PRIMO EPISODIO - CAPITOLO 2

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LARAI

Un ruggito lontano mi rimbomba nelle orecchie.

La porta, aperta violentemente, sposta l'aria con velocità, e io ritorno sulla scogliera, il vento violento, omicida. Però sono nella stanza di Darian e mi costringo a pensare che non c'è nulla di pericoloso qui.

Ora non c'è più quell'urlo di disperazione che mi faceva sanguinare le orecchie.

- Ehi dormigliona! È ora di alzarsi!

Aikane piomba sul letto e mi fa sobbalzare provocandomi dolori ovunque.

- Vacci piano, ho male ovunque.

- Lo so. Sono qui per medicarti.

Lo guardo incuriosita mentre mi metto seduta e lui mi sorride raggiante. Tira fuori da non so dove gli oli essenziali che prepara Cammi, la sorella maggiore del nostro piccolo Elayaa, e inizia ad allinearli meticolosamente sulla coperta.

- Da quando sai come medicare?

Lo punzecchio un po'. Voglio anche io un po' di allegria spensierata come quella che ha lui, e il sorriso di Aikane mi invita ad alzare un poco gli angoli delle mie labbra perché per me è facile essere contagiata da un sorriso o da una smorfia.

- Sai, sono bravo in queste cose, altrimenti come potrei medicare tutte le bruciature che mi faccio da solo?

- Non dovrebbero farti male...

Ragiono ad alta voce. Aikane sembra più concentrato di prima sulle boccette, non fa trasparire nulla dalla concentrazione che ha e dal sorriso che gli si sta spegnendo da quel viso smunto.

- Beh, non è così. Ma veniamo a noi!

Esclama con tono alto e allegro. Lo guardo male per avermi fatto sobbalzare di nuovo e avere fitte alle costole, alle braccia, gambe e alla testa.

Sono uno straccio calpestato a dovere.

- Allunga le braccia signorina. Vediamo il gran disastro che hai fatto.

- Io...

Mi zittisce con un colpetto gentile sulle mani, decisamente doloroso ma non glielo faccio notare, e mentre tasta i lividi che mi sono ritrovata sulle braccia, lividi dalle tonalità molto scure in contrasto con la mia Manifestazione Fisica, Aikane ritrova il suo interesse curioso che gli illumina gli occhi, una bella occasione da sfruttare per studiarmi senza che io opponga resistenza.

Almeno esteriormente e non psicologicamente come farebbe qualcun altro.

- Hai nausea?

- Solo mal di testa.

- Quando ti muovi le articolazioni ti fanno male?

- Non proprio.

- Presumo che, se premessi qui farebbe male.

Annuisco trattenendo una lacrima come poggia i polpastrelli attorno all'avambraccio e preme piano ma sufficientemente doloroso da farmi lacrimare. Non voglio piangere per del semplice dolore fisico.

Non voglio piangere affatto per qualunque tipo di dolore.

Non piango mai.

Non ho neanche pianto ieri.

- Okay, però devo chiederti di farmi vedere anche il resto.

Lo guardo e un groppo mi si blocca pesantemente in gola.

ARIA - ACQUA TERRA FUOCODove le storie prendono vita. Scoprilo ora