11

410 22 1
                                    

Ero estremamente nervosa per il weekend che mi attendeva a Imola; pista che adoro ma che ha visto infrangere i miei sogni, dal momento che il mio incidente è avvenuto lì. Dopo l'ultima volta che sono stata lì, la FIA ha preso delle decisioni importanti in materia di sicurezza, aggiungendo erba e ghiaia in punti in cui non erano presenti all'epoca. Solo Carlos e Logan sanno che il mio incidente sia avvenuto qui, spero vivamente che nessuno mi riconosca o si ricordi di me e che tutto fili liscio.

Notai che sia nel viaggio di ritorno a Woking che quello verso Imola, Lando era solo, la sua dolce metà non c'era. Non gli dissi niente, anche se Pierre mi aveva detto che aveva sentito che i due si fossero lasciati, a me il pilota non ha detto niente quindi non potevo avere una conferma in merito. La sua assenza era sì un grosso segnale ma magari Luisinha aveva solo un impegno di lavoro e non poteva venire in Italia.

Una volta atterrati a Bologna, dovevamo raggiungere Imola. L'intero team è montato su un van personalizzato, mentre per me, c'era una bellissima Ducati rosso fiammante ad attendermi.

<Vengo con te> disse Lando

<Non hai sempre detto che preferiresti lanciarti con il paracadute piuttosto che salire con me in moto?> gli feci il verso

<Lo confermo! Ma voglio fare un'eccezione> si pavoneggiò Norris

<Non questa volta> lo liquidai mentre il mio volto si incupì

L'inglese ignorò completamente ogni mia parola, indossò un casco e salì in sella.

<Che fai? Non vieni?> mi incitò lui

Sbuffai e scossi il capo contrariata, ma alla fine indossai le protezioni del caso e montai sulla moto.

<Tieniti forte schiappa!> lo invitai e poi, senza pensarci troppo, accelerai di colpo.

Una volta giunti a destinazione, nell'albergo prenotato dal team, Lando scese per primo dalla moto.

<Tu... Tu sei una delinquente! Ma sei fuori di testa?!> mi rimproverò lui

<Ti avevo avvisato che era meglio prendere il van> ridacchiai divertita

Parcheggiai la moto, ebbi a malapena il tempo di voltarmi che il pilota mi intrappolò tra il suo corpo e il sellino della moto su cui aveva poggiato entrambi le mani per bloccarmi ogni via di fuga

<Che fai?!> gli domandai confusa

<Ho chiesto una camera doppia> disse secco Norris

<Beh non è una novità visto che hai la ragazza> affermai inacidita

<La camera doppia è per te e per me> specificò Lando

<E Luisinha?> chiesi in un sussurro

<Non c'è mai stata gara> mi sorrise il pilota, il quale avvolse una mano intorno alla mia vita, mi attirò a sé e mi lasciò un bacio sulla guancia.

<Ora non correre troppo. Di te non mi fido per niente> puntualizzai

<Adoro quando mi respingi ma i tuoi occhi gridano il mio nome> mi accarezzò il viso lui

<Non giocare con me Lando> lo rimproverai

<Non ho mai giocato con te> mi scrutò con attenzione per poi avvicinarsi al mio orecchio

<Vorrei giocare in un altro senso, magari in camera da letto> sussurrò accarezzandomi la coscia per poi risalire al mio ventre e infilare le dita sotto il bordo della mia maglietta

<Cos'è? Mm? Lei non ti ha soddisfatto abbastanza?> affermai gelosa

<Non l'ho mai sfiorata, come chiudevo gli occhi, vedevo solo te, le tue forme.. dio solo sa cosa ho sognato.. immaginato> affermò lento, sussurrando Lando mentre continuava ad accarezzare la mia pelle rovente

Lo volevo anche io, le sue mani mi erano mancate come l'aria, volevo che lui prendesse possesso del mio corpo, facesse di me tutto ciò che vuole, perché lo desideravo.

<Fosse per me, ti prenderei anche adesso. Sulla sella di questa dannata moto> affermò famelico, facendo delle pause, in cui mi lasciava una scia di baci

<F-forse è meglio andare in camera> affermai in un sussulto quando la sua mano si insinuò nei miei pantaloni

<Ottima idea stellina> sibilò Lando e nel giro di pochi minuti ci trovammo in camera a fare l'amore

Restammo tutto il pomeriggio in camera poi ad un certo punto Lando mi disse che voleva portarmi in un posto. Un pò confusa, indossai un paio di jeans e una maglietta molto comoda ed uscimmo. Norris sapeva che non sarei mai salita su una macchina quindi ci dirigemmo alla moto e mise un indirizzo sul navigatore, che io seguì. una volta arrivati, il pilota scese di scatto, si tolse il casco e mi scrutò attentamente. Con movimenti lenti, mi tolsi anche io il casco e mi soffermai sulla scritta dinanzi al capannone, " Kartodromo". Scesi lentamente dalla moto, i miei occhi non si sganciavano da quella scritta.

<Lando...> sibilai

Il petto iniziò a muoversi velocemente, il mio respiro si fece sempre più corto, il mio cuore batteva all'impazzata e le mi gambe erano molli. Vacillai, a causa di un breve capogiro, ma Norris mi sostenne tempestivamente

<Ehi. Ehi. Ehi. Piano.. piano> provò a calmarmi il pilota

Lando aveva gli occhi sbarrati, era spaventato, più mi sentivo soffocare e più lo vedo preoccuparsi, il suo senso di impotenza stava prendendo il sopravvento. A un certo punto, poggiai il fronte contro la sua spalla, avevo gli occhi chiusi e provai a calmare quanto meno il respiro.

<Mi-mi dispiace... Ho esagerato.. io non volevo.. > sibilò il pilota pieno di sensi di colpa

<Non è colpa tua..> provai a rincuorarlo ma parlare mi risultava difficile

L'inglese, una volta che mi vide più tranquilla, corse a prendermi dell'acqua, che poi mi porse dolcemente. Vedevo che osservava ogni mia mossa, se ne stava lì in silenzio, pensieroso, incupito.

<É stato qui..> dissi con un nodo alla gola

Norris fissò i suoi occhi su di me, attento.

<Imola mi ha tolto tutto. Qui ho fatto il mio incidente> spiegai a fatica

Lando abbassò lo sguardo a terra per un istante, poi lo rialzò.

<Lo so.. ti ho portato qui proprio perché volevo che ti desse indietro almeno un briciolo di fiducia in più> mormorò dolce il pilota

La dolcezza delle sue intenzioni mi aveva sciolto il cuore. Per alcuni minuti non dissi niente, cercavo solo di riprendermi il più velocemente possibile, i miei attacchi d'ansia erano certamente diminuiti ma non spariti; Norris era seduto accanto a me, era appoggiato alla moto ed io ero appoggiata a lui, mi teneva stretta la mano e nel mentre mi accarezzava i capelli, lasciandomi qualche dolce bacio ogni tanto. Tra le sue braccia mi sentivo al sicuro, in grado di poter affrontare qualsiasi cosa, così presa da uno slancio di coraggio, visto anche il motivo per il quale fossi lì, presi il toro per le corna.

<Va bene, proviamoci> dichiarai

Lando si immobilizzò all'istante. Era stato preso alla sprovvista

<No, torniamo in hotel, magari un altro giorno> provò a farmi desistere

<Hai paura di essere battuto schiappa?> provai a risollevargli l'animo scherzando

<Paura io? Di te?> rise divertito

<Allora andiamo> lo incalzai alzandomi

Norris copiò i miei gesti ma una volta in piedi, mi bloccò.

<Solo se te la senti, se lo vuoi tu. Non farlo per me> disse serio guardandomi negli occhi

<Lo faccio per me> affermai non troppo convinta

Così, con qualche remora, decidemmo di entrare.

Andammo a indossare la tuta come prima cosa e già qui, le emozioni iniziarono a sovrastarmi, mi guardavo allo specchio e quasi non mi riconoscevo. Forse era veramente arrivato il momento di aprire l'armadio e liberare tutti gli scheletri al suo interno.

Gara d'Amore // Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora