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Non c'è nulla di più bello della pioggia d'agosto. È affascinante vedere come l'inverno e l'estate si mescolino in un'armonia mozzafiato, creando un equilibrio perfetto. Mi faceva pensare a noi, a come le nostre diverse personalità si univano in modo magico.

"È passato così tanto tempo dall'ultima pioggia così intensa!" gridò Silvia, cercando di farsi sentire sopra il frastuono della tempesta.

"Hai ragione! È un momento così speciale," le risposi, guardando il paesaggio che ci circondava nelle vie di Lecce.

Quel giorno eravamo uscite insieme quando ad un certo punto la bufera ci colse di sorpresa mentre eravamo in giro per la città. Il cielo si oscurò all'improvviso, annunciando l'arrivo imminente del temporale. Silvia e io cercammo rifugio nel primo luogo che trovammo,una locanda abbandonata.
Entrammo poco dopo nonostante la titubanza di Silvia e una volta dentro ci mettemmo a scrutare con curiosità l'ambiente deserto e silenzioso. Il suono della pioggia che batteva sul tetto creava un'atmosfera suggestiva, quasi magica.

"Che posto affascinante ," dissi, osservando le pareti sbrecciate e i mobili polverosi.

"È davvero suggestivo," rispose Silvia, con un sorriso. "Almeno siamo al sicuro qui dentro."

"Beh nemmeno così tanto!ti ricordo di essere dentro a mura fatiscenti!"risposi io ridendo

"Effettivamente hai ragione"mi disse Silvia anche lei ridendo

La pioggia colpiva i pericolanti tetti e il suono echeggiava in tutte le mura dell'antica locanda. Era un'atmosfera inquietante ma allo stesso tempo affascinante, con il rumore costante della pioggia che si mescolava al crepitio del legno bagnato.

Dopo aver esplorato il posto, ci sedemmo in delle vecchie poltrone,ci guardammo negli occhi, perdendoci nei nostri pensieri mentre il temporale infuriava all'esterno. In quel momento, non importava quanto tempo saremmo rimaste bloccate lì dentro. Quello che contava era il calore della nostra vicinanza e il conforto reciproco che ci donavamo.

"Non è esattamente la serata che avevo in mente," dissi, guardando fuori dalla finestra, "ma in un certo senso è piuttosto romantica, no?"

Silvia sorrise, avvicinandosi e prendendomi la mano. "Sì, è proprio così. Anche se siamo bloccate qui dentro, siamo insieme, e questo è tutto ciò che conta."

Il nostro momento romantico venne interrotto da un brusio non troppo lontano:

"Entra! Piove e mi sto bagnando! Le scarpe! La gonna, Erik, la gonna! Mi sto bagnando tutta, entra cazzo!" si sentì da lontano una voce femminile urlare.

"Ma chi è che fa tutto questo casino!" esclamai io, ridendo divertita dalla situazione alquanto imbarazzante.

"È la mia ragazza pazza, scusateci. Vogliamo solo ripararci dalla pioggia, tranquille, non siamo abusivi," rispose questo ragazzo biondo venendoci incontro con una ragazza accanto, gocciolante persino dai suoi grandi occhiali neri.

I due mi sembravano dei tipi strani: lui, un ragazzo robusto biondo dai tratti balcanici, e lei, alta e molto particolare, con i capelli rossi e quegli enormi occhiali dalla montatura quadrata e spessa nera che le cadevano sul naso a punta. Non erano strani per chissà che cosa, ma sembravano quasi come personaggi di qualche cartone animato buffo per bambini, una coppia insolita ma divertente.

"Sei tu quello pazzo, tesoro!" disse la sfacciata ragazza.

"Ok, Chiara," disse lui tranquillo.

"Non azzardarti mai più a chiamarmi per nome!" urlò lei

La loro entrata improvvisa aveva interrotto il nostro momento di tranquillità, ma in qualche modo aveva anche portato una ventata di energia nella locanda abbandonata. Guardai il ragazzo biondo con una specie di ammirazione per la sua calma, mentre Chiara continuava a scuoterlo con la sua esuberanza.

"Scusate se abbiamo interrotto il vostro momento romantico," disse il ragazzo con un sorriso imbarazzato.

"Nessun problema," risposi io, cercando di nascondere la mia sorpresa di fronte alla loro stranezza. "Siete i benvenuti, purché non ci abbiate portato la pioggia con voi!"

Ci scambiammo un paio di battute e iniziammo a parlare del più e del meno, come se ci conoscessimo da tempo. Era strano come quei due, nonostante fossero così diversi, sembrassero in armonia l'uno con l'altro. Era evidente che c'era un'intesa speciale tra loro, e mi chiesi cosa li tenesse insieme nonostante le loro apparenti eccentricità.

Poi, mentre continuavamo a chiacchierare, notai un'ombra di tristezza negli occhi di Silvia.La presenza di Chiara le stava creando qualche disagio, ma lei cercava di nasconderlo dietro un sorriso forzato.

Decisi di non chiedere nulla, ma rimasi vigile, pronta a intervenire se necessario. Non sapevo cosa riservasse il futuro, ma sapevo che avremmo affrontato ogni ostacolo insieme, come sempre.

La conversazione continuò in modo leggero, ma potevo sentire una tensione sottile nell'aria, come se qualcosa fosse in procinto di accadere. Guardai Silvia di nascosto, cercando di cogliere qualche segno del suo stato d'animo, ma lei manteneva il suo sorriso artificiale, come se stesse nascondendo qualcosa.

Erik e Chiara sembravano completamente ignari della situazione, continuando a scherzare e a ridere come se niente fosse. Tuttavia, c'era qualcosa nell'atteggiamento di Chiara che mi faceva sospettare che non fosse così spensierata come voleva far credere.

Poi, improvvisamente, Chiara si voltò verso di me con uno sguardo penetrante, come se stesse cercando di leggere nei miei pensieri.

"Ma voi due... siete insieme, vero?" chiese con fare diretto, puntando dritto al punto.

Silvia si irrigidì leggermente accanto a me, mentre cercavo di trovare le parole giuste da dire. Non sapevo cosa avrebbe significato per loro se avessero scoperto la verità sulla nostra relazione. Avremmo dovuto dirlo? O sarebbe stato meglio tenere tutto per noi e rischiare di essere scoperti in un momento meno opportuno?

La mia mente era in tumulto mentre cercavo di elaborare una risposta, ma prima che potessi dire qualcosa, Silvia prese la parola con un sorriso nervoso.

"Sì, siamo insieme," disse con voce ferma, ma con un lieve tremito di incertezza.

Mi sentii sollevata nel sentire le sue parole, anche se sapevo che quella rivelazione avrebbe potuto cambiare tutto. Tuttavia, era meglio essere sinceri fin dall'inizio, piuttosto che nascondere chi siamo veramente.

"Ah,beh ecco,mi fa piacere" rispose Chiara con un tono molto strano,c'era qualcosa in lei che non mi convinceva per niente, ma decisi di non pensarci troppo.

Continuammo a parlare con loro finché la pioggia non smise e decidemmo di tornare a casa di Silvia per asciugarci e stare al sicuro in caso riprendesse a piovere.

Durante il tragitto, chiesi a Silvia cosa ne pensasse dei due.

"Ah beh, particolari, soprattutto lui," rispose, sembrando imbarazzata.

"A me è sembrata più strana lei che lui, non hai visto come ha reagito quando ha saputo che stavamo insieme?" le dissi.

"Ti fai troppi problemi, non mi è sembrato che abbia risposto in modo strano," ribatté Silvia quasi innervosita.

Forse era solo una mia impressione, ma qualcosa non tornava. Decisi di non insistere e lasciar perdere l'argomento.

La serata a casa di Silvia fu piacevole. Mi presentò alla sua madre e alla sua sorella minore, entrambe persone deliziose. La madre di Silvia era dolce e aperta ma soprattutto assomigliava tantissimo a Silvia,mentre sua sorella minore era vivace e simpatica,si notava la complicità nonostante la differenza di età tra lei e Silvia.
Guardandole, non potevo fare a meno di sentirmi felice per Silvia e per la splendida famiglia che aveva. Avrei voluto avere anch'io una famiglia così.

Mentre tornavo a casa, un senso di calma e felicità mi pervase. Nonostante le incertezze della giornata, sapevo di avere accanto a me qualcuno di speciale, e quella consapevolezza mi riempiva di gioia.

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