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Quella mattina mi svegliai con la testa ancora piena degli eventi della notte precedente. Nonostante la leggera stanchezza, mi sentivo felice e, in qualche modo, più leggera. Decisi di iniziare la giornata con una tazza di caffè e il mio libro preferito del momento, "La Danza degli Incontri" di Laura Valli. Era un romanzo che parlava di incontri casuali che cambiavano la vita, una storia che in quel momento sembrava perfettamente adattarsi alla mia.

Mentre sfogliavo le pagine, una frase catturò la mia attenzione:

"Gli incontri casuali sono come scintille in una notte buia: possono illuminare la nostra esistenza, anche solo per un momento, e cambiarci per sempre."

Mi fermai a riflettere su quelle parole. Pensai a Silvia e a come il nostro incontro avesse portato una scintilla di novità nella mia vita. Non lo facevo apposta, lo giuro, pensavo a lei sempre. Passarono mesi e il volto di Silvia si era impresso nella mia mente come un'ombra persistente. Non riuscivo a togliermela dalla testa e questa ossessione mi spaventava, temevo quasi di perdere la ragione sul serio. I suoi ricci castani ribelli e i suoi occhi profondi come pozzi senza fondo mi tormentavano incessantemente, tanto che cominciavo a provare un'emicrania solo a pensarci.

Un giorno decisi di saltare la scuola, semplicemente non avevo voglia. Mi sentivo davvero stanca di tutto e l'unica cosa che mi frullava in testa era:devo rivedere Silvia. Era come se il pensiero di lei occupasse ogni mio pensiero, ogni mia azione. Avevo la sensazione di essere in preda a una sorta di ossessione, ma al tempo stesso mi sembrava la cosa più giusta al mondo.

Ad un certo punto mi suonò il telefono e vidi il nome di Giada sul display, risposi subito: "Pronto, Giada!"

"Ehi, Elettra, sei pronta per la grande serata?" mi chiese lei.

"Sì, davvero tanto, davvero sto impazzendo. Devo assolutamente rivederla. Se non la vedo, penso di appendere dei volantini per la città con la sua faccia, pregando che qualcuno me la porti."

"Stai tranquilla che stasera la vedrai! Va sempre a ballare là!" mi disse Giada.

Non ero abituata a fare shopping da sola, ma quel giorno era diverso. Dovevo trovare il vestito perfetto per quella sera, e nessun altro doveva influenzare la mia decisione. Girai per tanti negozi, ma non trovai nulla. Nessun vestito che si avvicinasse minimamente a quello che avevo in mente. Mi sentii sempre più frustrata e ansiosa, quando a un certo punto notai tra le strade di Lecce un ciuffo di capelli ricci... Mi avvicinai e vidi lei. Silvia. Lei era lì, praticamente a pochi passi da me. Sentii un brivido corrermi lungo la schiena, e le gambe mi tremarono. Senza esitare, mi nascosi dietro un albero. Non potevo permettere a Silvia di vedermi in questo stato, sudata e agitata talmente ero emozionata di vederla.

Presa dal batticuore e cercando di "scappare" da Silvia, entrai in un negozio di vestiti. Rimasi affascinata... lì, davanti a me, c'era il vestito dei miei sogni. Era stupendo, elegante e aderente, con uno scollo che metteva in risalto il décolleté in modo seducente. La gonna sfiorava delicatamente il pavimento, conferendo un'aria di raffinatezza. Rimasi veramente attratta dal mix di sensualità e classe del vestito, perfetto per una serata al pub e perfetto per fare un figurone con Silvia.

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