XXIII. IL CASTELLO DI CARTE

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<<Innocente?>>.

Ripeté Metatron incredulo,sgranando gli occhi.Non era risposta che certamente si aspettava di sentire.

<<Innocente>>.Ribadì Crowley senza battere ciglio.I lineamenti affilati del viso si stagliavano contro il pulpito di legno e i capelli rossi, scomposti e arruffati,rilucevano come sangue appena versato nel bianco.

Fiero,Deciso e sicuro di sé,come forse non lo era mai stato.

Metatron sembrò perplesso.

<<Quindi neghi di aver approfittato di una creatura angelica e corrotto un emissario del Paradiso?Dovresti invece prendertene in merito,davanti alla tua gente.>>.

<<Nego di averlo fatto,assolutamente.Non sarebbe vanto per nessuno aver abusato di un altra creatura.Fosse anche un angelo>>.Rispose Crowley incrociando le braccia al petto e fissando Metatron con aria di sfida.<<Inoltre ritengo che non ci siano prove a supporto della vostra ridicola e infamante accusa.>>.

Cercò gli occhi di Azraphel tra la folla,gli unici in grado di dargli un minimo di conforto,di farlo sentire che era nel giusto,quegli occhi in grado di dissipare qualunque dubbio,mentre lo teneva stretto tra le braccia e lo accompagnava a toccare con la schiena nuda il tavolo.

Li trovò.

Era peggio che preoccupato.Era smarrito.Non sapeva più cosa fare o pensare,si tormentava le mani girandosi i palmi l'uno nell'altra.

Quella visione così colpevole fece scaturire nel Demone un senso di colpa enorme.

E se davvero l'avesse in qualche modo costretto a fare qualcosa che non voleva?

Se lo aveva assecondato solo perché non in grado di respingerlo ancora?

Avrebbe dato tutto per conoscere i pensieri dell'Angelo in quell'istante.

Ma i pensieri di Azraphel erano tutt'altro che colpevoli

Anche così,coperto solamente da una tunica sgualcita e sfilacciata,Crowley riusciva comunque ad apparire come una visione sensuale per lui.

Desiderava sentire ancora le sue mani addosso,desiderava essere sottomesso al desiderio del Demone ancora e ancora,un una notte senza fine,dove nessuno alba sarebbe arrivata a dividerli.

In qualunque altro momento l'Angelo si sarebbe vergognato di un pensiero così impuro,ma non lì.

E poi niente aveva più davvero un senso per loro.

Avevano smesso di essere quello che altri gli avevano imposto già da un pò di tempo.

Mentre Crowley sembrava più a suo agio nell'idea di questa nuova concezione di sé.Azraphel sentiva ancora qualche remora,ancora legato a crismi del Paradiso.

Per quanto volesse,non riusciva davvero del tutto a non sentirsi più un angelo,e l'idea di smettere di esserlo gli provocava comunque una fitta allo stomaco.

Non era stato niente altro che quello dopotutto.

Dovere e Piacere.

Il dilemma etico più antico e imperfetto dell'umanità.

Cercò di mascherare il sorrisetto compiaciuto che era affiorato sulle sue labbra,nel sentire il Demone prendersi gioco dell'autorità del Paradiso.Dimenticò per qualche istante persino che anche la sua esistenza era ormai in gioco,e che quella assurda storia poteva finire solamente in due modi: l'annientamento totale di Crowley.o l'annientamento totale di entrambi.O un miracolo.Ma uno vero e bello grosso.

<<Questo non è detto,Mastro Crowley.Potremmo avere più che delle prove>>.

Disse Metatron spazientito,forse all'idea che quella buffonata durasse più del previsto.

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