XVI. TRE ROSE BIANCHE

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Crowley osservava la maniglia dorata cercando il coraggio di afferrarla ed entrare ad affrontare Azraphel.

Il cartellino con la scritta:

"Spiacenti,siamo veramente veramente chiusi",richiamò la sua attenzione e lo fece sorridere,come al solito,suo malgrado.

Se da una parte il desiderio frenetico di riabbracciare il suo Angelo lo spingeva ad entrare,dall'altra l'idea della conversazione che lo aspettava lo rendeva irrequieto e pieno di ansia.

Aveva promesso ad Azraphel di portare il loro rapporto alla fase successiva,ma gli eventi erano precipitati come un domino con la comparsa di Belial, e non si sentiva più così sicuro che fosse una buona idea legare a se l'Angelo.

A frenarlo c'era anche quella cosa che gli umani chiamano,ansia da prestazione.Forse.

E non era quello l'unico incontro ad aver fatto rovinare gli eventi in maniera così catastrofica.Aver parlato con Samael non aveva neanche lontanamente rincuorato.

Anzi.

Sapere che il il Consiglio Infernale e quello Celeste erano più che intenzionati a chiamarlo in giudizio,non era proprio la migliore tra le aspettative..Inoltre sapeva benissimo di non poter contare su molti,alleati.

Ok,aveva Samael dalla sua,forse Shax.Ma i demoni disposti a rischiare di comparire davanti al Consiglio per lui,erano in realtà troppo pochi.

Ed in ogni caso nessuno di loro,giustamente,si sarebbe mai opposto a Belial.

Inoltre era ancor più consapevole di aver messo in moto un meccanismo di autodistruzione senza aver pensato ad un piano B.

Belial esigeva di riscuotere,nonostante questo lui era più che mai deciso a non portare a compimento il patto.Sapeva però di aver ancora un asso nella manica,da dover giocare al momento giusto.Forse poteva ancora farcela,forse non era tutto davvero perduto.

Ricordare lo aveva aiutato a trovare una strategia di difesa.

Belial era furbo,questo era innegabile,ma aveva mostrato un solo e unico punto debole sul quale Crowley aveva ancora un certo margine di manovra.

Non poteva rompere il patto ma poteva comunque provare a rinegoziarlo.

Doveva dire tutto ad Azraphel,perchè lui meritava la verità,anche se significava perderlo irrimediabilmente.Ma doveva crearsi un vantaggio su Belial,metterlo in condizione di minoranza per poter avere una chance di riuscita

Inspirò profondamente e allungò la mano verso l'entrata.

Aveva parcheggiato la Bentley lontano,solo per il gusto di percorrere a piedi l'ultimo tratto di strada,con le mani in tasca e fischiettando nervosamente.Si era ripetuto in testa mille volte il discorso da fare ad Azraphel,senza riuscire a trovare un modo per farlo suonare meno patetico.

L'Angelo era buono sì,ma non così buono da riuscire a perdonarlo.

Era tutto così semplice prima,quando lui era solamente un serpente che strisciava intorno ad un vecchio albero di mele.

Giunto in prossimità della libreria aveva d'un tratto alzato gli occhi e la sua attenzione era stata catturata da un piccolo e delizioso carretto colorato sotto un lampione.Una di quelle cose appartenenti ad un altro secolo,talmente rare da vedere che dovette sbattere le palpebre un paio di volte per essere certo di non averlo solo immaginato.

Una cosa decisamente insolita vista l'ora.

Gli tornò in mente la Londra dei tempi bui,quella in cui gli esseri umani morivano di fame e malattia per le strade sudice e piene di ratti.L'aveva sempre trovato stranamente poetico.Le carrozze pompose con grossi cavalli neri solcavano le strade bagnate e sporche con la stessa brama della sua splendida Bentley,ma non con la stessa grazia.

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