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Lucia è una ragazza di 25 anni, il suo sogno nel cassetto era correre per la scuderia Mercedes in Formula 1. Aveva sacrificato tutto pur di raggiungere il suo obiettivo, si era impegnata giorno e notte, era instancabile e affamata, voleva raggiungere i più grandi e competere con loro. Andava bene a scuola, non aveva molti amici, non beveva, non fumava, la sua infanzia e adolescenza erano incentrate al raggiungimento del suo sogno, correre al fianco di Lewis Hamilton, Max Verstappen ed eguagliare, se non battere, i record dei più grandi.

Il destino però aveva piani diversi per lei, un giorno, ebbe un brutto incidente in formula 2, i medici le dissero che era viva per miracolo, però non avrebbe più potuto correre. In una frazione di secondo, aveva perso tutto, si può chiamare vita questa? Lucia era grata per essere ancora qui, viva e vegeta, poteva raccontare la sua storia e crearne di nuove, però il mondo intorno a lei aveva perso colore, o forse, era lei ad aver perso interesse. Le persone intorno a lei la compativano, la guardavano con un velo di compassione e pietà, cosa che odiava con tutto il cuore, così decise di andare all'estero, a Londra, per la precisione, il tempo necessario per far sì che tutti si scordassero di lei e di quel brutto incidente.

Lucia cambiò completamente vita, riprese a studiare, si laureò, con il massimo dei voti e speciali complimenti dalla commissione, in fisioterapia e si specializzò nella preparazione atletica dei piloti. Inizialmente si concentrò sui motociclisti, lavorò affianco a grandi nomi, l'attuale campione in carica Pecco Bagnaia; non le dispiaceva la vita che stava vivendo, non aveva grandi amici, ma in questo modo nessuno si interessava a come stesse davvero. Ad interrompere la sua quiete, l'equilibrio che tanto aveva faticato a trovare, un giorno, il destino volle che la Formula 1 tornò a bussare nella vita della ragazza.

< Pronto?> chiesi

<Parlo con la signorina Lucia?> chiese la voce al di là del telefono

<Chi parla?> domandai

<Sono Andrea Stella, team principal della scuderia McLaren. Mi hanno sottoposto il suo curriculum con annesse lettere di raccomandazioni di numerosi piloti. Ho analizzato i suoi studi e il suo operato risulta eccellente ed è quello di cui abbiamo noi bisogno> affermò lui

<La persona che le ha sottoposto il mio curriculum è per caso Carlos Sainz?..> chiesi stizzita

<Ha importanza?> provò a evitare di rispondere lui

<Si signore. Ho chiuso con la Formula 1> affermai con un nodo alla gola

<Non sia precipitosa, venga a Woking, parliamone di persona e poi prenderà una decisione, conosco bene la sua storia, le chiedo solo di fare una chiacchierata, tutto qui> continuò lui dolcemente

<Va bene signore, accetto la chiacchierata. Solo perché Londra e Woking non sono troppo lontane> provai a mantenere le distanze

<Ottimo, le mando i dettagli dell'incontro e l'indirizzo via mail. La saluto, a presto!> concluse Stella.

Sospirai. Mi sentivo come se avessi combattuto il mio peggior nemico o come se mi fosse passato addosso un trattore, a voi la scelta.

Onestamente, dal giorno dell'incidente non avevo più messo piede in alcun tipo di auto, mi spostavo con i mezzi pubblici, a piedi o in moto, quest'ultima, era divenuta la mia migliore amica, la sera, quando per strada ormai non vi era più nessuno, montavo su e correvo per la periferia di Londra, spingevo la moto al limite, per sentirmi viva, come un tempo. Provare quell'adrenalina che per anni era stato il mio pane quotidiano.

Per quanto riguarda Carlos, beh, era l'unico amico che mi era rimasto. Ci conosciamo da bambini, è come un fratello per me e il giorno dell'incidente era al mio box, in una valle di lacrime.

Ad ogni modo...

Qualche giorno dopo quella telefonata, mi diressi a Woking, come da istruzioni. Come varcai la soglia della sede McLaren, tutto intorno a me mi ricordava quello che non avrei mai potuto raggiungere, quello che sognavo di avere,ma quel desiderio era ormai sfumato. Forse ero stata troppo ottimista, credevo che sarei stata in grado di gestirlo, ma la mia sicurezza iniziò a vacillare e le emozioni iniziavano a prendere il sopravvento. Parlai a lungo con Andrea Stella e Zack Brown, di tantissime cose, a partire dal mio futuro e presunto ruolo e contratto, fino ad arrivare al mio passato; la sensazione che provavo era strana, come ho varcato la soglia della scuderia, mi sentivo come se fossi tornata a casa dopo un lungo, lunghissimo, tempo di assenza; per una frazione di secondo, le mie paure avevano smesso di assillarmi, mi sentivo sicura, non giudicata.

Dopo quella lunga chiacchierata, decisi di prendermi qualche giorno per rifletterci su, non ero sicura di poter gestire il contorno della Formula 1 e al tempo stesso la mia instabilità emotiva, ma l'istinto mi urlava a squarciagola di provarci e così, alla fine, firmai il contratto come preparatrice atletica e fisioterapista della scuderia; il pilota a cui fui assegnata era Lando Norris. L'inglese si trovava in un periodo un pò critico della sua carriera, aveva a disposizione una discreta macchina, il cui rendimento era scostante. Non aveva ancora vinto una gara, aveva ottenuto un qualche podio, ma nulla di entusiasmante; tutti lo definiscono un bello che non balla. Ne avrei avuto di lavoro da fare per cercare di migliorare le sue prestazioni... se solo potessi ancora correrei, ballerei eccome, fino a farmi male i piedi.

<Lando, ti presento la tua nuova preparatrice atletica> mi presentò Zack

<Piacere, Lucia> allungai la mano verso il pilota, il quale mi guardò dall'alto in basso senza accennare ad un minimo movimento

<É uno scherzo?> domandò quasi divertito.

Scusami??

Lo guardai basita e con la rabbia iniziava a montare e a farmi ribollire il sangue.

<Cos'è credi che le ragazze non siano all'altezza di questo ruolo?> gli chiesi provocatoria ma decisa

<Perché tu credi di riuscire a reggere il mio ritmo stellina?> domandò saccente lui

<Sarai tu che dovrai reggere il mio. Sbaglio o non hai ancora vinto una gara?> ringhiai in risposta

Idiota.

Questo fu il nostro primo incontro, di lingue taglienti e sguardi infuocati ne abbiamo, speriamo solo di non dover scendere in guerra, altrimenti le cose per uno dei due sarebbero finite molto male.

Lando era rimasto colpito da quell'incontro, Lucia era una ragazza dal carattere spigoloso e l'anima inscalfibile, i suoi occhi erano scuri e impenetrabili; era rimasto colpito dal suo fare la dura ed era curioso di capirne la causa.
Vedete, le persone che hanno subito un trauma, si riconoscono al primo sguardo, sono persone estremamente meticolose, analitiche e precise nelle cose che fanno; non si sbilanciano mai in niente, non sono mai né troppo felici o tristi, non si fermano mai per non pensare troppo. Sono inarrestabili perché loro hanno già attraversato situazione difficili e sono consapevoli che  certi momenti si superano, ci possiamo piegare, ma non spezzare. Lucia era tutto questo, esattamente così.

Norris voleva saperne di più, voleva capire, ma ogni traccia che poteva esserci di lei, risaliva alla sua vita a Londra, fino ad allora, aveva vissuto come un fantasma. Com'era possibile? Chi era questa ragazza? Da dove è uscita?

Per Lucia, invece, era ben diverso. Quando tutto sembrava ormai perso, un lontano ricordo, il filo che la univa alla Formula 1, sembrava ricucirsi. È vero, la prospettiva e il suo ruolo erano completamente diversi da ciò che sognava ma per ora non si poteva di certo lamentare. Dopotutto era una privilegiata, o almeno così mi continuavano a ripetere tutti.
Sicuramente avrebbe chiesto spiegazioni a Sainz, ma per per il resto aveva deciso di provare a godersi il momento.

Gara d'Amore // Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora