~11

4 1 0
                                    

Ero seduta al tavolo della cucina, immersa nei miei pensieri, quando il telefono squillò, interrompendo il mio silenzio. Estrassi il telefono dalla tasca e vidi il nome 'Chiara' illuminarsi sullo schermo. Era stata un po' di tempo dall'ultima volta che avevo sentito parlare di lei. Con un sospiro, decisi di rispondere.

"Pronto?" dissi con un filo di voce, preparandomi ad affrontare ciò che veniva.

"Ehi, ciao cara," rispose Chiara dall'altro capo della linea, la sua voce era leggermente ansiosa. "Spero di non averti disturbata. Come stai?"

La sua voce mi riportò al ricordo della locanda abbandonata,a come aveva risposto dopo aver saputo che io e Silvia stavamo insieme.

"Ciao, Chiara," dissi con un sorriso, sentendomi improvvisamente più leggera. "Non mi disturbi affatto. Sto bene, grazie. E tu? Come va tutto bene?"

Chiara esitò per un istante, come se stesse cercando le parole giuste da dire. "Beh, in realtà ho una cosa di cui vorrei parlarti," disse infine, il tono della sua voce cambiò leggermente, diventando più serio.

Mi irrigidii, un presentimento spiacevole si insinuò dentro di me. "Certo, dimmi," risposi, cercando di mantenere la calma.

"Senti, Elettra," cominciò Chiara, "ho sentito alcune voci su Silvia... e su di te."

Il mio stomaco si contrasse. Le voci. Quella maledetta scuola era un vivaio di pettegolezzi, ma di solito non mi lasciavo influenzare da essi. Tuttavia, il tono di Chiara mi fece rabbrividire.

"Cosa intendi?" chiesi, cercando di nascondere l'ansia nella mia voce.

"Ho sentito dire che Silvia... beh, che potrebbe non essere esattamente chi dice di essere," disse Chiara cautamente. "C'è qualcosa che dobbiamo sapere su di lei?"

"Non capisco di cosa stai parlando, Chiara," risposi con voce ferma, anche se dentro di me ero in preda al panico. "Silvia è una persona straordinaria, non c'è niente di cui preoccuparsi."

Chiara emise un sospiro pesante dall'altro capo della linea. "Elettra, sono preoccupata per te. Non voglio che tu finisca ferita," disse con tono preoccupato. "Ho sentito delle cose su di lei, cose che potrebbero farti del male."

Le parole di Chiara mi colpirono come un pugno nello stomaco. Non potevo credere che stesse mettendo in dubbio la mia relazione con Silvia. "Non hai idea di cosa stai dicendo," risposi, cercando di mantenere la voce calma nonostante l'irritazione che provavo. "Non posso credere che tu possa pensare una cosa del genere."

"Elettra, ascoltami. So che non vuoi crederci, ma devi capire che ci sono delle cose che potrebbero non essere come sembrano," disse Chiara con insistenza. "Non voglio che tu soffra." Dopo averlo detto, mi staccò e provai a richiamare, ma nessuno rispose. Aspettai anche ore per riprovare, ma nulla.

Le sue parole mi fecero rabbrividire. Cosa stava cercando di dirmi? Cosa aveva scoperto su Silvia? Dovevo parlare con Silvia e scoprire la verità, ma la paura mi paralizzava. Cosa avrei scoperto?

Mi preparai rapidamente e mi incamminai verso casa di Silvia, impaziente di rivederla e di scoprire la verità. Cosa era successo? Cosa non sapevo di lei? Aveva un segreto? Dovevo saperlo immediatamente. Dopo poco tempo ero già di fronte alla sua porta.

Suonai il campanello ripetutamente, ma nessuno rispose. Finalmente, la porta si aprì e fu accolta dalla madre di Silvia con un sorriso caloroso. Mi chiese gentilmente se avesse dovuto chiamare Silvia.Poco dopo, Silvia arrivò.

Entrai in casa con Silvia e mi sentii subito un groppo allo stomaco. La tensione era palpabile mentre ci dirigevamo verso la sua stanza. Silvia sembrava nervosa, ma cercava di nascondere la sua agitazione dietro un sorriso forzato.

FiordalisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora