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<<Non ci vedo niente di male nel essere pieni di se. Almeno si ha la consapevolezza di valere qualcosa. Perché sai che in questi tempi le persone non hanno autostima, e le odio per questo.>>
Il suo sorriso illuminava il terribile buio che spegneva ogni cosa.
<<Sei unico nel tuo genere, penso che tu sia... fantastico!>>

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Guardai fuori dalla finestra, con la testa appoggiata sul banco. Sono annoiato, molto di più di quanto lo ero già. E appena la lezione finì mi precipitai fuori con Suguru al mio fianco, mentre Shoko era rimasta indietro.

<<Che noia che è stata questa lezione, non credi?>> Gli chiedo entrando dentro il campo di basket.

Lui si tolse l'uniforme rimanendo in camicia.

<<È importante ascoltare il professore, com'è importante prendere appunti. Satoru, dovresti essere più attento alle parole del prof Yaga.>>

Io sbadigliai prendendo una palla da basket, e gliela passai sorridendo.

<<Certo, perché tutto quello che dice non è una noia.>> Dissi, sbadigliando.

Suguru cominciò a paleggiare ripetutamente facendo un canestro perfetto.

<<Ha detto cose molto fondamentali.>> Continuò il discorso, mentre io aferravo la palla.

<<Cioè?>>

<<Cioè che tra poco arriverà una quarta persona per aiutarci per delle missioni.>>

Ridacchiai. <<Davvero? Non bastiamo noi tre? Adesso si deve riunire anche un'altra persona?>>

Suguru era visibilmente irritato dal mio commento, e decisi di non preferire parola solo per sentire come avrebbe voluto continuare.

<<Da quello che ha detto è una ragazza senza energia malefica, ma assai dotata nel combattimento corpo a corpo.>>

Mi fermai a riflettere attentamente spettando che finisse di dirmi chi era.
<<E come si chiama?>> Chiedo.

Shoko mi comparve da dietro con in bocca un lecca lecca.

<<Non si sa. A quanto pare è una sorpresa.>> Disse prendendomi gli occhiali indossandoli poco dopo.

<<Shoko ti conviene ridarmeli.>> Dissi. Shoko se li tolse passandomeli ridacchiando.

<<Ma dai, tanto tu vedi anche senza quelli.>>
Sospirai paleggiando con la palla.

<<Facciamo una parti...>> Non riuscì finire la frase che il professore Yaga mi interruppe spalancando la porta.

<<Vi conviene andarvene e tornate a casa, non vi voglio qui.>> Urlò richiedendo la porta.

Sospirai andando verso l'uscita con Suguru intento a rivestirsi.
Uscimmo fuori camminando tranquilli per l'istituto, preceduti poi dai primini;

Nanami e Haibara. Facemmo una bella passeggiata insieme fino alla stazione.
Ero felice, davvero felice. Ogni volta che uscivo con i miei amici, mi sentivo leggero e spensierato come non mai. Le risate riempivano l'aria, e le preoccupazioni quotidiane sembravano svanire nel nulla. Camminavamo per le strade della città senza una meta precisa, improvvisando ogni momento e godendoci la compagnia reciproca.
Appena arrivato a casa salutai mia madre e, dopo, mi stesi tranquillamente sul mio letto.

Ogni sera, quando ci salutavamo, sentivo un senso di pienezza e gratitudine. Erano momenti semplici, ma preziosi, che mi facevano sentire vivo. Con loro, il tempo sembrava fermarsi, e ogni istante era un piccolo tesoro da custodire. Non importava quanto dura fosse stata la giornata o quante preoccupazioni avessi, con i miei amici tutto sembrava più facile e il mondo più luminoso.

Chiusi per un attimo gli occhi, riposando le mio povere pupille.

La giornata era stata lunga, piena di imprevisti e sfide che sembravano non finire mai, cioè la stanchezza. Il sole era ormai calato e ogni muscolo del mio corpo protestava, facendomi sentire come se fossi fatto di piombo. Ogni pensiero nella mia mente era confuso e frammentato, e desideravo solo chiudere gli occhi e lasciarmi andare al sonno.

Avevo passato ore a cercare di non addormentarmi in classe. Co problemi che sembravano insormontabili, e il peso delle responsabilità mi schiacciava le spalle. Sentivo il bisogno urgente di staccare, di lasciarmi andare al sonno rigeneratore.

Ma proprio mentre il sonno stava per sopraffarmi, un'idea mi colpì con la forza di un fulmine. Mi resi conto di aver dimenticato qualcosa di fondamentale. Mi tirai su di scatto, il cuore che batteva all'impazzata e l'adrenalina che prese il posto della stanchezza. Non c'era tempo per riposare. Dovevo agire subito.

Stalker X Stalker ♤{Satoru Gojo X Reader} ♤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora