Dopo quella serata, tornai a casa con un sorriso stampato sul volto. Ci eravamo baciate. Non sapevo come o perché fosse successo, ma era successo, e sia io che Giada eravamo sconvolte dall'accaduto.
Ricordo ancora le parole di Giada: "Se non vedo, non credo!" Detto così fa ridere, ma il problema era che io avevo paura. Avevo paura di ribaciarla perché il mondo è ancora un posto orrendo, e baciarla in pubblico avrebbe potuto creare problemi. Una cosa è farlo in discoteca, dove c'è così tanta gente che nessuno ti vede, ma è un'altra farlo per strada.
Tanti dubbi mi giravano per la testa. Non volevo chiudere con Silvia, ma avevo tanta paura... L'omofobia fu il motivo per cui me ne andai da Bruciato. Scoprii della mia bisessualità quando avevo circa dodici anni, con il mio primo amore, Sofia.
Sofia era una ragazzina della mia classe alle medie, davvero carina (ai tempi). Dopo un po', iniziai a provare sentimenti per lei. Poi crebbi, e all'età di quattordici anni decisi di fare il mio primo coming out. Purtroppo, con le persone sbagliate. Le mie ex amiche decisero di spifferarlo a tutto il paese. Così tanto che diventai "la lesbica del paese", come mi chiamavano per prendermi in giro.
Ricordo una sera in particolare. Ero uscita con quelle ex amiche e si misero a prendermi pesantemente in giro per la mia sessualità. Fu così orrendo che scappai e andai a piangere su delle scale poco lontano, per poi tornare a casa in lacrime.
Purtroppo, l'omofobia non finì quel giorno. I miei genitori non la presero meglio. Infatti, quando mi trasferii a Lecce, la cosa era ancora fresca, dato che gliel'avevo detto da poco tempo, da quando avevo avuto la mia prima relazione omosessuale con una ragazza delle mie parti. Non siamo state insieme per molto, ma era arrivato il momento di dirlo alla mia famiglia.
Così, trovai il coraggio di dirlo loro. Ma la reazione che ricevetti fu oltre ogni mia aspettativa. Mia madre iniziò a urlare, dicendomi che ero un'aberrazione, un errore della natura. Mio padre mi guardò con sguardo disgustato, dicendomi che ero una delusione per la famiglia, che stavo rovinando la nostra reputazione.
Le loro parole erano come coltelli affilati, tagliandomi profondamente. Mi sentivo come se avessi perso tutto: l'amore e il sostegno della mia famiglia, la loro accettazione e comprensione. Invece, mi trovavo di fronte al loro odio, alla loro rabbia, al loro disprezzo.
Mi dissero che ero malata, che avevo bisogno di aiuto, che dovevo "curarmi" da questa "deviazione". Ma non c'era niente da curare, perché la mia sessualità era parte di me, una parte che non potevo e non volevo cambiare.
Mi dissero di andarmene appena avessi compiuto la maggiore età, di lasciare la loro casa e di non tornare mai più. Mi rifiutarono, respinsero, abbandonarono.
E così, mi trovai da sola, senza il sostegno della mia famiglia, senza un luogo da chiamare casa. Al compiere dei miei diciott'anni, me ne andai.
Quel giorno ero immersa nei miei pensieri, finché il campanello di casa non suonò. Mi affacciai per controllare chi fosse, e rimasi senza fiato. Era Silvia!
C'era lei, seduta su una moto rossa e bianca, di quelle super fighe. Si accorse che la stavo fissando dal balcone e mi disse: "Vieni, Elettra, che ti porto a fare un giro!"
Il mio istinto mi portò subito giù da lei, anche se la paura era pur sempre presente.
Mi trovai di fronte a Silvia, con il cuore che mi batteva forte nel petto. Salii sulla sua moto con un misto di eccitazione e apprensione. Sentire il rombo del motore mentre percorrevamo le strade di Lecce mi fece dimenticare per un attimo tutte le mie paure.
Silvia sorrideva mentre guidava, e io non potevo fare a meno di sorridere anch'io. È strano come un semplice giro in moto possa trasformare una giornata normale in un'avventura emozionante. E anche se c'era sempre un po' di paura nell'aria, mi sentivo completamente al sicuro con lei.
Mentre il vento scompigliava i miei lunghi capelli, mi resi conto che quel momento con Silvia era uno di quelli che avrei ricordato per sempre. Non importava cosa riservasse il futuro. Volevo solo godermi quell'istante, quel viaggio in moto con la ragazza che aveva rubato il mio cuore.
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Fiordaliso
Romance"Fiordaliso"racconta la storia d'amore tra Elettra e Silvia, due ragazze che si innamorano sotto il cielo di Lecce. Tra emozioni intense e sfide personali, il loro legame profuma di fiordalisi e celebra la bellezza dell'amore puro. Una storia di res...