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Erano passati un po' di giorni e la mia amicizia con Giada stava sempre crescendo,quella sera sarei andata a ballare in un pub molto rinomato "La Tana" e volevo solo divertirmi in mezzo a quella spensieratezza.

Dopo averci preparate entrambe, io e Giada entrammo al pub e venimmo subito avvolte dal suono frenetico della musica e dall'odore invitante di birra e cocktail. Mi sentii emozionata all'idea di ballare e divertirmi con la mia nuova amica, lasciando alle spalle le preoccupazioni della giornata. Trovammo un posto accogliente al bancone e ordinammo due drink: io un Piña Colada e lei un Mojito. Ci lasciammo trasportare dal ritmo della musica, ballando con energia e sorridendo mentre ci perdevamo nella frenesia della serata.

Ad un certo punto, sentii gli occhi addosso e mi girai per vedere chi mi stava osservando. Una ragazza si avvicinò a me con uno sguardo profondo e un po' perso, dicendo: "Hey ciao".

"Chi sei?" risposi, un po' sorpresa dalla sua improvvisa apparizione.

"Sono il sogno che hai sempre desiderato ma che non hai mai avuto il coraggio di inseguire. Sono l'incarnazione dei tuoi desideri più segreti e delle tue fantasie più ardenti. Sono qui per farti perdere la testa e farti vivere un'avventura che non dimenticherai mai", disse lei con un tono misterioso.

"Wow, penso tu sia ubriaca", risposi io, cercando di sdrammatizzare la situazione.

"Lo penso anch'io", rispose lei, ridendo leggermente.

La situazione diventò imbarazzante quando sentii Giada urlare: "Silvia! Cosa stai facendo?"

Silvia? Era proprio lei! La ragazza di cui avevo sentito parlare, la rappresentante di istituto della mia scuola.

"Silvia, ma cosa fai?" chiese Giada, visibilmente confusa.

"Ah, ciao! Sto solo... eh, facendo una ricerca antropologica sul comportamento umano in condizioni di estrema felicità! Sai com'è, è un campo di studio molto interessante... ma non preoccuparti, non sto rubando la tua amica, sto solo... eh, facendo un esperimento sociale! Sì, un esperimento! Ehi, dai, vuoi unirti? Potrebbe essere divertente!", rispose Silvia con una spiegazione poco convincente.

"Incredibile, Silvia. Quando bevi sembri quasi intelligente", commentò Giada, sarcastica.

"Però è così carina", aggiunsi io, con un sorriso ironico rivolto a Giada.

Io e Giada decidemmo di rimanere accanto a Silvia, data la sua situazione, ma dopo un po' la situazione non cambiava. Dopo quello che mi aveva detto, mi sentivo un po' imbarazzata, ma, stranamente, anche un po' lusingata dall'attenzione di Silvia su di me. Non potevo negare che la sua confidenza e il suo coraggio inibito avessero un certo fascino.

Nonostante la situazione fosse un po' surreale, decisi di giocare il gioco e rispondere agli approcci di Silvia con un misto di sorrisi e battute leggere. Silvia, con un sorriso, si avvicinò a me e, con un tono giocoso, disse: "Ehi, bella! Non so nemmeno come chiamarti, ma credo che potrei trovarti nel mio telefono sotto 'Principessa della Notte' o 'Regina del Pub'. Qual è il tuo vero nome, o dovrò continuare a chiamarti 'Mistero dell'Incanto'?"

"Ah, beh, se proprio insisti mi chiamo Elettra," risposi io.

"Bene, signorina, io sono Silvia, anche se per molti sono solo la rappresentante d'istituto che è stata espulsa," disse Silvia, mostrando un'espressione leggermente scoraggiata.

"Ehi, questo lo sapevo!" risposi ridendo. "E devo ammettere che sei stata grande!"

"Ah, vedi? Sono una donna di molte abilità," ribatté Silvia, muovendo le sopracciglia in modo giocoso.

Giada, osservando la scena, decise di intervenire: "Silvia, che cosa è successo davvero con l'espulsione?"

Silvia sospirò, prima di rispondere: "È una lunga storia. In breve, ho avuto una piccola divergenza d'opinioni con alcuni studenti sul palco durante un'assemblea scolastica. Ho pensato che fosse un'idea brillante lanciare loro il megafono, ma la preside non ha condiviso la mia visione d'arte. Ecco, ora sono qui, una donna libera, pronta a sperimentare nuove avventure!"

Giada e io scoppiammo a ridere di fronte alla sua spiegazione. Era chiaro che Silvia non avrebbe mai perso il suo spirito vivace, anche di fronte a una situazione come questa.

Forse era l'effetto dell'alcol nell'aria o forse
era solo il desiderio di lasciarsi andare e godersi la serata, ma mi ritrovai a provare una strana attrazione per la spontaneità di Silvia, e come non dimenticarsi dei suoi ricci bellissimi.

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