Danielle si sentiva un po' confusa.

-La leggenda ha esasperato le cose, ma un fondo di verità a questo punto c'è. Quell'uomo ti detto che struttura potrebbe avere?

-Ha detto che ci sono molte strutture in realtà, che vanno percorse in modi diversi. Sarebbe necessario andarci direttamente. 

-Ma lui come può dire se c'è se non ci è mai andato?

-Glielo abbiamo chiesto anche noi e ci ha detto che ne ha sentito parlare. 

-Strano. 

-Già.

-Ne dovremmo parlare con Smith. 

-Lo farò. Ora ti devo lasciare, a presto. 

-Ciao. 

Danielle riattaccò, dubbiosa. Comunque, le squillò il telefono: era sua madre. 

-Danielle sono alla porta dell'ospedale. 

-Arrivo. 

Riattaccò e si diresse subito verso l'uscita, dove la madre la stava aspettando. Appena Danielle varcò la porta la signora corse ad abbracciarla e le disse, dolcemente:

-Finalmente. Dai, raggiungiamo la macchina e andiamo a casa. 

-Certo. 

Danielle durante il suo tragitto verso l'auto non fece altro che pensare alla telefonata di prima; il fatto di non avere ancora nulla di concreto in mano la faceva star male, si sentiva come se lei e i suoi colleghi stessero andando in un vicolo cieco; forse non avrebbero mai scoperto la verità. Cosa successe davvero a Mark quel giorno?

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