Come ser Tristano giunse con la moglie nel Galles, e comevi incontrò ser LamorakSer Lamorak il Gallese, dopo aver inviato a re Marco il cornodi Morgana la Fata per nuocere a Tristano, si era messo in290mare. Accadde però che la nave urtasse uno scoglio e chetutti perissero, tranne lo stesso Lamorak e un suo scudiero,che tuttavia annegò poco dopo. Ser Lamorak, invece, nuotòcon gran foga, finché fu tirato a riva dai pescatori dell‟Isoladella Schiavitù, che poi penarono alquanto a salvargli lavita nonostante le cure che gli riserbarono.Signore dell‟isola era un gigante grande e possente chiamatoNabon il Nero, che odiava tutti i cavalieri di re Artù,sì che non li avrebbe favoriti in alcun modo. I pescatoririferirono pertanto a ser Lamorak quali erano i malvagicostumi di ser Nabon, e come egli mettesse a morte ognicavaliere di Artù che giungesse nelle sue terre. Nell‟ultimabattaglia, per spregio al sovrano, aveva vinto e perfinosmembrato ser Nanowne il Piccolo.« Ne sono addolorato perché quel cavaliere era miocugino! » esclamò ser Lamorak. « Se mi sentissi in forze comeprima, vendicherei la sua morte! »« State in pace e non fatene parola » replicarono i pescatori.« Prima che ve ne andiate ser Nabon dovrà essere informatodella vostra presenza, altrimenti noi dovremmo morireper causa vostra. »« Purché guarisca del malanno che mi sono preso in mare,riferitegli pure che sono un cavaliere di re Artù » disse perLamorak. « Non mi sono mai curato di rinnegare il miosignore! »Intanto anche ser Tristano aveva preso il mare su unapiccola imbarcazione insieme alla moglie Isotta dalle BiancheMani e al fratello di lei Caerdin, con l‟intento di spingersiper diporto lungo le coste di Bretagna. Ma appena furonoal largo, il vento li spinse verso il Galles, fino all‟Isola dellaSchiavitù, dove l‟imbarcazione si spezzò e dama Isotta rimaseferita. Come poterono, si inoltrarono poi nella forestae, giunti a una fonte, scorsero ser Segwaride insieme a unadamigella. Dopo essersi scambiati il saluto, il cavaliere sirivolse a Tristano dicendogli:« Signore, vi riconosco come colui che avrei più ragione didetestare al mondo, perché distruggeste l‟amore che v‟eratra me e la mia sposa. Tuttavia, non odierò mai un nobilecavaliere a causa di una donna leggera; vi prego perciò diessermi amico come io lo sarò di voi per quanto è in miopotere. Sappiate infatti che in questi luoghi vi trovate a mal291partito, e avremo abbastanza da fare per soccorrerci a vicenda.»Ser Segwaride accompagnò poi ser Tristano da una dama,nativa della Cornovaglia, che abitava lì vicino, ed ella gliraccontò tutti i pericoli dell‟isola e come non vi giungessecavaliere che non fosse messo a morte o preso prigioniero.« Bella dama » le disse Tristano « voglio che sappiate cheuccisi ser Moroldo liberando la Cornovaglia dal tributo, esono anche colui che salvò il re d'Irlanda da ser Blamor diGanis e che vinse ser Palamede. Sono Tristano di Liones e,con la grazia di Dio, libererò quest‟infelice contrada. »Tristano fu ospitato con ogni agio, ma poi vennero a riferirgliche sull‟isola c‟era un cavaliere di re Artù che aveva fattonaufragio sugli scogli.« Come si chiama? » egli chiese.« Non lo sappiamo » risposero i pescatori « ma non nascondedi essere un cavaliere del re e non tiene in alcun conto ilpotente signore dell‟isola. »« Vi prego, conducetemelo qui perché possa vederlo » disseallora Tristano. « Se è uno dei cavalieri di re Artù, lo riconoscerò!»Anche la dama pregò i pescatori di portare il cavaliere allapropria dimora ed essi ve lo condussero all'indomani, vestitoda pescatore. Come Tristano lo vide, gli sorrise, perché loconosceva bene; tuttavia l‟altro non lo ravvisò.« Bel signore » disse Tristano « a giudicare dal vostro visodirei che siete stato malato di recente e mi sembra anche diavervi già incontrato. Ditemi dunque il vostro nome. »« A condizione che voi mi diciate se siete o no il signoredell‟isola » rispose ser Lamorak.« No, in verità, e neppure sono in alcun modo legato a lui »affermò Tristano. « Sono suo nemico come lo siete voi, e loproverò prima di lasciare l‟isola. »« Ebbene, poiché avete parlato con franchezza vi dirò chesono ser Lamorak il Gallese, figlio di re Pellinor. »« Vi credo » disse Tristano. « E se vi foste pronunciato diversamente,lo avrei saputo. »« Chi siete voi che mi conoscete? »« Ser Tristano di Liones. »« Ah, signore, ricordate la volta che mi avete abbattuto epoi vi siete rifiutato di combattere a piedi? »292« Non lo feci per timore di misurarmi con voi » ribattèTristano « ma per la vergogna di dover prolungare il nostrocombattimento, poiché mi sembrava che ne aveste avutoabbastanza. In cambio della mia cortesia voi esponeste albiasimo molte dame, inviando a re Marco il corno di Morganala Fata, per risentimento verso di me. »« Lo rifarei se fosse il caso » affermò ser Lamorak. « Preferivoche la disputa si svolgesse alla corte di re Marco piuttostoche a quella di re Artù, perché non sono di pari onore. »« Questo lo so, ma voi agiste solo per far dispetto a me »replicò Tristano. « Eppure, nonostante il vostro malanimo,ringrazio Dio che non avete fatto grande danno. Lasciatedunque ogni vostro rancore e io farò altrettanto: uniamoinvece le nostre forze e acquistiamoci merito uccidendo ilgigantesco signore dell‟isola, ser Nabon il Nero. »« Signore, ora comprendo la vostra cavalleria! » esclamòser Lamorak. « Non può essere menzognero ciò che tuttidicono di voi: per nobiltà, generosità e virtù non avete pari emi pento di avervi mostrato villania. »Come ser Tristano combattè con ser Nabon e lo vinse, ecome ser Segwaride fu fatto signore dell'isolaSer Nabon aveva intanto fatto bandire che tutti gli abitantidell'isola convenissero al suo castello di lì a cinque giorni,perché in quella stessa giornata suo figlio avrebbe ricevutol‟investitura. Si presentassero pertanto a giostrare tutti icavalieri della contrada e dei luoghi vicini e vi si trovasseroanche quelli del regno di Logris, per schierarsi contro ilpartito del Galles del Nord.In risposta al bando giunsero al castello cinquecento cavalieri,e quelli del paese, che non osavano agire altrimenti, vicondussero ser Lamorak, ser Tristano, ser Caerdin e ser Segwaride.Ser Lamorak ricevette da ser Nabon cavallo e armatura asua scelta e, sceso in lizza, compì grandi prodezze; infatti,come dice il libro francese, si scontrò con buona parte deicinquecento cavalieri, e non uno dei suoi avversari rimase insella.293Allora ser Nabon sfidò ser Lamorak a divertirsi con luiperché non aveva mai visto un cavaliere far tanto in unagiornata.« Giostrerò come potrò » fu la risposta di ser Lamorak« sebbene sia esausto e pesto. »Presero entrambi una lancia, ma ser Nabon, che non volevascontrarsi con l‟avversario, gli colpì il cavallo in mezzoalla fronte e lo uccise.Rimasto così appiedato, ser Lamorak portò lo scudo avantia sé, trasse la spada e ingaggiò una fiera battaglia; ma eracosì malconcio e ansante che, pur calando fendenti e assestandotraversoni, perdeva a mano a mano terreno.« Bel compagno, ferma il tuo braccio » gli disse allora serNabon. « Ho ammirato la tua nobiltà e la tua cavalleria, e timostrerò più cortesia di quanto abbia mai riservata a uncavaliere. Fatti dunque da parte e vedrò se qualcuno dei tuoicompagni vorrà battersi con me! »A tali parole, ser Tristano si fece avanti dicendo:« Nabon, prestami un cavallo e una buona armatura e mimisurerò io. »« Va‟ dunque a quel padiglione laggiù, e prendi le armimigliori che vi troverai » gli disse ser Nabon. « Voglio farecon te il più meraviglioso dei giochi. »« Badate a giocare bene » gli rispose Tristano « altrimentipuò accadere che vi insegni io un nuovo passatempo. »Appena si fu armato come meglio gli piacque, con buonoscudo e buona spada, mosse contro ser Nabon a piedi, bensapendo che quegli non rimaneva ad attendere i colpi dilancia e che preferiva uccidere le cavalcature degli avversari.Iniziò così una lunga battaglia: i contendenti si attaccaronofieramente di punta e di taglio, ora incalzando, ora parando,senza concedersi tregua, finché ser Tristano riuscì a uccidereser Nabon. Dopo di che si avventò contro suo figlio e glimozzò la testa. Allora tutta la gente dell‟isola dichiarò che sisarebbe sottomessa al vincitore.« No » replicò ser Tristano « v‟è qui un cavaliere onorato,ser Lamorak il Gallese, che ha compiuto grandi imprese eche secondo me deve essere il signore della contrada. »« Invero non lo sarò » ribattè ser Lamorak « non l‟ho meritatoquanto voi. Perciò date la signoria a chi preferite, perchéio non la voglio. »294« Dal momento che né io né voi desideriamo averla » disseallora ser Tristano « conferiamola a chi l‟ha meritata meno dinoi! »La signoria fu così concessa a ser Segwaride, che ne fu grato.Liberò tutti i prigionieri e instaurò un buon governo nell‟isola,quindi tornò in Cornovaglia e raccontò a re Marco e a Isotta laBella come ser Tristano lo avesse innalzato in onore donandoglil‟Isola della Schiavitù, e fece anche conoscere a tutto ilpaese le avventure del cavaliere di Liones e di ser Lamorak, sìche furono pubblicamente risapute. Ma la regina Isotta fumolto rattristata nell‟udire che ser Tristano era accompagnatoda Isotta dalle Bianche Mani.Come ser Lamorak si separò da Tristano, e come siincontrò con ser Frollo e poi con ser LancillottoTorniamo ora a ser Lamorak che, dopo essersi separato daTristano, si era messo in viaggio verso la corte di re Artù.(Isotta dalle Bianche Mani e Caerdin erano invece tornati inBretagna, accolti con gioia da re Howell che ascoltò ammiratoil racconto delle nobili gesta di Tristano.)Sbucato da una foresta, ser Lamorak giunse a un romitaggiodove passò la notte. Rimessosi in cammino la mattinaseguente, si imbattè in quattro cavalieri che stavano combattendocontro un unico avversario, il quale, pur difendendosibene, fu infine abbattuto. Subito ser Lamorak si interpose traloro e chiese per quale ragione volessero ucciderlo, affermandoche era disonorevole combattere in quattro contro unosolo.« È un traditore » dissero i quattro cavalieri.« È ciò che sostenete voi » replicò ser Lamorak. « Soloquando l‟avrò udito da lui, mi pronuncerò allo stesso modo.Cavaliere » disse poi rivolgendosi al vinto « non potete giustificarvidell‟accusa? »« Signore » egli rispose « posso farlo sia con le parole sia conil mio braccio, e lo proverò sul migliore tra loro in singoiartenzone. »« Non metteremo a repentaglio le nostre vite per te » sipronunciarono i quattro cavalieri di concerto. « Sappiate che,anche se fosse qui presente re Artù, non sarebbe il suo potere asalvarti. »295« Avete parlato fin troppo! » esclamò ser Lamorak. « Mamolti dicono dietro le spalle di un uomo quello che non glidirebbero mai in faccia. In quanto alla vostra affermazione,sappiate che io sono uno dei cavalieri più umili della corte dire Artù: per amore del mio signore fate dunque del vostromeglio perché intendo comunque salvare quest‟uomo. »Allora essi si slanciarono tutti insieme all‟attacco, ma condue colpi ser Lamorak ne uccise due e mise poi in fuga gli altri.Quindi si rivolse nuovamente al cavaliere caduto e gli chiesecome si chiamasse.« Ser Frollo delle Isole Esterne » rispose quello.Ripresero insieme il cammino finché videro avvicinarsi unbel cavaliere con cavallo e armi tutte bianche.« Ah, quel cavaliere laggiù ha recentemente giostrato conme, gettandomi di sella! » esclamò allora ser Frollo. « Vogliopertanto battermi con lui. »« Vi consiglio di non farlo » intervenne ser Lamorak.« Ditemi piuttosto della vostra contesa: giostraste su vostra osu sua richiesta? »« Fui io a sfidarlo » affermò Frollo.« Vi consiglio allora di non avere più a che fare con lui,perché dall'aspetto mi sembra un nobile cavaliere e non unmillantatore; credo infatti che sia della Tavola Rotonda! »« Non mi sottrarrò per questo » affermò ser Frollo, che presea gridare: « Signor cavaliere, preparatevi alla giostra! ».« Non ve n‟è bisogno, perché non ho alcuna voglia di misurarmicon te » rispose il Cavaliere Bianco.Tuttavia misero le lance in resta, e lo sconosciuto disarcionòser Frollo allontanandosi poi tranquillamente al passo. Ma serLamorak lo seguì e lo pregò di rivelargli il suo nome.« Ve lo dirò a condizione che non lo diciate ad altri e che miriveliate il vostro » rispose il Cavaliere Bianco.« Sono ser Lamorak il Gallese. »« Ed io ser Lancillotto del Lago. »Allora levarono alte le spade e si scambiarono un calorosobacio, facendo gran festa.« Se vi è gradito, mi metterò al vostro servizio » disse poi serLamorak.« Dio non voglia che un cavaliere di sangue nobile come voimi sia obbligato » replicò ser Lancillotto. « Inoltre sono inun‟avventura che devo compiere da solo. »296« Allora che Dio vi assista! »Così si separarono e ser Lamorak tornò da ser Frollo e lorimise in sella.« Chi era quel cavaliere? » chiese ser Frollo.« Non spetta a voi saperlo, e non ho motivo di dirvelo » glirispose ser Lamorak.« Siete assai scortese, e pertanto vi lascerò » replicò serFrollo.« Fate come volete; tuttavia, grazie alla mia compagniaavete salvato il più bel fiore della vostra ghirlanda! »E ognuno andò per la sua strada.Come ser Lamorak uccise ser Frollo, e dello scontro cortesecon il fratello di questi, ser BellianceDue o tre giorni dopo, ser Lamorak trovò ser Frollo addormentatoaccanto a una fonte, vegliato da una dama che glisedeva vicino. All‟improvviso però sopraggiunse ser Galvanoche, afferrata la donna, la fece montare in arcioni dietro alproprio scudiero. Ser Lamorak si mise allora ad inseguirlogridando:« Ser Galvano, fermatevi! »« Cosa volete da me? » gli chiese quello. « Sappiate chesono nipote di re Artù! »« E per questo vi risparmierò, altrimenti dovreste giostrareo consegnarmi questa dama. »Intanto, però, ser Galvano voltava il cavallo e dava addossodi lancia a ser Frollo; ma questi, con un unico colpopossente, lo abbatteva di netto e si riprendeva la dama.A quella vista ser Lamorak si disse che se non avessevendicato il compagno della Tavola Rotonda, quegli loavrebbe disonorato alla corte di re Artù.Così voltò il cavallo e sfidò ser Frollo.« Sono pronto » ribattè l‟altro.Si vennero incontro con grande veemenza e ser Lamoraktrafisse l‟avversario da parte a parte abbattendolo a terramorto. Ma la dama corse dal fratello dell‟ucciso, ser Belliancel‟Orgoglioso, che abitava lì vicino, e gli riferì in che modoser Frollo avesse trovato la morte.« Voglio vendicarlo! » affermò prontamente ser Belliance.297Prese armi e cavallo e raggiunto in poco tempo ser Lamorakgli intimò di voltarsi e di rispondere dell‟uccisione delfratello.« Era un cavaliere migliore di quanto tu sia mai stato » glidisse.« Sarà anche così » replicò ser Lamorak « ma oggi in campoaperto ho provato di essere io il più forte. »Si corsero incontro ed entrambi lasciarono vuota la sella;poi imbracciarono gli scudi, trassero le spade e combatteronogagliardamente per lo spazio di due ore da cavalieri provetti.Infine, ser Belliance pregò l‟avversario di dirgli il suo nome.« Ser Lamorak il Gallese » fu la risposta.« Siete dunque l‟uomo che devo odiare più al mondo! Persalvare la vostra vita causai la morte dei miei figli, ed ora voiavete ucciso mio fratello. Ahimè, come potrei mai far pace convoi? Difendetevi se non volete morire, perché non avete altroscampo. »« Avrei dovuto riconoscervi, poiché siete il cavaliere che piùha fatto a mio vantaggio » disse ser Lamorak inginocchiandosie chiedendogli grazia.« Alzatevi, altrimenti vi ucciderò mentre siete in ginocchio.»« Non ve ne sarà bisogno » replicò ser Lamorak « Mi arrendoa voi, e non per timore della vostra forza ma perché la vostragenerosità mi rende riluttante a combattervi; vi chiedo pertantoper l‟amore di Dio e per l‟onore della cavalleria diperdonare ogni mia offesa! »« Ahimè » esclamò Belliance « non rimanete in ginocchio,altrimenti vi ucciderò senza misericordia! »Ripresero allora lo scontro ferendosi a vicenda, sì che tuttoil terreno del combattimento era insanguinato. Infine ser Belliancesi trasse indietro e, indebolito dalla perdita di sangue alpunto da non potersi reggere, si lasciò lentamente cadere suun mucchio di terra. Subito ser Lamorak gettò lo scudo dietrole spalle e gli chiese come si sentiva.« Bene » fu la risposta del cavaliere.« Ah, signore, eppure io vi risparmierò »!« Siete uno stolto, ser Lamorak » replicò ser Belliance. « Seavessi avuto il vantaggio che voi avete ora su di me, vi avreiucciso. Tuttavia la vostra gentilezza e la vostra bontà sono taliche devo invero tralasciare ogni malvolere. »298A tali parole ser Lamorak si inginocchiò, slacciò prima lavisiera dell‟avversario e poi la propria, sì che i due cavalieripoterono scambiarsi un bacio lasciando scorrere le lacrime.Ser Lamorak condusse poi ser Belliance a un'abbazia lì vicinoe non si separò da lui finché non lo vide guarito. Allora,dopo essersi scambiati reciproco giuramento di non combattersimai più, ser Lamorak partì e raggiunse la corte di reArtù.Lasciamo qui ser Lamorak e ser Tristano e diamo inizio altastoria di ser La Cotta Maltagliata