Acido Acetilsalicilico

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È il terzo giorno che Simone manca da lavoro, si sta riprendendo per bene prima di farne rientro.

Non ha smesso di pensare a tutto l'accaduto e per fortuna ha sempre avuto Jacopo molto vicino a prendersi cura di lui.

Non sono mancate le visite di Laura, che al corrente di tutto e da buona cognata, lo ha coccolato quasi più che al suo stesso ragazzo e lo ha rimpizzato di medicine provenienti direttamente dalla farmacia in cui lavora.

Non sono mancati i messaggi di Manuel, che gli hanno alleggerito il cuore e la mente per qualche attimo.

Non sono mancati ovviamente i pensieri rivolti a Riccardo e alla sofferenza che si sta ritrovando ad affrontare a causa sua.

Jacopo d'altro canto, in questi giorni senza Simone si è avvicinato parecchio al maggiore. Si sono confrontati su tutto ciò che li ha travolti, si sono dati consigli a vicenda, si sono conosciuti più a fondo e sono diventati ottimi amici e confidenti.

«Che se fa oggi Manuè?» chiede Jacopo entrando in area 1.

È giovedì, e la settimana è quasi volta al termine, «Acido Acetilsalicilico Ja, prendi le polveri nello stanzino. B53 e A32 e poi vai alla pressa, al posto de Simo» risponde questo.

«Agli ordini» si porta la mano tesa alla fronte.

«Senti» gira la sedia in direzione del ragazzo «ce l'hai ncasco in più?»

«Seh, perchè? Sei venuto coi mezzi?»

«Si, ma nnè quello. Se non te dispiace vengo a fa visita ar malato»

«Per carità» alza le mani in segno di resa «nme permetterei mai de negavve n'incontro romantico al profumo d'aspirina», Manuel sorride e scuote la testa, continua poi «Avvisalo però, che a quello je pia ncoccolone»

«Naaah» sorride Manuel scuotendo la testa «preferisco l'effetto sorpresa»

«Eccallá» si porta una mano a palmo aperto sulla fronte «è la volta bona che me more de crepacuore la bell'addormentata»

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Termina la giornata lavorativa, entrambi si ritrovano nello spogliatoio a ridere e scherzare con battute da idioti, chiudono i loro rispettivi armadietti e si avviano verso l'uscita.

Continuano a camminare uno di fianco all'altro verso la moto dei gemelli, e Manuel ride rilasciato ad una squallida presa in giro di Jacopo su Vittoria, facendo con l'altro un continuo botta e risposta.

Jacopo lo fa barcollare con una leggera spintarella sul braccio, e appena Manuel ha ripreso l'equilibrio gli cinge poi le spalle col braccio e continua a parlargli sorridendo vicino all'orecchio, fino a che non arrivano in prossimità della vespa.

Dopo averlo liberato dalla presa, Jacopo gli passa il secondo casco - quello di Simone- che teneva sotto la sella e non appena finiscono di sistemarselo sulla testa, montano su e lasciano il parcheggio dell'azienda.

Jacopo alla guida, Manuel dietro con le mani poggiate sui suoi fianchi.

Sembrano proprio quel che in realtà sono: due colleghi e amici che lasciano il posto di lavoro.

Lo possono sembrare inevitabilmente agli occhi di tutti, tranne ad un paio che li osserva indisturbato da dietro i vetri scuri di una jeep nera appostata poco distante da lì.

«Questa te la faccio pagare cara, fosse l'ultima cosa che faccio» viene pronunciata a denti stretti questa frase che suona come una promessa piena di rancore.

Enea, che non si è bevuto per niente le parole del suo ex, ha preferito andare a vedere con i propri occhi per dar conferma ancora di più alla storia montata nella sua testa.

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