Sulla soglia del sonno al passar dalla strada,
In quel buio inquinato di corriere dormienti,
Mi fan veglia le auto, i notturni passanti
E nebbiosi son branchi i pensieri sospesi.
Son momenti silenti, di un'attesa infinita,
D'incapace controllo del tempo sfuggente.
La mente rincorre le cose da fare e la mano
Si ferma, irrequieta, scompare: diventa un alieno, uno scomodo estraneo condiviso in un corpo che torna a girare.
La sete mi alza, in piedi, cammina, un lampo, la luce... la bestia è sopita.
Tornare disteso, ma ancora incapace,
Dannato chi riesce - fortuna - a dormire.
Ma ecco la mia, di ingrata fortuna:
Il tuo fianco, il mio orecchio, messo lì solo a rubare
Il tuo battito lieve, un tamburo cullante di
Pace incosciente. Il tuo petto solleva la mia
Testa dolente, si abbassa, riprende,
Il tuo cuore dispiega il suo ritmo soave.
È la pace dei sensi, un cantare sommesso,
Una nenia solenne di tonfi in levare:
Tu-tum tu-tum tu-tum tu-tum tu-tum tu-tum,
Tu-tum, tu-tum, tu-tum. Tu-tum. Tu-tum. Ənf...
Tu-tum. Həf... Tu-tum. Ənf...Tu-tum. Həf...
Tu-tum. Ənf... Tu-tum. Həf... Tu-tum. Ənf...
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Apeimeron. Racconti e poesie
Short StoryDal greco "di infiniti giorni", raccolgo qui racconti autoconclusivi e quelle poche poesie che scrivo, in maniera sparsa e senza soluzione di continuità.