Epilogo II

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2 anni e mezzo dopo il giorno della proposta

Manuel si trova in piedi davanti allo specchio della stanza riservata a lui in quella grande villa. Si sta sistemando nervosamente la giacca nera del suo completo, cerca di lisciarne le pieghe inesistenti e sbuffa rumorosamente.

Anita compare dietro di lui posandolgli le mani sulle braccia e apparendo nel riflesso davanti a loro «Calmate a mamma, stai benissimo».

«Me sto a caga sotto ma» replica il riccio prendendo un respiro più profondo. La donna lo volta verso di lei e con un sorriso in volto gli sistema il colletto della camicia e il papillon «quanto sei bello amore mio» gli occhi gli si fanno lucidi.

«no Mà non comincia a piagne già adesso che te seguo a ruota eh» porta gli occhi al cielo per mandare indietro le lacrime.

«che ce posso fa a mamma, so emozionata. Nme pare vero che me regalate sta gioia e finalmente hai trovato qualcuno che te fa batte il cuore veramente»

«Nme pare vero manco a me, che alla fine me lo sposo pure. E' speciale Mà, l'ho capito dal primo momento» sussurra Manuel.

«E' speciale è vero, ma pure te lo sei. Ve meritate tante cose belle tutti e due, e io ve auguro tutto il bene del mondo a mamma. Perchè l'ho capito subito pure io che era quello giusto Simone, da quando me lo so trovato quella mattina a casa e pure quando ha fatto il bis della parmigiana mia»

Manuel sorride e abbraccia sua mamma in una stretta forte «Te vojo bene Mà» sussurra «Anche io a mamma».

Vengono interrotti dalla porta che si apre e due figure che ne fanno ingresso, una signora vestita elegante in un abito blu notte e di fianco a lei un uomo che somiglia terribilmente a quello che sta per sposare.

«Bello de zia fatte vede» Vittoria lo prende per le spalle e lo squadra dalla testa ai piedi «guarda qua che figurino tiè» si rivolge a Jacopo poi «ha acchiappato bene tu fratello eh, mi nipote è il più bello del mondo» si commuove leggermente.

Jacopo sorride e continua a guardare il cognato in evidente imbarazzo, questo intercetta il suo sguardo e freme dalla voglia di sapere cosa accade nell'altra stanza, quella in fondo al corridoio «Come sta?» chiede infatti.

«Eh come sta Manuè? Te lo devo di?» ride «Ancora non te sei imparato com'è fatto l'uomo tuo? Sta impanicato manco dovesse fa n'intervento a cuore aperto» e la stanza si riempie di leggeri risate colme di ansia ed emozione.

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«Mamma è sgualcita» Simone si rivolge a sua madre Floriana, tornata appositamente per il matrimonio a Roma un paio di mesi prima, sistemandosi la camicia che indossa sotto il suo completo blu scuro.

«Non è sgualcita Simone, rilassati amore mio» le prende il viso tra le mani «non hai motivo di essere nervoso, andrà tutto bene»

Rilascia uno sbuffo il corvino, passandosi le mani sugli occhi. E' teso, non ha chiuso occhio e il momento si avvicina. Vuole che sia tutto perfetto, vuole che la cerimonia vada esattamente come se l'è immaginata e soprattutto vorrebbe abbracciare Manuel subito per scaricare tutta l'ansia che ha in corpo, ma non può farlo.

«Tio» una vocina delicata e dolce lo ridesta dai suoi pensieri, si volta e nella stanza appaiono una Laura bellissima nel suo vestito azzurro pastello, abbinato ai suoi occhi, con in braccio quella che è la miniatura perfetta di lei e Jacopo.

Una bambina bellissima con gli occhi grandi come il padre e azzurri come la mamma. Dei capelli riccioli e biondi raccolti in una codina alta con sopra un fiocco rosa, abbinato al suo bellissimo e ampio vestito di tulle.

Care ||  Simuel AU Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora