4.

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Pov Lando

<Cosa ci fai tu qui?> mi chiese Lucia arrabbiata

<Volevo scusarmi> sibilai imbarazzato

< Scuse non accettate, puoi andare> mi liquidò lei

<Per favore.. io ho esagerato.. non credevo.. non sapevo..> balbettai confuso non sapendo bene che dire

<Carlos ha fatto la spia vero?> domandò seccata

<Lucia io..> provai a dire

<Lo so> mi interruppe. <Volevo evitare esattamente questo. Odio la pietà e la compassione.. > disse abbassando lo sguardo, improvvisamente i suoi piedi erano diventati interessantissimi da osservare.

Le misi un dito sotto al mio mento e le sollevai il volto, costringendola a guardarmi nuovamente

<Non provo pietà o compassione ma ammirazione. Sei la persona più forte e coraggiosa che io conosca> affermai dolcemente

<Beh non la pensavi proprio così prima, vuoi che ti faccia un promemoria delle tue parole?> mi rimbalzò duramente

Auch! Me lo meritavo

<So cosa ho detto e me ne sono pentito all'istante. Ero infastidito perché sembravo l'unico che non sapesse niente, mi sentivo escluso e ho reagito così, seppur sbagliando, non voglio giustificarmi> dissi cercando una qualche attenuante

La nostra conversazione fu interrotta da Carlos, il quale venne prettamente in soccorso , per provare da fare da intermediario. Leggevo negli occhi dello spagnolo la paura che Lucia mi incenerisse. Lei oppose molta resistenza, non voleva vedere e parlare con nessuno ma alla fine cedette.
Ordinammo del room service e mangiammo in tranquillità, Lucia e Carlos erano molto affiatati e complici, avevano un bellissimo rapporto; una volta terminata la cena, ci sistemammo sul balconcino della stanza per finire il discorso iniziato in precedenza.

Avevamo trovato un punto di incontro, Lucia aveva parlato molto poco, al posto suo fu Carlos a spiegarmi molte cose. Mentre Sainz parlava, i miei occhi erano fissi su di lei, studiavo ogni sua espressione, ogni suo gesto e mi sentivo sempre più piccolo, sempre più stupido.
In un frangente, mentre Lucia era assente, lo spagnolo mi diede un piccolo consiglio

<Sii paziente, abbaia ma non morde. La vita non è stata clemente con lei, nemmeno con la sua famiglia in realtà, correre era il suo più grande desiderio, aveva sacrificato tutto, quel giorno, una parte di lei è morta.> confessò a voce bassa

Ascoltai attentamente le parole di Sainz, non potevo nemmeno immaginare la sofferenza che si portava dietro Lucia e più mi raccontavano qualcosa, più mi sentivo stupido per averla giudicata senza sapere.
Quando sentimmo dei passi alle nostre spalle, Carlos smise di parlare e io mi alzai in piedi, rivolgendomi verso di lei.

<Hai dimenticato questo in autodromo> le allungai il pass

<Oh non l'ho dimenticato > rispose lei beffarda

<Non te ne andare> dissi di getto

<Cos'è ti mancherei?> mi prese in giro lei

<Hai dovuto rinunciare a tanto, non rinunciare a questo per colpa di un cretino> le consigliai con un filo di ironia

<Cretino? Aggettivo alquanto riduttivo direi> rimase sulle sue lei

<Se desideri che mi metta in ginocchio e pregarti sono disposto a farlo> la informai serio

<Oh per carità!> esclamò lei
<Dammelo> mi ordinò lei riferendosi al pass

<Ritengo le tue dimissioni ritirate> le sorrisi soddisfatto

Gara d'Amore // Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora