TERZO EPISODIO - CAPITOLO 12

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LARAI

Esattamente non so cosa mi aspettavo. Credo di non aver pensato minimamente a come potesse sembrare strano, davvero insolito, forse pazzesco, che i ragazzi, una volta arrivati a casa di Darian, potessero reagire nel modo buffo e ammutolito nel vedere prima che esiste una "vera casa", parole di uno dei gemelli, quello dalle domande stupide e dai commenti altrettanto stupidi, e poi nel vedere altre persone. Ma dopo che hanno appreso dell'intero villaggio, sono rimasti del tutto sbalorditi.

In tutto ciò Darian è rimasto rigido verso i due sconosciuti che sta ospitando, mentre Aikane, Elayaa, Jaiden e Aren erano più interessati su come avessimo fatto a sparire per ore e tornare con due sconosciuti. Uno dei due gemelli è stato parecchio tragico nel raccontare il piccolo incidente che gli ho causato, anche se non hanno dato segni di interessamento per quella storia, per poi finire a chiudere gli occhi e dormire profondamente. I fratelli di Darian sono andati a letto da un pezzo, Aikane non ha smesso di fissare i due gemelli finché anche lui non è crollato sul pavimento, ed Elayaa è tornato a casa sua.

Mi sono accorta di come sviavano le nostre domande sul loro arrivo, e anche se sono parsi due ragazzi davvero interessanti, i gemelli che sto guardando, Nathan quello che ha perso i sensi quasi subito come si è seduto sul divano, Aidan quello che ho atterrato, non sono scesi in particolari.

Hanno detto solo che sono quasi annegati e che hanno nuotato fino a riva.

Tutto qui.

Darian non ha chiuso occhio nemmeno lui, e penso che ce l'abbia un po' con me per aver portato degli sconosciti in casa, però si è arreso all'idea che non era giusto lasciarli lì al freddo durante la notte.

Mi ha dato ragione e gliel'ho fatto pesare finché non ne ha più potuto ed è andato a farsi una nuotata.

Deve ancora tornare, ma dato che preparo del tè per tutti, me ne rimango accucciata per terra nella cucina con la mia tazza in mano mentre mi chiedo come abbiano fatto ad arrivare fino a qui.

Le imbarcazioni, quelle grandi, di solito non arrivano mai verso questa zona, l'oceano non lo permette, e ho studiato i venti e le correnti oceaniche così che sapessi al meglio come sfruttarle a mio favore, anche se ancora non è servito a nulla, ed è impossibile attraversare queste acque se non ben attrezzati e molto fortunati.

Loro di certo non erano attrezzati. Non avevano niente con sé.

Di barche neanche l'ombra. Nemmeno resti sulla spiaggia.

Impossibile avere così tanta fortuna; per non parlare che i rilevamenti dalla torretta, se pur tutta strumentazione sempre da riparare, funzionano e, con Marcus ed Andrew, è impossibile che non sapessero di imbarcazioni vicine.

Aerei? Quegli aggeggi volanti molto rumorosi?

Si sarebbero visti e sentiti.

Accidenti, sono curiosa, non tanto preoccupata, sappiamo come gestire le persone, e questo mio lato intrigato pizzica la mia curiosità.

Chi sa come reagirebbero gli abitanti se sapessero dei due ospiti...

Bisogna davvero avvisare qualcuno?

Sebastian quanto si arrabbierebbe se non gli dicessi nulla?

Ma io non dirò nulla, sarà uno dei ragazzi ad avvisare qualcuno. Infondo, dovranno dormire da qualche parte e più comodamente, no?

Essere sicuri che stiano comodi e a loro agio.

Vorranno tornare a casa loro?

Come gli si può dire che non abbiamogli strumenti adatti per un viaggio del genere, ovunque sia la loro casa? Non siamo attrezzati, non lo siamo mai stati, altrimenti me ne sarei già andata.

ARIA - ACQUA TERRA FUOCODove le storie prendono vita. Scoprilo ora