Caffeina

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Rientrano a casa di Manuel che è praticamente ora di cena, Simone lo ha seguito per evitare di stare completamente solo in quella casa enorme; Laura invece ha preferito andare a casa sua che comunque non può assentarsi da lavoro e il giorno successivo ha il turno di mattina.

«Ecco, non è na reggia come la tua ma te poi mette comodo» gli fa strada oltrepassando l'ingresso.

«Manuel» lo richiama Simone «Grazie, e scusami per la sfuriata di prima» abbassa lo sguardo sulle sue mani intente a torturarsi le pellicine.

Manuel lo raggiunge a passi lenti e gli posa le mani sulle spalle «Simo, non devi chiede scusa de niente. Io non c'ho un fratello e non posso manco immagina come te senti, quindi sta sereno» lo rassicura.

Si dirigono in cucina e Manuel recupera delle pentole dai pensili in alto «Faccio un piatto de pasta, te va de mangia qualcosa?»

Simone annuisce, e fissando la schiena del ragazzo intento a mettere su l'acqua pone una domanda che gli ronza in testa da quando ha ricevuto la chiama di Manuel.

«Secondo te chi è stato?» chiede con un filo di voce.

Manuel si irrigidisce e drizza le spalle, posa la pila di acqua sul gas e dopo aver acceso il fornello si volta nella sua direzione poggiandosi di schiena al piano della cucina.

«Non lo so Simo, io na mezza teoria ce l'avrei, ma nce vorrei crede però»

«Esponi» replica Simone muovendo la mano a palmo aperto per invitarlo a parlare.

«L'altro giorno quanno ho parlato co Enea-» inizia a sentirsi in colpa alla sola idea che tutto questo sia accaduto a causa sua, quindi fa fatica a sostenere lo sguardo del minore «lui m'ha detto che aveva visto come se semo guardati fori dal lavoro»

«Ma che cazzo c'entra Jacopo?» inizia ad agitarsi Simone, che il senso di colpa lo sente crescere anche in se stesso «Cioè metti pure che avesse avuto ragione su di noi, e comunque non è giustificato, ma perché prendersela con Jacopo mi chiedo? Poteva venire a cercare me se proprio volev-» si interrompe quando realizza quello che sta dicendo, ed inizia a mettere insieme i pezzi «Aspetta.. lui non sa-»

«Non ha mai visto Jacopo, Simo» riporta lo sguardo negli occhi dell'altro «o mejo, non v'ha mai visti insieme, non sa che c'hai un gemello»

«Sto grandissimo pezzo di merda» Simone stringe i denti e i pugni «Cioè sto grandissimo stronzo ha dato per scontato che c'era qualcosa tra noi solo per come ci siamo guardati.. nemmeno a dire chissà cosa avessimo detto o fatto!»

«Me sento na merda Simo» Manuel inizia a tremare, scaricando tutta la tensione accumulata in quelle poche ore «è tutta colpa mia, questo non doveva succede, me dispiace davvero. Se non me voi più vede, se ce l'hai co me, lo capisco io davvero non-»

Simone si alza dalla sedia e a grandi falcate raggiunge Manuel chiudendolo in un abbraccio «Shh Manu, stai tremando» gli accarezza la schiena col palmo aperto «non è colpa tua, e se proprio vuoi pensarlo allora lascia che mi prenda anche io la mia parte di colpa».

«Io dovevo evita de farlo avvicina a te, a voi» delle lacrime iniziano a rigagli il volto «ce potevi sta tu al posto de Jacopo lo sai si? Cioè me dispiace comunque non me fraintende, ma se te fosse successo qualcosa io avrei dato de matto Simò»

«Jacopo si riprenderà, hai sentito il dottore no?» glielo sussurra in un orecchio «ora pensiamo a come prendere questo stronzo, che se proprio dobbiamo trovare un colpevole, quello è lui» si stacca dall'abbraccio e asciuga le lacrime di Manuel con la manica della sua felpa.

«Non c'avemo prove»

«E facciamo in modo di trovarle. Se Jacopo sporge denuncia sarà in grado di riconoscerlo no?»

Care ||  Simuel AU Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora