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Un giorno, durante una lezione di storia, accadde qualcosa di inaspettato. Mentre il professore spiegava un concetto complesso, la porta della classe si aprì di scatto e entrò il bidello.

"Fulminacci deve uscire," disse.

Uscii dalla classe e mi ritrovai davanti un vecchio signore mai visto in vita mia che mi stava aspettando. Io, sbalordita e confusa, alzai lo sguardo verso di lui, cercando di capire chi potesse essere e cosa volesse da me.

Mi avvicinai a lui con tono di domanda e chiesi: "Posso aiutarla?" cercando di nascondere la mia crescente ansia.

L'uomo mi guardò dritto negli occhi, e per un attimo sembrò smarrito. Poi, con voce tremante, disse: "Sono il tuo nonno, Elettra. Sono qui per portarti via da qui."

La mia mente fu travolta da una marea di emozioni contrastanti. Non avevo mai conosciuto mio nonno, o meglio, uno lo conoscevo ma quello da parte di mio padre era morto prima che nascessi. Cosa significava tutto questo? Chi era? Perché era venuto a prendermi?

Spiegai al signore che forse si era sbagliato, che ci poteva essere un malinteso, ma poi gli chiesi chi fosse e mi disse la verità.

"In realtà non sono tuo nonno, o meglio, non proprio. Ci sono delle cose che tu devi sapere su tuo padre, ma vorrei che te le dicesse meglio lui. Ti dico solo che sono una persona vicina a tuo padre che, quando ho saputo del tuo trasferimento, ho deciso di venire a Lecce di persona e cercarti. La tua famiglia, Elettra, ti vuole bene, e a tua madre Elena manchi tanto," mi disse lui.

Che cosa intendeva dire? Cosa non sapevo? E poi, dovevo fidarmi del signore? Sapeva il nome di mia madre eppure... anche se non mi fidavo del tutto, io credevo a quel signore. Qualcosa nella mia famiglia non andava. È sempre stato come se ci fosse un segreto che piano piano sarebbe uscito fuori.

Dopo quel discorso, il signore si presentò come Carlo e mi lasciò il suo numero scritto su un pezzo di carta ciancicato. Ero veramente rimasta sconvolta dall'accaduto; non mi sarei mai aspettata che succedesse una cosa del genere. Adesso, però, sentivo di dover scoprire la verità su mio padre.

Prima della partenza decise di parlarne con Silvia volevo sapere cosa ne pensasse. Mi avvicinai a Silvia con un misto di ansia e determinazione. "Silvia, posso parlarti un attimo?" chiesi, cercando di nascondere la tensione che mi stava consumando dall'interno.

Silvia sollevò lo sguardo dalla chitarra che stava accordando e sorrise dolcemente. "Certo, amore. Cos'è che ti preoccupa?" rispose, percependo immediatamente la serietà nel mio tono.

Presi fiato e raccontai a Silvia tutto quello che era successo in classe, dall'apparizione improvvisa del signore anziano alla strana dichiarazione riguardo a suo padre. Espressi le mie preoccupazioni e le mie paure, condividendo con Silvia il tumulto di emozioni che mi stava travolgendo.

Silvia ascoltò attentamente, mantenendo lo sguardo fisso su di me mentre parlavo. Poi, prese delicatamente la mia mano nella sua e mi sorrise con tenerezza. "Amore mio, capisco che questa situazione ti agiti. È normale sentirsi così quando qualcosa di così inaspettato accade. Ma devi sapere che io sarò qui al tuo fianco, qualunque cosa accada. Sei forte, Elettra, e insieme possiamo affrontare tutto."

Le parole di Silvia furono come un balsamo per la mia anima, che mi fecero sentire improvvisamente meno sola di fronte alla prospettiva di affrontare l'ignoto. Dopodiché ci stringemmo l'un l'altra in un abbraccio confortante, con la consapevolezza che indipendentemente da ciò che ci aspettava, avrebbero affrontato tutto insieme.

Poi, con rinnovata determinazione, Silvia si offrì di venire con me, di accompagnarmi in questo viaggio. La sua proposta mi diede un senso di conforto e sicurezza, sapere che avrei avuto accanto la persona che mi amava di più mentre affrontavo l'ignoto. Accettai con gratitudine la sua offerta e insieme ci preparammo mentalmente per il viaggio che ci avrebbe condotti alla scoperta della verità su mio padre.

Tra i bagagli, sentivo il cuore battere all'impazzata per l'emozione e l'incertezza del futuro. Avevo Silvia al mio fianco, la mia roccia, pronta a sostenermi in ogni passo del cammino. Con lei al mio fianco, sapevo che avremmo affrontato qualsiasi cosa ci aspettasse, insieme.

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