XXI.POCO PRIMA DELLA FINE

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<<Hai mai pensato a come deve essere per loro morire?Intendo il pensiero della morte,dell'inesorabile.Sapere che tutta la tua esistenza,tutto quello che ha fatto parte di te,prima o poi finirà>>.Disse Azraphel distrattamente.

Il prato su cui era seduto sembrava estendersi a perdita d'occhio fino all orizzonte.Calmo,placido,solo leggermente increspato dal vento tiepido del sud.

<<In verità mi sono sempre chiesto come deve essere per loro nascere>>.Rispose Crowley aprendo gli occhi.

Si era quasi dimenticato della presenza dell'Angelo,così,in totale quiete,tra l'erba alta ancora bagnata di rugiada.

L'odore del caprifoglio tagliava il limpido mattino ,operosi insetti planavano e atterravano indaffarati tra i fiori di campo,le calendule e le piccole delicate margherite,le stesse che Azraphel stava intrecciando in una ghirlanda svogliatamente.

Crowley sorrise e si perse nella visione dell'Angelo tanto impegnato,con la fronte corrucciata e lo sguardo perso chissà dove.

Doveva essersi addormentato per qualche secondo,la dolce melodia del mondo tutto intorno,il soffice letto di erba fresca,il canticchiare a bassa voce Azraphel,dovevano aver in qualche modo conciliato il sonno che solitamente non aveva.

Sopra di loro un cielo da manuale,sereno e senza nubi come nel più alto dei cieli,il caldo era piacevole e faceva rimpiangere l'estate appena trascorsa.

Sembrava di essere tornati nel giardino dell'Eden.O meglio ancora,di non averlo mai davvero lasciato.

Aveva imparato ad amare quella parte del mondo,anche se all'inizio aveva solamente ceduto alle richieste di Azraphel di cambiare aria.

Aveva lasciato che fosse l'Angelo a scegliere il luogo,pronto comunque a lamentarsi della sua scelta.

Ma al contrario aveva finito per trovare piacevole quella gita e quella che doveva essere una semplice incursione in qualcosa di nuovo,si era trasformata in breve tempo in una vera e propria fuga.

I giorni erano trascorsi,le settimane si erano avvicendate,e ormai era poco più di un mese che vivevano in quello stato di grazia,lontani da Londra e da tutto ciò che li separava. solitamente.

Una capanna di sterpi,un piccolo laghetto e un prato verde e rigoglioso,era tutto quello di cui avevamo scoperto aver bisogno.

Si,quello era il loro nuovo e personale Eden,che non rispondeva a leggi superiori,ma solamente alle loro.Così semplice da essere perfetto,così naturale da non poter temere il fallimento.

E soprattutto nessuno sarebbe mai arrivato a cacciarli.

<<Ad esempio in un luogo come questo,Io potrei scegliere di morire>>.Sussurrò l'Angelo,quasi colto di sorpresa dalle sue stesse parole.

<<Angelo,tu ed Io non moriremo.Ti poni questo problema solo perché sai di non aver bisogno di una soluzione>>.

Azraphel alzò le spalle.

<<Forse>>.Rispose con finta indifferenza tornando ad occuparsi dei suoi fiori.

Crowley chiuse di nuovo gli occhi,assaporando quella pace.

Una pace che da qualche tempo si era resa conto essergli amica solo quando l'Angelo era al suo fianco.

Ma non era qualcosa legato alla natura celeste di Azraphel,era piuttosto un amare la sua compagnia,i loro lunghi sproloqui infiniti e senza alcuna possibilità di soluzione.

Il vino in questo aveva aiutato.

C'era voluto un pò per convincere l'Angelo,lui era più attratto dal cibo,ma pian piano aveva imparato a non disdegnare qualche coppa,e ne aveva apprezzato i benefici,soprattutto quelli legati allo sciogliersi della lingua e rilassare i muscoli.

My Immortal - Good Omens Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora