12.

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Pov Lando

Ero preoccupato, io ero pronto già da 10 minuti e di Lucia nemmeno l'ombra, forse avevo marcato troppo la mano, che diavolo mi era venuto in mente?
Mi avviai verso lo spogliatoio femminile, vidi la porta socchiusa e senza fare troppo rumore sbirciai, l'occhio mi cadde sulla schiena di Lucia, era rivolta verso lo specchio e una grande cicatrice aveva attirato la mia attenzione; lei la stava guardando e accarezzando, poi dopo aver preso un bel respiro continuò a infilarsi la tuta da corsa.
Scappai via, tornai vicino ai go- kart e mi sedetti su un muretto, la testa tra le mani e un senso di colpa che man mano cresceva.

Come era possibile che non avessi mai fatto caso a quella cicatrice? Eppure l'ho vista più volte nuda.. Che idiota!

Ho tirato troppo la corda, effettivamente di quel giorno so molto poco, solo le informazioni che mi hanno raccontato, quel giorno io non c'ero e posso solo immaginare quanto sia stato difficile per lei.
Sentii dei passi avvicinarsi e quando alzai la testa, Lucia capii che qualcosa non andava

<Che hai?> mi chiese preoccupata

<Niente, torniamo a casa, che dici?> dissi alzandomi e camminando verso di lei

<Ho fatto qualcosa di sbagliato?> mi domandò con un filo di voce

<No no assolutamente, cosa vai a pensare.. sono io che..> iniziai a spiegare

<Cosa hai visto o saputo in questo lasso di tempo?> mi interruppe lei

<Niente..> dissimulai

<Lando Norris, tu sei tante cose, irritante, la maggior parte del tempo, ma sei soprattutto un pessimo bugiardo> mi comunicò lei, accigliata

Non risposi, non sapevo come uscirne, avrei fatto una pessima figura se le avessi detto di aver spiato, ero solo preoccupato, alla fine. Lei poggiò il casco per terra, poi si andò a sdraiare al centro della pista; mi invitò a seguirla e copiai i suoi gesti senza essere in grado di parlare

<Lo facevo sempre, prima di un gran premio, arrivavo prima di tutti e mi stendevo a terra, ispiravo ed espiravo ad occhi chiusi, volevo entrare in contatto con la pista. Quel giorno non lo feci, non so bene il perché, dovevo prenderlo come un segno del destino, non era giornata. Forse è meglio che sia andata così, chi lo sà..> confessò lei con la voce tremante

Non mi guardava, i suoi occhi erano fissi sul cielo, mentre io ero rapito dal suo triste racconto; si stava piano piano aprendo con me, sentivo che si fidava.

<Sono a un punto in cui non mi importa più di sforzarmi di far vedere il mio valore alle persone, sono stata capace di reinventarmi e questo mi basta, vorrei solo essere lasciata in pace> proseguì lei demoralizzata

Finalmente si voltò verso di me, sorrise nel vedere i miei occhi lucidi difronte a una mini frazione del suo dolore, allungò una mano, intrecciò le sue dita alle mie e mi disse
< Tu mi hai salvato Lando, in tutti i modi in cui una persona può essere salvata>

Il mio cuore in quel momento ebbe quasi un collasso, ero fin troppo sovrastimato per come l'ho trattata soprattutto all'inizio e di recente, e ora mi ritrovo qui completamente pazzo di lei, incapace di gestire tanta sofferenza.

<Passamene un po'> dissi di getto

<Che cosa?> mi guardo stranita Lucia

<Il tuo dolore, condividilo con me> affermai serio

<Nemmeno se potessi lo farei, non ti trascinerei mai a fondo con me> mi rispose dolcemente lei

<Ricordati che io so nuotare> le sorrisi calorosamente

Gara d'Amore // Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora