Come ser Percival chiese consiglio a una reclusa, e comeella gli rivelò di essere sua ziaOra il racconto dice che mentre ser Lancillotto galoppavaall‟inseguimento di Galahad delle cui avventure abbiamo giàparlato, ser Percival tornava dalla reclusa sperando che ellapotesse dargli notizie di lui. Quando arrivò sotto la sua finestra,il giovane si inginocchiò e la donna l‟aprì e gli chiesecosa volesse.« Appartengo alla corte di re Artù, signora; mi chiamo serPercival il Gallese »le rispose il cavaliere,con grande gioia dellareclusa che era sua zia e lo amava più di ogni altro.Dato ordine che gli fosse aperta la porta, la dama lo accolsecon affetto e si pose al suo servizio per quanto le era possibile.Il mattino, il nipote le chiese se sapesse chi era il cavalierecon lo scudo bianco.« Non sarò soddisfatto finché non conoscerò la sua identitàe non avrò potuto misurarmi con lui, perché la vergognadella sconfitta mi brucia ancora » le disse.« Vuoi davvero batterti con lui, Percival? » gli chiese la zia.« Allora hai deciso di farti uccidere per vendetta come tuopadre! »« Le vostre parole mi fanno pensare che mi conosciate,signora. »« Certo, sono tua zia. Un tempo mi chiamavano la Reginadella Terre Desolate ed ero la sovrana più ricca del mondo, matutti i miei tesori non mi furono mai cari quanto lo è adesso lamia povertà. Bel nipote » aggiunse poi vedendolo piangere dicommozione « hai avuto notizie recenti di tua madre? »« No, nessuna, a dire il vero, ma la sogno spesso. Non sonemmeno se sia viva o morta. »522« È morta, bel nipote. Appena tu partisti, ella si confessò emorì di dolore. »« Dio abbia misericordia della sua anima! » esclamò alloraser Percival. « Me ne rammarico amaramente, ma tutti dobbiamocambiare la vita con la morte. Ora, bella zia, ditemichi è quel cavaliere. Io credo che sia lo stesso che a Pentecosteindossava un‟armatura tutta rossa. »« È proprio lui, ed è giusto che porti armi di tale colore,perché è il cavaliere senza pari, capace di compiere miracolie invulnerabile ai colpi degli uomini. »Come Merlino fece la Tavola Rotonda a somiglianza delmondo, e chi sarebbero stati i cavalieri che avrebberocompiuta l'impresa del Sangrail« Merlino istituì la Tavola Rotonda a somiglianza della sfericitàdel mondo in essa perfettamente rappresentato » proseguìla reclusa. « Nella Tavola Rotonda, infatti, l‟intero mondocristiano e pagano trova ristoro, tanto che coloro che sonoscelti a fare parte di quell‟eletta compagnia si reputano colmidi grazia e più onorati che se fossero i padroni di metàdella terra. Hai potuto vedere anche tu come, pur di appartenervi,i cavalieri siano disposti a perdere padre, madre, famiglie,mogli e figli, come facesti tu stesso che, per unirti a loro,abbandonasti tua madre senza volerla più rivedere.« Dunque, quando Merlino istituì la Tavola Rotonda disseche coloro che ne sarebbero stati compagni avrebbero potutoattingere alla verità del Sangrail. Gli fu chiesto chi l‟avrebbeconquistata, ed egli rispose che sarebbero stati tre tori bianchi,due vergini e uno casto, e che uno di essi sarebbe statopiù forte e più valoroso di suo padre quanto il leone lo è delleopardo. Allora gli fu detto: "Bisognerà che con le tue arti tudia luogo a un seggio su cui potrà prendere posto solo ilcavaliere che eccellerà su ogni altro".« E Merlino istituì il Seggio Periglioso, quello su cui Galahadsedette al banchetto di Pentecoste. »« Ora che sono a conoscenza di tutto questo » dichiarò alloraser Percival « farò in modo da improntare i miei rapporti conGalahad solo a cortesia. Ma, cara zia, per amor di Dio, ditemicome potrei rintracciarlo. Vorrei essergli compagno. »523« Chiederai ospitalità al castello che ha nome Goothe dovetroverai un suo cugino germano che ti aiuterà a raggiungerlo.Ma se costui non fosse in grado di dartene notizie, andrai dalRe Magagnato al Castello di Carbonek e là di certo potraisaperne di più. »Come Percival arrivò in un monastero e vide il vecchio reEvelakeSeparatosi con molta tristezza dalla zia, ser Percival cavalcòfino a vespro; allora sentì battere un orologio e scorse unacotruzione cinta da mura e da un profondo fossato e bussò allaporta. Fatto entrare e aiutato a smontare di sella, il cavalierefu subito condotto in una camera, disarmato e ospitato per lanotte. Il mattino dopo andò ad ascoltare la messa e vide chesulla destra dell‟altare dove il prete si accingeva a celebrare viera un banco chiuso da un‟inferriata e, dietro, un magnificoletto ricoperto da un drappo di seta preziosa intessuta d‟oro sucui era coricata una figura. Ma poiché non poteva capire se sitrattasse di un uomo o di una donna perché aveva il visocoperto, smise di osservarla e si concentrò sulla funzione. Almomento della consacrazione, però, la figura si alzò a sedere esi scoprì il capo. Allora Percival si avvide che era un uomo chesembrava vecchio di trecento anni e che portava in testa unacorona d‟oro; era nudo fino all‟ombelico, e le spalle, le bracciae il viso apparivano coperti di ferite. Con le mani tese verso ilcorpo di Nostro Signore, il vegliardo pregò:« Bello e dolce padre Gesù Cristo, non dimenticarmi! »Poi si distese di nuovo senza cessare di invocare Dio e allafine della messa il prete gli somministrò la comunione. Allorail malato si tolse la corona e la fece deporre sull‟altare. SerPercival chiese a un frate chi fosse.« Avrai di certo sentito parlare di Giuseppe di Arimatea » glirispose il religioso. « Dopo aver convertito il re di SarrasEvelake, venne con lui a insegnare e predicare la fede cristianain questa terra dove subì la persecuzione dei nemici di Dio.Una volta Evelake, che si adoprava per rimanere semprevicino al Sangrail, vi si accostò troppo e cadde in disgrazia diNostro Signore che lo colpì facendogli perdere quasi del tuttola vista. Allora Evelake impetrò misericordia dicendo:524« Buon Signore, non permettere che io muoia fino a quandopotrò baciare e vedere chiaramente il mio discendente checompirà la ricerca del Sangrail. »Come ser Percival si batté con dei cavalieri che trasportavanoun morto« Allora » proseguì il frate « re Evelake sentì una voce chediceva: "La tua preghiera è stata accolta: non morirai finchéegli ti avrà baciato. Quando l‟eletto arriverà, i tuoi occhiriacquisteranno la vista e tu potrai guarire dalle ferite che nonsi saranno ancora rimarginate".« Così il re vive santamente da trecento anni, e si dice cheadesso il cavaliere che lo dovrà risanare si trovi a corte. »Lasciato il monastero, verso mezzogiorno ser Percivalincontrò in una valle una ventina di guerrieri che trasportavanoin barella un cavaliere morto e che, saputo che egli appartenevaalla corte di re Artù, lo assalirono gridando:« A morte! A morte! »Ser Percival gettò subito a terra il primo lasciandolo sotto lezampe del cavallo, ma poiché in sette lo colpirono contemporaneamentesullo scudo mentre gli altri gli uccidevano lacavalcatura, cadde in terra a sua volta. Stava per esserecatturato o ucciso, quando Galahad, sopraggiunto per caso evisti tanti guerrieri che si accanivano contro uno solo, mise lalancia in resta ingiungendo loro di lasciarlo. Poi li caricògaloppando a briglia sciolta, spezzò la lancia su quello che gliera più vicino facendolo finire al suolo con il cavallo, e infinemise mano alla spada e menò fendenti a dritta e a manca contale abilità che ogni colpo abbatteva o feriva un avversario,finché i superstiti si rifiutarono di continuare la lotta e fuggironoin un folto.Ser Percival lo riconobbe dall‟armatura rossa e, vedendoche si allontanava all‟inseguimento dei fuggitivi, si dolse diessere rimasto a piedi e si mise a gridare:« Fermatevi, bel cavaliere; permettetemi di ringraziarvi perquello che avete fatto per me! »Ma Galahad continuò a galoppare e scomparve ben prestodalla sua vista. Percival gli corse dietro senza smettere diurlare e quando incontrò un villano che, montato su un525ronzino, portava per le briglie un destriero grosso e nerocome un orso, lo pregò di prestarglielo.« Vi prego di scusarmi, signor cavaliere, ma non posso » glirispose però l‟uomo. « Se lo cedessi a voi o a chiunque altro, ilsuo padrone mi ucciderebbe. »« Ahimè, se sapeste quanto mi dispiace di aver perso divista quel cavaliere! » esclamò Percival.« Ne sono rattristato per voi, tanto più che avreste davverobisogno di un buon cavallo, ma questo non oso consegnarvelo.Voi, però, potreste impadronirvene! »« No, non lo farò mai » affermò Percival, sedendo sotto unalbero e lamentandosi forte. Intanto il villano si era allontanatoe dopo poco davanti a Percival passava un cavaliere inarmi a cavallo proprio del destriero nero del villano.Come il villano chiese a Percival di riprendergli il cavallo,come fu ucciso il ronzino che ser Percival montava, ecome questi riuscì infine a procurarsi una cavalcaturaNon passò molto che tornò al galoppo anche il villano, che sifermò a chiedere a Percival se avesse visto il cavaliere suldestriero nero.« Sì, ma perché me lo domandi? »« Me l'ha strappato con la forza e il mio signore mi ucciderà.»« Cosa vuoi che ci faccia, io? Se avessi un buon cavallo te loriporterei in fretta, ma vedi bene che sono a piedi. »« Allora prendete il mio ronzino e fate del vostro meglio. Iovi seguirò per vedere come andrà. »Montato sul ronzino, ser Percival galoppò più lesto chepotè finché, avvistato il cavaliere, gli intimò di voltarsi equello girò il cavallo, abbassò la lancia e l‟affondò nel pettodel ronzino scaraventandolo al suolo insieme a Percival. Poisi allontanò per la sua strada.« Aspetta, malvagio, vile e sleale! Torna indietro e battiti apiedi » gli gridò dietro il giovane.E poiché l‟altro continuava a galoppare senza rispondergli,capì che non sarebbe tornato e gettò via l‟elmo e la spadadandosi dello sventurato e lamentandosi più forte di prima.Rimase immerso nel dolore per tutto il giorno, e quando526scese la notte, si sentì molto debole; allora si distese e siaddormentò.Era mezzanotte quando fu svegliato dalla voce di unadonna che lo apostrofava severamente:« Cosa fate qui, ser Percival? »« Nulla, né di buono né di cattivo. »« Allora vi presterò il mio cavallo perché possiate andaredove volete, ma a patto che mi promettiate di porvi al mioservizio quando vi manderò a chiamare. »Ser Percival fu ben lieto di accogliere la proposta. Allora ladama gli ordinò di aspettarla e poco dopo tornò con unenorme destriero nero come l‟inchiostro e bardato con grandericchezza. Ser Percival ne fu stupito, ma era talmenteimpaziente che balzò in sella, diede di sproni e galoppò nellaforesta al chiaro splendore della luna, senza pensare troppoalle conseguenze. Meno di un‟ora dopo, il cavallo lo avevaportato a una distanza di quattro giornate di viaggio sullasponda di un‟acqua che rumoreggiava impetuosa.Del grande pericolo in cui si trovò ser Percival a causa delcavallo, e come vide un serpente lottare con un leoneSul punto di inoltrarsi nel gorgo tempestoso, ser Percival sitracciò il segno della croce sulla fronte; ed ecco che il cavalloprese a scrollarsi con violenza, gettò giù il cavaliere e siprecipitò nell‟acqua gridando, ruggendo e lamentandosi comese si sentisse bruciare. Allora il giovane capì che il demonioaveva cercato di portarlo alla perdizione e si raccomandòa Dio, pregando che lo tenesse lontano dalle tentazioni.Rimase in preghiera per tutta la notte, e quando fu giornochiaro si accorse di trovarsi su una selvaggia isola montagnosaabitata solo da bestie feroci. Rendendosi conto di nonavere alcuna possibilità di scampo, discese in una valle evide un serpente che trascinava un giovane leone tenendoloper il collo. In quella, dietro al rettile sbucava un leoneenorme e si avventava contro di esso ruggendo e urlando. SerPercival, spaventato, pensò di fuggire; ma poiché il leoneaveva raggiunto il serpente e lo aveva attaccato, decise diaiutarlo, perché a suo parere un leone era un animale piùvicino alla natura di quanto fosse un serpente. Perciò estras527se la spada, si riparò dietro lo scudo e uccise il rettile. Alloravide che la fiera non solo non mostrava di volerlo assalire,ma anzi gli faceva le feste come un cagnolino; gettò quindi interra lo scudo rotto e, accaldato per la lotta sostenuta, si tolsel‟elmo per rinfrescarsi; poi si mise ad accarezzare la fiera sulcollo e sulle spalle ringraziando Dio per avergli mandato uncompagno. Quando però si avvicinò il mezzogiorno, il leonese ne andò con il suo piccolo, lasciandolo solo.La storia dice che ser Percival era uno degli uomini piùreligiosi che vi fossero al mondo in quei tempi in cui benpochi credevano in Dio senza riserve, e i figli non rispettavanoi padri e li trattavano come estranei. Egli quindi cercòconforto in Nostro Signore Gesù pregandolo affinché le tentazioninon lo allontanassero dal servizio di Dio ed egli potessecontinuare ad essere Suo leale campione. Aveva appenafinito di recitare le sue orazioni, che il leone tornava e andavaad accucciarglisi ai piedi.Poi, mentre di notte dormiva accanto alla fiera, Percivalebbe un sogno straordinario: gli si avvicinavano due dame,una giovane a cavallo di un leone e una vecchia a cavallo diun serpente. La più giovane gli diceva:« Ser Percival, il mio signore ti saluta e ti manda a dire diprepararti perché domani ti batterai con il campione piùforte del mondo. Se sarai vinto, sarai mutilato e disonoratoper sempre. »Egli le chiedeva chi fosse il suo signore, e la dama glirispondeva che era il più grande sulla terra, poi scomparivasenza che ser Percival potesse capire dove fosse andata.Della visione di ser Percival, come fu interpretata, e delsuo leoneAllora si faceva avanti la dama a cavallo del serpente ediceva:« Ser Percival, sono venuta a protestare per quanto mi haifatto senza che io ti avessi offeso. »« Ma io, signora, non ho mancato né verso di voi né versoalcun‟altra » rispondeva Percival.« Sì, invece, e ti dirò perché. Ieri hai ucciso un serpente cheportava una preda tra le fauci: lo avevo allevato io ed esso528era da tempo al mio servizio. Dimmi perché l‟hai fatto; dopotutto, quel leoncino non era tuo. »« Lo so bene, signora » replicava il cavaliere « ma ho uccisoil serpente perché il leone è di natura di gran lunga piùgentile. Tuttavia mi sembra di non avervi fatto torto. Cosavorreste da me, ora? »« In espiazione dovrai porti al mio servizio. »Poi, di fronte al diniego del cavaliere, continuava sdegnata:« Da quanto hai ricevuto l‟omaggio da Nostro SignoreGesù Cristo non sei stato mai il mio servo! Ma ti assicuro chese ti coglierò alla sprovvista, ti catturerò come un servitorefuggito! »E si allontanava lasciando Percival addormentato, ma penosamenteturbato dalla visione. Al risveglio il giovane sisentì debole; si fece il segno della croce, poi guardò verso ilmare e vide che una nave, tutta coperta di candidi drappi disciami to, stava prendendo terra non lontano. Allora salì abordo. Gli si fece incontro un vecchio vestito di una cotta daprete, che il giovane salutò.«Dio ti assista» gli rispose l‟altro. «Da dove vieni?»« Appartengo alla corte di re Artù, signore; sono un cavalieredella Tavola Rotonda alla ricerca del Sangrail e mi trovoin un penosa situazione. Probabilmente non potrò mai fuggireda questo luogo. »« Se sei un cavaliere leale e coraggioso come richiede l‟ordinecui appartieni, non devi temere la morte. »« Chi siete? »« Vengo da un paese straniero e sono qui per confortarti »gli rispose il vegliardo.« Signore, potreste svelarmi il significato del sogno che hoavuto questa notte? » gli chiese allora ser Percival narrandoglieloper intero.« Colei che cavalcava il leone era anche la più giovaneperché rappresenta la nuova legge della Santa Chiesa, cioè lafedeltà, la speranza, la fede e il battesimo ed è nata con laPassione e la Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo. Èvenuta da te perché ti ama e ti voleva avvertire della grandebattaglia che ti aspetta. »« Con chi dovrò misurarmi? »« Con il campione più temibile del mondo e, come disse ladama, se perderai non te la caverai solo con una mutilazio529ne, ma sarai disonorato fino alla fine dei tempi. La più vecchia,invece, rappresenta la legge antica; e quando ti harimproverato per averle messo a morte il serpente, che significail demonio, non intendeva il rettile che hai ucciso dispada bensì il Nemico che ti ha portato sull‟isola e che tu haiprivato del suo potere facendoti il segno della croce. Quandopoi ella ti richiese, come risarcimento, di divenire suo servo,intendeva indurti a credere in lei, rinnegando il battesimo.Ma tu le dicesti di no » gli rispose il vecchio, ordinandogli poidi scendere.E appena il giovane fu a terra, la nave si allontanò dirigendosichissà dove. Allora Percival risalì verso il centro dell‟isolae ritrovò il suo leone che accarezzò con affetto, lieto chenon lo avesse lasciato.Come ser Percival vide che una nave si dirigeva verso dilui, e come la dama che si trovava a bordo gli raccontò diessere stata diseredataVerso mezzogiorno, ser Percival scorse una nave che solcavail mare a un tale velocità da sembrare sospinta da tutti iventi del mondo e che prendeva terra sulla riva. Il giovane siaffrettò a raggiungerla e vide che era tutta coperta di unaseta più nera d‟un orso e che a bordo si trovava una gentildonnabellissima vestita con sfarzo straordinario.« Chi vi ha portato in questo deserto da cui non usciretemai, per morirvi di fame e di dolore? » ella gli chiese.« Signora, sono al servizio dell'Uomo migliore del mondoche non permetterà che io muoia, perché chi bussa alla Suaporta potrà entrare, chi chiede potrà ricevere, ed Egli non sinasconde a colui che lo cerca » fu la risposta del cavaliere.« Devo dirvi che vengo dalla foresta desolata dove ho vistoil cavaliere rosso con lo scudo bianco » gli disse la dama.« Ah, quanto vorrei incontrarlo! » esclamò Percival.« Allora, signor cavaliere, garantitemi sulla fede che dovetealla cavalleria di obbedirmi allorché vi cercherò, e io vicondurrò da lui.»«Ve lo prometto» si affrettò a dire il giovane.« Ebbene » continuò la dama « quando l‟ho incontrato stavaincalzando due cavalieri nel fiume che ha nome Mortaise.530Quelli erano talmente impauriti che sono entrati nell‟acqua ehanno raggiunto la sponda opposta. Al cavaliere rosso, invece,è annegato il cavallo, e l'ho visto guadagnare la riva agran fatica. »Poi la dama gli domandò da quanto tempo non mangiasse.« Sono quasi tre giorni; ma or non è molto ho conversatocon un buon uomo che mi ha ristorato nutrendomi con i suoisanti accenti » le rispose ser Percival, lieto di aver avutonotizie di Galahad.« Ah, cavaliere, ma quell‟uomo è uno stregone che giocacon le parole! » gli disse però la dama. « Non gli prestate fede,perché ne sarete disonorato e morirete di fame su quest‟isoladivorato dalle fiere. Ma poiché siete un cavaliere giovane evaloroso, se vorrete io vi aiuterò. »« Ma chi siete, e perché mi usate tanta cortesia? »« Un tempo ero la dama più ricca del mondo, ma poi sonostata defraudata di quello che possedevo. »«Me ne dispiace per voi! Chi lo ha fatto?»« Vivevo con un uomo molto potente che mi aveva resa cosìbella e pura da non avere eguali, ma siccome ero un po‟ piùorgogliosa della mia avvenenza di quanto avrei dovuto, glidissi qualcosa che gli dispiaque. Egli non mi volle più con sé,mi strappò l‟eredità e si comportò spietatamente anche concoloro in cui riponevo la fiducia e con la mia corte. Poi però,elargendo doni e promesse, sono riuscita a portargli via ungran numero dei suoi uomini e a renderli ligi a me, mapoiché la contesa continua, sono costretta ad adoprarmi pertrarre dalla mia parte tutti i cavalieri valorosi che incontro.So chi siete e quindi vi supplico di aiutarmi, anche perchéquale compagno della Tavola Rotonda non potete rifiutare dipresentare assistenza alle gentildonne diseredate che invocanoil vostro soccorso. »Così ser Percival le promise il proprio aiuto ed ella loringraziò.Come ser Percival promise alla dama di aiutarla e larichiese d'amore, e come poi fu salvatoA quell‟ora faceva caldo. La dama chiamò quindi una dellesue damigelle e la pregò di rizzare una tenda, che fu piantatasul terreno ghiaioso e Percival, grato, si tolse l‟elmo e lo531scudo e si mise a dormire. Dopo aver riposato a lungo,domandò alla dama se avesse del cibo ed ella dette subitoordine di imbandire una tavola che con grande stupore di serPercival portava le più varie e abbondanti vivande che egliavesse mai visto. Il cavaliere mangiò e bevve, ma il vino erafortissimo ed egli se ne sentì riscaldato. Allora si mise aosservare attentamente la dama e la giudicò la creatura piùbella del mondo. Perciò la richiese d‟amore e la pregò diessere sua. La dama rifiutò, ma ogni volta che Percival insistevacon le sue profferte, ella si schermiva in modo tale daaccenderlo sempre di più. Infine, quando lo vide bene infiammato,gli disse:« Non soddisferò il vostro desiderio finché non mi giureretedi essere da ora innanzi il mio leale servitore e di fare unicamenteciò che vi ordinerò. Volete promettermelo, da lealecavaliere? »« Sì, bella signora, sulla mia parola. »« Allora potrete fare con me quello che vorrete! Del resto,siete l‟uomo che desidero di più al mondo. »Due scudieri ebbero l‟ordine di approntare un letto nelpadiglione, poi la dama si svestì e si coricò, e ser Percival le sidistese nudo accanto; ma, per caso e per grazia di Dio, gliaccadde di vedere sul pavimento una spada snudata con ilpomo in forma di croce rossa su cui spiccava la figura delCrocefisso. Allora si sovvenne della propria cavalleria e dellapromessa fatta al sant‟uomo e si segnò sulla fronte; ed eccoche il padiglione si capovolse e si mutò in fumo e in unanuvola nera.« Buono e gentile Padre Gesù Cristo » pregò spaventato ilcavaliere « non permettere che sia disonorato! Se la Tuabuona grazia non si fosse manifestata, sarei stato perduto! »Come ser Percival si trafisse per penitenza una coscia, ecome si seppe poi che la dama era il diavoloPercival girò lo sguardo verso la nave, vide che la dama stavacorrendo per salire a bordo lamentandosi di essere statatradita. Poi l‟imbarcazione fu trascinata via dal vento traurla e ruggiti, e sembrava che si lasciasse dietro una scia diacqua ardente.532Il cavaliere cominciò allora a levare alti lamenti e, volgendola spada contro la propria persona, gridò:« Punirò la mia carne, che vuole avere impero su di me! »E si trafisse la coscia facendone sprizzare il sangue.« Oh, buon Signore » aggiunse poi « accogli questa miaespiazione per quello che ho fatto contro di Te. »Infine si rivestì e si armò, senza mai cessare di darsi delmiserabile.« Quanto sono stato vicino a perdere me stesso » diceva « ela purezza che non avrei mai più potuto riavere! »Era intento ad arrestare il sangue con un brandello dellacamicia, quando vide venire dall‟oriente la stessa nave su cuiil giorno prima aveva parlato con il santo vegliardo; allora fucolto da una tremenda vergogna, e cadde svenuto. Una voltaripresosi, si avvicinò con passi deboli al buon uomo e losalutò.« Cosa hai fatto dacché sono partito? » gli chiese il vecchio.« Una gentildonna è venuta qui per indurmi in peccatomortale » gli rispose il cavaliere raccontandogli l‟accaduto.« Non la conoscevi? »« No, signore, ma ho capito che l‟aveva mandata il diavoloper farmi perdere l‟onore. »« Sei uno stolto! » esclamò allora il vecchio. « Quella donnaera il principe dell‟inferno che governa su tutti gli altri demoni.»Quindi gli narrò come fosse stato l‟angelo più fulgido deicieli, che Nostro Signore aveva diseredato e bandito a causadel suo peccato.« Ed era lui anche il campione con cui ti battesti e che,senza la grazia di Dio, ti avrebbe vinto. Ora sta‟ in guardia,Percival, e considera quanto ti è accaduto come un ammonimento» aggiunse scomparendo.Allora ser Percival raccolse l‟armatura, salì sulla nave epartì.Qui finisce il libro di ser Percival, che era il quattordicesimo.Segue ora il quindicesimo che tratta di ser Lancillotto.533
![](https://img.wattpad.com/cover/42367289-288-k371496.jpg)