XXV. MIO IMMORTALE

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Vagarono.

Muovendosi fuori dal tempo e dallo spazio.

Satana Belial,luogotenente di Lucifero, reggente dell'Inferno e il Demone Crowley,suo prigioniero e condannato a morte.

Quando la nebbia demoniaca che li aveva avvolti e protetti durante il viaggio iniziò a diradarsi,si ritrovarono al buio,con solo la luce della luna a richiamare quella calda e afosa nottata estiva.

Erano Sulla Terra,di questo Crowley era più che sicuro.

Ne riconosceva i profumi,tiepidi e colmi di invitanti promesse,l'odore dolce della pioggia appena passata e quello acre dell'asfalto bagnato sotto la cappa di smog e umidità.

Avrebbe voluto solamente poter piangere,poter lavare via insieme alla pioggia,anche il ricordo delle mani dell'Angelo su di sé,del suo sorriso cordiale,delle sue labbra piene e invitanti.

Cancellare dalla sua mente spezzata seimila anni di passione e afflizione,tenerezza e frustrazione.

Nonostante fosse stato quell'amore a condannarlo non riusciva proprio a non pensare ad Azraphel a pochi istanti dalla fine.L'idea di scomparire per sempre pensando a lui quasi lo fece rabbrividire.

Non riusciva ad odiarlo,neppure per quello,neppure per un solo attimo.

Forse perché alla fine della giostra,sapeva che aveva ragione,che erano state le sue continue attenzioni,le sue intenzioni per niente velate,a farlo capitolare tra le sue braccia.

Lo aveva torturato per secoli con quella sua aria da ingenuo seduttore incurante del proprio potere,lo aveva tenuto sulle spine,senza concedergli mai spazio,se non in qualche rara occasione.

Era stato lui,Crowley a crearsi delle aspettative.

Era stato lui a fargli credere che quel desiderio fosse giusto.

Proteggere,curare,assecondare,aiutare.

L'Angelo non aveva mai chiesto queste attenzioni,era stato il Demone a elemosinare le sue.

In un modo,forse tutto sbagliato,scambiando il suo affetto con la brama che aveva di quell'essere con cui aveva visto l'inizio di tutto.

Ma stava scrivendo la parola fine,era arrivato al capolinea di quella esistenza,tradito umiliato,neppure l'ombra di quello che era stato.

Lo confortava,anche se non del tutto a dire il vero,solamente che Azraphel avrebbe avuto l'intera eternità per ricordarlo,aveva davanti almeno altri seimila anni di dolore,solo,esiliato sulla Terra,insieme alle creature che avevano protetto e curato insieme.

<<Quindi ci siamo>>.Disse Belial,posizionandosi accanto a lui a scrutare nel buio.Non sorrideva più.<<Siamo al capolinea Crowley.>>.

<<Già.>>Rispose il Demone turbato.<<Non credevo sarebbe andata così>>.

<<e come altro pensavi sarebbe andata?>>.

Non rispose,si limitò a scrollare le spalle.

Una leggera brezza si alzò,un vento benedetto e piacevole,che gli scompigliò i capelli,solamente allora si accorse che non indossava più il saio sdrucito e logoro,ma il suo solito abbigliamento.Come se Belial avesse voluto fargli un regalo,un piccolo dono in tutto quel dolore.Come se poi servisse a qualcosa.

<<Potevi evitarlo.Non è mai un piacere distruggere uno dei miei>>.

<<Oh permettimi di essere scettico sull'argomento.>>

<<Posso darti ancora una scelta.>>

<<Non stringerò un altro patto con te>>.Tagliò corto Crowley.Socchiuse gli occhi e respirò forte l'aria della notte.Conosceva quel posto,c'era già stato.

My Immortal - Good Omens Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora