Come ser Galahad si batté in torneo, e come fu riconosciutoda ser Galvano e da ser Ector di MarisOra la storia dice che ser Galahad, dopo aver liberato Percivaldai venti cavalieri, si inoltrò in una foresta desolata chepercorse in lungo e in largo incontrando e superando numeroseavventure che essa, però, non descrive. Un giorno, infine,mentre si dirigeva verso il mare, passò nei pressi di uncastello sotto il quale si stava svolgendo uno splendido torneo.Il cavaliere si accorse che il partito del castello, benchéformato da bravi combattenti, stava per essere sopraffatto esubiva perdite fin sulla porta della roccaforte. Deciso adaiutarlo, Galahad abbassò la lancia e colpì il primo avversario,facendolo volare in terra ma allo stesso tempo spezzandol‟arma. Allora sguainò la spada e si mise a vibrare fendentinel mezzo della calca, compiendo tali prodezze da lasciaretutti stupefatti. Ser Galvano e ser Ector di Maris, che si eranouniti al partito avverso, videro lo scudo bianco con la crocerossa e si dissero:« Ecco laggiù l‟alto principe ser Galahad. Sarà ben stoltochi vorrà scontrarsi con lui! »Ma, per caso, Galahad si trovò a passare proprio accanto aser Galvano e lo colpì con violenza spaccandogli l‟elmo e lacuffia d‟acciaio e abbattendolo al suolo; il colpo era statotalmente forte che aveva tagliato in due anche la spalla delcavallo ed era arrivato fino a terra. Allora ser Ector si trassein disparte, reputando che non fosse saggio rimanere sulcampo a battersi con il nipote, a cui lo legava un grandeaffetto.566Intanto, ser Galahad aveva respinto i cavalieri del partitoavverso e quelli del castello erano tornati fuori e si eranogettati a inseguirli da tutte le parti; poi si era assicurato che ifuggiaschi non tornassero indietro e si era allontanato furtivamente.« Per il mio capo, allora è vero quello che disse Lancillotto:che la spada prodigiosa infissa nella pietra mi avrebbe infertoun colpo che non avrei voluto nemmeno per il più belcastello del mondo! Mai prima d‟ora avevo ricevuto un fendentesimile » commentò ser Galvano.« Mi pare che la vostra ricerca sia terminata, signore » glidisse ser Ector.« Sì, è vero, ma la vostra no » replicò ser Galvano.Poi il ferito fu trasportato nel castello, disarmato, distesosu un letto e affidato alle cure di un medico e ser Ectorrimase al suo fianco per tutto il mese che fu necessario allasua guarigione.Intanto Galahad, cavalcando spedito, era giunto quellastessa notte nei pressi del Castello di Carbonek ma, essendostato colto dall‟oscurità, aveva riposato in un eremo dove ilsant‟uomo era stato lieto di accogliere il cavaliere errante.Dormivano entrambi quando una gentildonna bussò allaporta chiamando ser Galahad. L‟eremita andò a vedere cosavolesse, ed ella gli disse:« Ser Ulfin, vorrei parlare con il cavaliere che è con voi. »« Alzatevi » disse allora il buon uomo a ser Galahad dopoaverlo svegliato. « Dovete andare a parlare con una gentildonnache sembra avere bisogno urgente di voi.»Galahad si levò e chiese alla damigella cosa desiderasse.« Armatevi, montate a cavallo e seguitemi » fu la risposta.« Tra tre giorni vi mostrerò la più nobile avventura che possaoccorrere a un cavaliere. »Galahad allora si armò e montò in sella; poi raccomandòl‟eremita a Dio e disse alla damigella di precederlo: l‟avrebbeseguita dove ella avesse voluto.Come Galahad cavalcò con una damigella e raggiunse lanave su cui si trovavano ser Bors e ser PercivalCavalcarono veloci quanto permetteva loro il palafreno delladamigella e, a notte, raggiunsero una località sul mare che si567chiamava Collibe e un castello situato in una valle e circondatoda mura alte e forti e da acque correnti. La gentildonnavi entrò seguita dal cavaliere, che fu accolto festosamenteperché colei che lo accompagnava era la damigella dellasignora del luogo. Dopo che Galahad si fu disarmato, ellachiese alla propria signora se avrebbero dovuto fermarsi làper l‟intero giorno.« No, solo finché il cavaliere abbia mangiato e si sia riposatoun poco » fu la risposta.Perciò Galahad desinò e dormì fino a quando la damigellalo andò a chiamare e lo aiutò ad armarsi alla luce di unatorcia. Dopo che entrambi furono montati a cavallo, la damadel castello porse al cavaliere un bello scudo prezioso ed essilo lasciarono e raggiunsero la riva del mare dove trovaronola nave su cui erano imbarcati Bors e Percival.« Siate il benvenuto » gli gridarono questi « è molto che viaspettiamo! »Galahad chiese chi fossero, ma la damigella gli rispose:«Lasciate qui il cavallo, signore; io farò come voi.»Tolte sella e briglie e annodatele insieme, montarono sullanave portandole con sé, e allora Galahad riconobbe i duecavalieri che li avevano accolti con tanta letizia. Intanto siera alzato il vento e li aveva trasportati al largo a velocitàstraordinaria.Quando, poco dopo, cominciò ad albeggiare, Galahad sitolse l‟elmo e depose la spada, chiedendo ai compagni dadove venisse quella bella nave.« L‟ha mandata la grazia di Dio » essi risposero.Poi tutti e tre si raccontarono le avventure che avevanosuperato e le tentazioni cui erano stati esposti.« E grande la riconoscenza che dovete a Dio per avervisalvato da tante rischiose avventure » osservò Galahad. « Senon fosse stato per questa damigella, io non sarei mai arrivatoqui, non pensando certo di incontrarvi in queste contradeforestiere. »« Se ci fosse anche vostro padre ser Lancillotto saremmoperfettamente soddisfatti e ci sembrerebbe di non aver fallitoin nulla » disse ser Bors.« Se piacerà a Nostro Signore, può anche darsi che arrivi »rispose loro Galahad.Frattanto la nave si era allontanata dalla terra di Logris ed568era andata ad arenarsi tra due enormi scogli intorno a cui ilmare formava tali vortici che essi non potevano sbarcare.Nello stesso posto, però, vi era un‟altra nave sulla qualeinvece avrebbero potuto montare senza alcun pericolo.« Andiamo » li incitò la damigella. « Per volontà di Dioassisteremo ad avventure prodigiose. »La nave risultò molto sfarzosa, ma deserta; tuttavia, aun'estremità, vi era una scritta minacciosa che diceva:TU CHE SALIRAI SU QUESTA NAVE, BADA CHE LA TUA FEDE SIA SALDA,PERCHÉ SONO IO LA FEDE E, SE NE SEI PRIVO, NON TI AIUTERÒ.« Sai chi sono, Percival? » chiese allora la damigella.« No di certo. »« Tua sorella, figlia di re Pellinor. E poiché sei l‟uomo cheamo di più al mondo, ti avverto che se la tua fede in GesùCristo non è perfetta, non devi assolutamente salire su questanave, poiché la distruggeresti e metteresti te stesso a morte.La sua perfezione non tollera la presenza di peccatori. »Contento di essersi imbattuto nella sorella, Percival le rispose:« Io vi monterò. Sono pronto a perdere la vita se mirivelerò turpe o sleale. »Come ser Galahad salì sulla nave, del bel letto e di altrecose meravigliose che vi si trovavano, e di una spadaIntanto Galahad si era fatto il segno della croce e, seguitodalla fanciulla, da ser Bors e da ser Percival, era salito abordo dell‟altra nave. Tutti ne ammirarono la straordinariabellezza e le ricche decorazioni; poi, nel centro, trovarono unmagnifico letto su cui Galahad scorse una corona di seta e, aipiedi, una bellissima spada finemente lavorata che sporgevadal fodero per più di mezzo piede.L'arma era diversamente foggiata. Il pomo era fatto di unasola pietra che però aveva tutti i colori che si possono immaginare,ciascuno dotato di una propria virtù. L‟impugnaturaera invece composta da due parti: l‟una era fatta con lacostola di un serpente comune in Caledonia e detto il serpentedel demonio, il cui osso conferisce alla mano che lo impugnala virtù di non ferirsi mai né di provare stanchezza.569L'altra era invece fatta con la costola di un pesce non moltogrande chiamato Ertanase che infesta le acque dell'Eufrate ele cui ossa hanno la caratteristica di dotare colui che le tienein mano di grande forza di volontà, così che non si sente maiaffaticato né torna con il pensiero alle gioie e ai dolori passati,ma è sempre proiettato verso il futuro.POTRÀ IMPUGNARE QUESTA SPADA SOLO L‟UOMO CHE SARÀSUPERIORE A OGNI ALTRO.« Nel nome di Dio » esclamò ser Percival dopo aver letto lascritta incisa sull‟arma « ci proverò io! »Vi posò la mano, ma non riuscì a stringervela intorno.« Non ne sono stato proprio capace » ammise allora.Solo dopo che anche Bors ebbe fallito il tentativo, Galahad,osservando meglio la lama, vi scorse delle lettere rossecome il sangue che dicevano:COLUI CHE SI PROVERÀ A TRARMI DAL FODERODOVRÀ ESSERE L‟UOMO PIÙ VALOROSO DEL MONDO,PERCHÉ CHI MI SGUAINERÀ NON SARÀ MAI SCONFITTOO FERITO A MORTE.« In fede mia vorrei tentare anch‟io » disse allora. « Maqueste sono parole terribili, e non oso. »« Signore » replicò la damigella « siete l‟unico per il qualeil divieto di sguainarla non ha alcun valore. Questa naveapprodò nel regno di Logris nel tempo in cui il padre del reMagagnato, Labor, era in guerra con il sovrano saracenoHurlane, che però era stato da poco battezzato ed era consideratouno degli uomini più saggi del mondo. Un giorno i duere avevano schierato gli eserciti sulla riva del mare, propriovicino al posto in cui la nave aveva preso terra. Nella battagliache seguì, re Hurlane ebbe la peggio; allora, visti sterminatii propri uomini e temendo di essere ucciso, cercò riparosull‟imbarcazione e, trovata la spada, la sguainò, scese dinuovo a terra e si batté con re Labor, assestandogli sul capoun solo fendente che lo spaccò in due insieme al cavallo.Dopo di allora entrambi i regni furono devastati da tremendepestilenze e carestie e non vi crebbero più grano o erba, glialberi non portarono quasi più frutti e le acque si vuotaronodi pesci. A causa di quel colpo fatale, perciò, le due marcheconfinanti presero il nome complessivo di Terra Desolata.570« Intanto re Hurlane era tornato sulla nave per prendere ilfodero di quella spada che si era dimostrata così straordinariamentetagliente; ma l‟aveva appena impugnato che caddemorto ai piedi del letto, dimostrando così che chiunque avessesguainato l‟arma avrebbe perso la vita o sarebbe rimastostorpiato. Il corpo del re rimase poi dove era caduto poichénon vi era un solo uomo al mondo che osasse salire sulla navea causa del divieto che vi pesava. Solo molto tempo dopo,una damigella ebbe il coraggio di montarvi e di gettare inmare il cadavere. »Della spada e del fodero prodigiosiPoi i tre cavalieri e la damigella osservarono il fodero: sembravafatto di pelle di serpente e recava delle scritte in lettered‟oro e d‟argento, ma era sostenuto da una cintura che apparivapovera e troppo fragile per reggere una spada tantopreziosa. La scritta diceva:COLUI CHE MI ADOPRERÀ DOVRÀ ESSERE PIÙ VALOROSO DICHIUNQUE ALTRO SE VORRÀ PORTARMI CON LA LEALTÀ CHE MI ÈDOVUTA. L‟UOMO CUI DOVRÒ ESSERE CINTO NON SARÀ MAIDISONORATO FINCHÉ MI AVRÀ AL SUO FIANCO. INOLTRE, NESSUNOAVRÀ MAI LA TEMERARIETÀ DI GETTARE VIA LA CINTURA, CHE SARÀ TOLTASOLO DALLE MANI DI UNA VERGINE, FIGLIA DI UN RE E DI UNAREGINA, CHE PER TUTTA LA VITA SARÀ RIMASTA PULZELLA NEGLI ATTI ENELLE INTENZIONI. SE ELLA PERDESSE LA SUA PUREZZA, MORREBBEDELLA MORTE PIÙ ABIETTA CHE MAI ABBIA COLPITO UNA DONNA.« Voltate la spada, signore » disse ser Percival a ser Galahad.« Così potremo vedere cosa c‟è dall‟altra parte. »Ed essa apparve rossa come il sangue, con una scritta inlettere nere quanto il carbone che diceva:COLUI CHE PIÙ MI TERRÀ IN PREGIO, AVRÀ A LAMENTARSI DI MENELL‟ESTREMO PERICOLO, E IO SARÒ SLEALE PROPRIO NEI CONFRONTIDELL‟UOMO VERSO IL QUALE DOVREI MOSTRARE LA MASSIMABENEVOLENZA. TUTTO QUESTO ACCADRÀ NELLA MEDESIMA OCCASIONE.« Bel fratello » disse allora la damigella « quarantanni dopola passione di Gesù Cristo il Signore ordinò che Nacien,cognato di re Mordrains, fosse portato in una città a più di571quattordici giorni di viaggio dal suo paese e situata su un‟isolaverso Occidente che viene chiamata l‟Isola Vorticosa. All‟imboccatura di una caverna, egli trovò questa nave e questaspada, che però non ebbe il coraggio di sguainare per tutti gliotto giorni che rimase in quel luogo. Al nono, però, si alzò unforte vento che trasportò l‟imbarcazione su un‟altra isoladove egli si imbattè, presso una grotta, in un gigante enormee mostruoso che gli si fece incontro per ucciderlo. Nacien siguardò intorno e si rese conto di non poter fuggire e di nonavere nulla con cui difendersi; allora corse a prendere laspada e la snudò, trovandola stupenda; ma quando la brandìessa si spezzò proprio nel mezzo.« "Ah, ora sì che devo biasimare ciò che ho più apprezzato!"esclamò, gettandone i frammenti sul letto.« Poi saltò giù dalla nave, si batté con il gigante e infineriuscì ad ucciderlo. Era appena risalito a bordo, quando ilvento si alzò e lo trascinò al largo, dove gli avvenne diimbattersi nella nave di re Mordrains, il quale era statotentato al male da un demonio nel Porto dello Scoglio Periglioso.Entrambi lieti di essersi incontrati, si scambiarono iracconti delle loro avventure e Nacien riferì al cognato comela spada lo avesse tradito nell'estremo bisogno. Mordrainsvolle vederla, la lodò moltissimo e dichiarò che si era spezzataa causa della debolezza che Nacien albergava, poiché eraevidente che doveva essere in peccato. Poi raccolse i pezzi e lirimise insieme, ed essi si saldarono alla perfezione. InfineMordrains la rinfoderò e la depose sul letto. Allora sentì unavoce che diceva:« "Se non vuoi cadere in peccato, lascia per breve tempoquesta nave e salì sull‟altra. Se sarai trovato in peccatomortale, morrai senza scampo."« Così Mordrains tornò con il cognato sulla propria nave;ma Nacien, nel montarvi, si tagliò con la spada il piededestro e mentre cadeva sul ponte la voce gli disse:« "Questa è la tua espiazione perché hai commesso peccatoestraendo la spada. Non eri degno di impugnarla, come avrestidovuto capire leggendone l‟iscrizione." »572Come re Pelles fu ferito alle cosce per aver estratto la spadadal fodero, e altre storie meravigliose« Un re di nome Pelles, che poi fu detto il Re Magagnato »continuò la fanciulla « prima di rimanere infermo era il sostegnodella cristianità e della Santa Chiesa. Ora, un giorno,mentre cacciava in un suo bosco che si estendeva fino alla rivadel mare perse di vista i cani e i cavalieri e rimase con un solocompagno. Proseguendo il cammino si imbattè in questanave, ne vide l'iscrizione e poiché era un cavaliere perfetto, visalì, mentre l‟altro rimase a terra perché non ne ebbe ilcoraggio. Intanto il sovrano aveva trovato la spada e l‟avevatratta dal fodero quanto vedete, e d‟improvviso fu colpito dauna lancia che gli si conficcò nelle cosce infliggendogli unaferita che non potrà guarire finché noi non andremo da lui. »Terminato il racconto della damigella, i compagni si avvicinaronoal letto e lo osservarono da tutte le parti; fu così chevidero che alla testata erano appese altre due spade e tre fusi,uno bianco come la neve, uno rosso come il sangue e il terzoverde smeraldo, tutti di colori naturali anche all‟interno.« Questi fusi ebbero origine al tempo in cui Èva la peccatriceraccolse il frutto per il quale fu scacciata con Adamo dalparadiso » spiegò la sorella di Percival. « Èva, infatti, lasciandoil paradiso aveva preso con sé il ramo cui era stata appesala mela, e ogni volta che lo vedeva così bello e verde ricordaval‟albero cui esso era appartenuto e tutto quello che ella avevaperso. Allora, volendo conservarlo quanto più a lungo fossepossibile e non avendo un cofano in cui riporlo, lo piantò interra. Per volere di Nostro Signore, esso crebbe e diventò ungrande albero dai rami e dalle foglie bianche come la neve asimboleggiare che era stato piantato da una vergine. Ma poiDio ordinò ad Adamo di conoscere la sua donna nella carnesecondo il comando di natura, e l‟uomo si giacque con Èvasotto quel medesimo albero che, da bianco qual era, divenneverde come l‟erba, e verdi furono i suoi rami e le sue foglie. Daquella prima unione fu concepito Abele, e dopo di alloral'albero rimase verde per molto tempo.« Ma poi Caino uccise il fratello sotto lo stesso albero, eallora si verificò un prodigio, perché nel momento stesso incui Abele trovava la morte, l‟albero si mutava in rosso, simbolodel sangue versato. L‟albero rosso prosperò fino a diventare573straordinariamente bello, il più splendido e piacevole che gliuomini potessero ammirare, e visse fino al tempo in cuiregnò Salomone, figlio di re David. Egli era un dotto checonosceva le virtù delle pietre e delle piante, il corso dellestelle e molte altre cose ancora; ma poiché aveva una mogliemalvagia, si era convinto che non esistessero donne buone,tanto che ne parlò con disprezzo anche nei libri che compose.Una volta però una voce gli disse:«"Se sei afflitto da una donna, non te ne devi curare,perché un giorno sarà proprio una donna a recare all'uomouna gioia cento volte più grande della pena che ora opprimete; e quella donna nascerà dalla tua stirpe."« Allora Salomone si dette dello stolto e scoprì la veritànegli antichi libri, mentre lo Spirito Santo gli rivelava lavenuta della gloriosa Vergine Maria. Salomone chiese allavoce se ella sarebbe stata l‟ultima del suo lignaggio, ed essagli rispose:« "No, l'ultimo del tuo sangue sarà un uomo vergine eottimo cavaliere quanto tuo cognato, il duca Giosuè. Ora tiho svelato ciò che volevi sapere." »Come Salomone prese la spada di David su suggerimentodella moglie« Salomone, lieto che dal suo sangue dovesse discendere l'uomodi cui la voce gli aveva parlato, non cessava però dichiedersi e di cercare di sapere chi potesse essere e qualenome potesse avere. La moglie si era accorta che egli eraimmerso in tali ricerche e pensò che prima o poi anch‟ella neavrebbe conosciuto il motivo. Così scelse il momento opportunoper chiedergli perché mai studiasse tanto, e Salomonele riferì quanto gli aveva detto la voce.« "Allora" ella disse "fai fare una nave con il legno più belloe più resistente che sarà possibile trovare."« Salomone radunò quindi i migliori carpentieri della terra,e quando la costruzione fu portata a termine, la moglie gliparlò ancora.«"Sire" gli disse "poiché quel cavaliere dovrà essere miglioredi quanti saranno vissuti prima e dopo di lui, ti daròun altro consiglio: andrai nel tempio dedicato a nostro Si574gnore e prenderai la spada di tuo padre re David che è la piùtagliente e prodigiosa che sia mai stata impugnata da uncavaliere. Ne estrarrai il pomo e lo sostituirai con uno fattodi varie pietre preziose, ma lavorate con tale maestria dasembrare una sola. Poi vi porrai l'elsa più portentosa che sisia mai veduta, e farai approntare uno splendido fodero. Io viapporrò una cintura di mio gusto."« Re Salomone fece fare tutto quello che la moglie gliaveva suggerito, e quando la nave fu calata in mare pronta asalpare, la dama vi fece caricare un letto grande e magnifico,sedette vicino alla testata decorata di seta e depose la spadaai suoi piedi. Ma la cintura che aveva preparata era di canapa,e il re se ne adirò.« "Sire" ella gli disse "non possedevo un materiale tantopregiato da poter sostenere una spada simile. Devi anchesapere che una vergine porterà qui dei cavalieri, ma non soquando."« Poi, allo scopo di proteggere la nave, fece confezionareuna coperta con un drappo di seta che non sarebbe marcitoalle intemperie e infine ordinò che un carpentiere la raggiungessepresso l‟albero sotto il quale era stato ucciso Abele.« "Taglia da questa pianta il legno necessario per fare unfuso" gli disse.« "Ma, signora, questo è l‟albero piantato dalla nostra primamadre" osservò stupito l‟artigiano.«"Se non lo farai ti metterò a morte" replicò la regina.« L‟uomo si mise all‟opera, ed ecco che il fusto cominciò astillare gocce di sangue; allora il carpentiere avrebbe volutolasciare stare, ma la regina gli ordinò di portare a termine illavoro, e poi di trarre altrettanto legno anche dall‟alberoverde e da quello bianco. E quando i tre fusi furono pronti,glieli fece fissare al baldacchino del letto.« Allora Salomone le disse:« "Hai compiuto un‟opera meravigliosa, perché anche chivi avesse assistito sarebbe indotto a pensare che l‟abbia fattaDio. Eppure tu stessa che ne sei stata l‟artefice non sai cosasignifica."« "Ora non ci pensare, ne avrai notizia prima di quantocredi" fu la risposta della moglie.« La notte Salomone dormiva con qualche compagno nonlontano dalla nave, quando nel sonno gli parve che dal cielo575scendessero degli angeli che aspergevano l‟imbarcazione condell‟acqua che uno di essi recava in un bacile d‟argento. Poiuno degli angeli si avvicinava alla spada e scriveva sull'elsadelle lettere, e infine si accostava alla fiancata della nave e viscriveva le seguenti parole:UOMO CHE VUOI MONTARE A BORDO,BADA DI ESSERE SALDO NELLA TUA FEDE,POICHÉ IO SONO LA FEDE.« Allora Salomone fu colto dall‟angoscia e non osò saliresulla nave; e mentre egli si traeva indietro, l‟imbarcazioneveniva spinta al largo a tale velocità che in breve il sovranol‟aveva persa di vista. Poi una voce gli disse:« "Salomone, l‟ultimo cavaliere della tua stirpe riposerà suquel letto."« Il re corse a svegliare la moglie e le riferì tutta l‟avventura.»Stupiti del racconto della fanciulla, i compagni rimasero acontemplare a lungo il letto e i tre fusi. Poi Galahad chiese:« Dove troveremo adesso la vergine che farà la nuova cinturaper la spada? »« Non vi sgomentate, bel signore » gli rispose la damigella.« Con il consenso divino, sarò io a confezionarla. »Aprì una cassetta e ne trasse una cintura lavorata con quelliche sembravano fili d‟oro e su cui erano incastonate dellegemme; anche la fibbia era d‟oro, e di splendida fattura.« Ecco la cintura che dovrà sostenere la spada » disse poi.« È fatta con i miei capelli, cui ero molto affezionata quandovivevo nel mondo, ma che tagliai allorché mi fu ordinato diprendere parte a quest‟avventura. »Dopo di che la fanciulla appese la spada alla cintura e icompagni le chiesero quale fosse il nome con cui dovevanochiamare l‟arma.« Si chiama la Spada dalla Strana Cintura. »« In nome di Gesù Cristo » dissero allora i due cavalieririvolti a Galahad « cingete voi la spada che è stata tanto attesanel regno di Logris! »E Galahad la serrò a lungo tra le dita, poi la fanciulla glielacinse al fianco.« Sarò vostro cavaliere finché avrò vita per tutto quello cheavete fatto » dichiarò ser Galahad alla fanciulla.576Poi abbandonarono la nave per rimontare su quella concui erano venuti, che subito il vento spinse velocementelontano. Non avevano vettovaglie, ma il mattino dopo accaddeche giungessero sotto le mura del Castello di Carteloisenella marca di Scozia. Avevano lasciato il porto quandola damigella li avvertì che, se nel paese si fosse saputo cheappartenevano alla corte di re Artù, sarebbero stati assaliti.« Colui che ci ha salvati dagli scogli ci libererà anche dacostoro » fu la risposta di ser Galahad.Come Galahad e i compagni furono assaliti, come ucciserogli avversari, e di altri avvenimentiNon avevano finito di parlare, che si avvicinò uno scudieroa chiedere chi fossero; e allorché essi gli ebbero risposto cheerano della corte di re Artù, quello esclamò:« Davvero! Per la mia testa, siete sistemati bene! »Poi tornò nella fortezza sulla scogliera. Dopo poco essiudirono uno squillo di tromba, ed ecco sopraggiungere deicavalieri ben armati che ingiunsero loro di arrendersi sevolevano salva la vita.« La nostra resa potrebbe risultarvi penosa » fu la lororeplica.Allora quelli si gettarono al galoppo; ma ser Percivalsbalzò a terra il più vicino e gli prese il cavallo, subitoimitato da Galahad e da ser Bors: essi infatti avevanolasciato le cavalcature nel luogo in cui si erano imbarcati.Una volta in sella, si misero ad attaccare gli avversari e licostrinsero a correre a rifugiarsi nella fortezza. Ma i trecavalieri li inseguirono, penetrarono nella corte, smontaronoe li passarono tutti a fil di spada; poi raggiunsero la salae cominciarono a chiedersi se non avessero commesso untremendo peccato uccidendo tanti uomini.« Io penso che se Dio li avesse amati non ci avrebbepermesso di sterminarli » disse Bors. « Dovevano avere sullacoscienza delle colpe molto gravi e il Signore non ha volutoche continuassero a governare il paese. »« Non dite così » replicò Galahad. « Non spetta a noi punirechi ha operato contro Dio, ma solo alla Sua potenza.»577Intanto da una camera era uscito un prete con in mano uncalice con il Corpo Santo. Alla vista di tutti quei morti, ilsant‟uomo fu preso dallo sgomento, ma Galahad si tolsel‟elmo e si inginocchiò ai suoi piedi, imitato dai compagni, egli disse:« Non abbiate paura di noi, signore. Siamo della corte di reArtù. »Il buon uomo chiese loro come mai avessero ucciso tanticavalieri, ed essi glielo spiegarono.« A dire il vero » dichiarò il prete « anche se viveste quantoil mondo, non potreste compiere un‟azione altrettantomeritoria! »« Eppure io me ne rammarico, perché erano cristiani »replicò Galahad.« Non dovete assolutamente » ribattè il prete. « Non lo eranoaffatto, e anzi ora vi racconterò tutto quello che so dellastoria del castello. Solo un anno fa ne era signore il conteHernox che aveva tre figli, ottimi cavalieri, e una figlia, lapiù bella gentildonna che si sia mai vista. Ma quei tre amavanola sorella con tale ardore che la costrinsero a giacere conloro; e poiché ella invocava gridando il padre, la uccisero erinchiusero Hernox in prigione dopo averlo ferito molto gravemente.Il conte fu poi salvato da un cugino dei giovani, chenel frattempo si erano abbandonati a ogni sorta di nefandezzeuccidendo chierici e preti, e facendo abbattere tutte lechiese perché non vi si potessero più celebrare i servizi diDio. Quello stesso giorno il padre mi aveva mandato a chiamareperché lo confessassi e lo comunicassi, e anch‟io fuidisonorato in modo crudele dai tre cavalieri. Ma il conte miesortò alla sopportazione, dicendo che essi non sarebberovissuti a lungo perché tre servi del Signore li avrebberoannientati. Ora è tutto finito, ed è chiaro che Dio non puòessere dispiaciuto per il vostro operato. »Galahad, Percival e Bors liberarono poi il duca e lo accompagnarononella sala, dove Hernox riconobbe Galahad perrivelazione divina, giacché non lo aveva mai visto prima.« E tanto che vi aspetto! » esclamò piangendo teneramente.« Per amore di Dio, Galahad, abbracciatemi. Desidero chela mia anima lasci il corpo tra le braccia di un uomo tantobuono. »« Ne sarò lieto » rispose il cavaliere.578E intanto si sentì una voce che diceva:« Galahad, mi hai vendicato sui miei nemici. Ora dovrairecarti al più presto al capezzale del Re Magagnato che da tepotrà avere la guarigione che aspetta già da molto! »Nel frattempo il conte era morto, e Galahad, dopo averlofatto seppellire con tutti gli onori che gli erano dovuti, partìinsieme ai compagni e alla damigella.Come i tre cavalieri si inoltrarono con la sorella di Percivalnella Foresta Desolata, di un cervo e di quattro leoni,e di altri avvenimentiCavalcavano per una foresta desolata, quando videro passareun cervo bianco seguito da quattro leoni; decisi a seguirli,procedettero veloci finché scorsero gli animali che entravanonella cappella di un eremo. I compagni entrarono a loro voltae trovarono l'eremita vestito di abiti religiosi e armato dellearmi di Nostro Signore intento a cantare la messa delloSpirito Santo. Quando il prete giunse al mistero della consacrazione,con loro grande stupore il cervo si trasformò in unuomo, che sedette su un seggio prezioso posto sull‟altare,mentre tre dei quattro leoni, trasformatisi anch‟essi, unoassumendo fattezze umane, un altro di aquila e il terzo dibue, mentre il quarto aveva conservato l‟aspetto leonino,sollevavano il seggio e scomparivano attraverso una finestrachiusa senza provocare alcun danno.« In tal modo il Figlio di Dio entrò nel grembo della VergineMaria senza infrangere la sua purezza » disse unavoce.I cavalieri e la fanciulla caddero in terra tramortiti e circonfusida un grande chiarore; quando ebbero ripreso i sensi,pregarono l‟eremita di spiegare loro il significato di quelloche era successo. Ma il sant‟uomo dovette farselo raccontare,perché non aveva veduto nulla.« Siate i benvenuti, signori » esclamò poi. « Dovete essere ibuoni cavalieri che compiranno la ricerca del Sangrail e acui Dio svelerà i Suoi arcani.« Il cervo che avete visto » seguitò « è simbolo di NostroSignore, perché come Egli tornò alla vita dopo avere perso lacarne terrena e mortale che aveva assunta nel grembo della579Santa Vergine Maria, così il cervo, allorché diviene vecchio, sirisente giovane per il candore del suo mantello.« E poiché nessun cavaliere può vedere il vero aspetto diDio, quando Nostro Signore si mostra ai mortali che ne sonodegni assume le fattezze di un immacolato cervo bianco.« I quattro leoni che lo accompagnavano rappresentanoinvece i quattro evangelisti, che misero per iscritto gli atticompiuti da Cristo allorché si incarnò. »Molto lieti, i compagni trascorsero la notte presso l‟eremita.Come fu loro richiesto di seguire un singolare costume cuiessi non si vollero sottomettere, e come, perciò, combatteronoe uccisero numerosi cavalieriIl mattino seguente i tre cavalieri e la damigella ascoltaronola messa, poi raccomandarono il sant‟uomo a Dio e si rimiseroin cammino.Erano arrivati ai piedi di una roccaforte e stavano giàpassando oltre, quando furono raggiunti da un cavaliere armatoche chiese loro se la damigella fosse vergine.« Lo sono, signore » rispose la sorella di Percival.« Per la Santa Croce, non mi sfuggirete senza esservi sottomessaall‟usanza del castello! » esclamò allora lo sconosciutoafferrando le briglie del suo cavallo.« Lasciatela andare! » intervenne ser Percival. « Siete unosciocco se non sapete che le vergini sono franche ovunque sitrovino. »Ma intanto era uscita dalla rocca una dozzina di cavalieri inarmi seguita da una gentildonna che recava in mano unascodella d‟argento.« La fanciulla deve sottostare al nostro costume » ribadironoquelli del castello.« Signori » spiegò poi uno di essi « ogni vergine che passa diqui deve riempire il bacile con il sangue del suo bracciodestro. »« Sia onta a colui che ha istituito una simile usanza! » sisdegnò Galahad. « Dio mi salvi, ma vi assicuro che finché avròvita non l‟avrete vinta con questa pulzella! »« Preferirei essere ucciso » disse a sua volta Percival.« Anch'io » affermò ser Bors.580« Allora morirete: non potreste resisterci neanche se foste imigliori cavalieri del mondo. »Si scagliarono gli uni contro gli altri e i tre compagni, dopoaver disarcionato i dieci avversari, misero mano alle spade, liabbatterono e li uccisero tutti. Ma ecco che dal castello uscivanoaltri sessanta guerrieri.« Bei signori » dissero loro i tre cavalieri « abbiate misericordiaper voi stessi: non vi misurate con noi. »« Siamo noi invece a consigliarvi di ritirarvi » replicaronogli altri. « Poiché siete i cavalieri più valorosi del mondo, oranon dovrete battervi più: avete già fatto abbastanza. Noiperò, saremo costretti a farvi rispettare il costume. »«Parole inutili!» dichiarò Galahad.« Allora volete proprio morire? »« Non siamo ancora giunti a questo » replicò Galahad,sguainando la Spada dalla Strana Cintura.Così quando i cavalieri del castello si gettarono su di loro,il giovane si mise a colpire a destra e a manca uccidendo tuttiquelli che riusciva a raggiungere e compiendo tali prodezzeche i presenti non poterono fare a meno di pensare che nonfosse un uomo in carne e ossa, ma un vero prodigio. I compagnilo aiutavano valorosamente e quindi poterono resisterefinché furono interrotti dal sopraggiungere della notte. Allorauno degli avversari disse loro:« Se volete accettare l‟ospitalità che vi potremo offrire,sarete i benvenuti. Vi assicuriamo della nostra buona fede evi garantiamo, con lealtà, che domani potrete andarveneindenni. Siamo convinti che quando avrete avuto modo diconoscere le nostre usanze, sarà possibile trovare un accordo.»« Per l‟amore di Dio, allora entriamo » disse la gentildonna;poi, rivolta a suoi uomini, aggiunse: « e ospitateli conogni riguardo».« Ebbene, andiamo » disse Galahad ai compagni.Varcata la porta e smontati, furono accolti con cortesia, equalche tempo dopo chiesero perché fosse stato istituito ilcostume del castello.581Come la sorella di Percival riempì con il proprio sangueuna scodella per guarire una dama, come ne morì, e comeil suo corpo fu adagiato su un barca« Il motivo che portò all‟istituzione di questo costume » fu larisposta « dipende dal fatto che molti anni fa la dama diquesto e di altri castelli, e nostra signora, si ammalò gravementedi un‟infermità che nessun medico riuscì a guarire.Alla fine un vecchio le disse che avrebbe ritrovato la salute seavesse potuto aspergersi di una scodella colma del sangue diuna vergine pura negli atti e nel pensiero e figlia di re. »« Allora, bei cavalieri, è chiaro che altrimenti la damamorirà » osservò la sorella di Percival.« Ma se perderete così tanto sangue morirete voi! » esclamòGalahad.« Sì, ma se devo morire per ridare a lei la salute, sarà ungrande onore per me e per il mio lignaggio, e porterò asalvamento la mia anima. È preferibile un danno a due, einoltre in questo modo domani voi non vi dovrete battere.Perciò domattina stessa mi adeguerò al costume del luogo. »E poiché la fanciulla non volle recedere dalla decisionepresa nonostante che i suoi compagni non fossero d‟accordo,nel castello tutti i cavalieri fecero grande festa alla prospettivadi non dover riprendere lo scontro fissato per il giornodopo.Trascorsa una notte confortevole, la mattina successiva lasorella di Percival chiese di vedere la dama sofferente. Poi,aiutata da un uomo, riempì con il proprio sangue la scodella,e quando tutto fu finito, alzò una mano e benedì l‟inferma.« Per guarirvi ho trovato la morte, signora. Perciò, perl‟amore di Dio, pregate per me! » disse, prima di cadere svenuta.Galahad e i compagni accorsero per risollevarla e per cercaredi arrestare il sangue, ma la fanciulla ne aveva già persotanto che non avrebbe comunque potuto sopravvivere.« Bel fratello » disse quando rinvenne. « Muoio per salvarela signora di questo castello, ma non voglio essere sepoltaqui. Appena sarò morta, mettimi su un‟imbarcazione delporto più vicino e lasciami andare alla deriva. Mi ritroveraiai piedi di una torre nella città di Sarras, dove arrivereteanche voi per compiere l‟avventura del Sangrail. Desidero582che la mia tomba sia nel Palazzo Spirituale, nello stessoluogo in cui sarete sepolti tu e Galahad. »Ser Percival glielo promise tra le lacrime; poi sentironouna voce che diceva:« Domani, sul far del giorno, voi tre vi separerete e resteretedivisi finché la ventura vi condurrà dal Re Magagnato. »Dopo di che la fanciulla chiese la comunione e la suaanima si dipartì dal corpo. In quello stesso giorno, la dama fuunta con il suo sangue e ritrovò la salute.Ser Percival fece scrivere tutto quello che la sorella avevafatto per aiutarli nelle singolari avventure che avevano incontrato,le mise la lettera nella mano destra e depose il suocorpo in una barca coperta di seta nera che subito il ventoallontanò dalla riva.I cavalieri rimasero a guardarla finché fu troppo distante,poi rientrarono nel castello; ed ecco che, d‟improvviso, siscatenò una tempesta con tuoni, lampi e pioggia e parve chela terra dovesse fendersi. Il castello diroccò. E quando, dopoil vespro, il turbine si placò, sopraggiunse un cavaliere armato,ferito al corpo e alla testa e inseguito da un altro cavalieree da un nano che gli gridavano di fermarsi perché non avevascampo.« Dio, soccorrimi nell‟estremo bisogno » si lamentava ilferito alzando le mani al cielo e invocando il Signore perchénon lo lasciasse morire in tale affanno.« Lo aiuterò io, per amore di colui che egli prega » dichiaròGalahad.« Lasciate fare a me » intervenne ser Bors. « È solo uncavaliere, e perciò non spetta a voi.»« Sta bene, ve lo concedo. »Così ser Bors prese il cavallo e corse a porgere aiuto alferito raccomandandosi a Dio.Come Percival e Galahad trovarono molte tombe di verginimorte dissanguatePassiamo ora a Galahad e a Percival. La storia dice che essitrascorsero la notte nella cappella a pregare per la salvezzadi ser Bors e che al mattino, prese le armi e tornati al castelloper vedere cosa vi fosse avvenuto, lo trovarono deserto per583ché il Signore aveva preso vendetta sugli abitanti facendolimorire tutti. E infatti sentirono una voce che diceva:« Sono stati puniti per avere versato il sangue delle vergini.»All'estremità di una cappella, i due cavalieri scorsero poiun cimitero, un luogo molto bello e ameno che sembravaessere stato risparmiato dalla tempesta. Vi era allineata unasessantina di ricche tombe in cui giacevano i corpi di tutte levergini martirizzate per far guarire la dama malata, e suciascuna erano scritti il nome della morta e quello della suafamiglia; dodici erano state figlie di re.Poi Percival e Galahad si allontanarono e penetrarono inuna foresta. Allora Percival disse al compagno:« Ora ci dobbiamo separare. Preghiamo il Signore che cifaccia rincontrare presto. »Si tolsero gli elmi e si baciarono piangendo.