4- Il primo dubbio

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<Quindi davvero mi stai dicendo che non sai nient'altro? E pensi davvero che io ci creda? Non ti dicono niente le voci che circolano in paese su questa donna?>

Dopo un momento di silenzio in cui pensavo alle parole delle anziane duramente il mercato mi alzai coprendomi con la coperta usandola come un grande scialle.

<Sono solo dicerie tra pettegole.>

<Lucia...>

Il suo sguardo divenne più duro e la sua voce improvvisamente seria e severa, obbligandomi a bloccarmi sul posto senza fiatare.

<E se così non fosse? E se le pettegole di questo paese avessero ragione su tutto? Si dice che di solito le leggende abbiano un fondo veritiero, tu che ne dici?>

Pensavo a quelle parole immaginandomi la vecchia signora intorno ad un fuoco ballando nuda o volare sopra Triora a cavallo di una scopa, difficile, quasi impossibile.
Poi il respiro mi morì in gola pensando al bambino quasi rapito qualche giorno prima, chissà quale terrore avrebbe provato il piccolo vedendo una donna anziana entrargli dalla finestra e provando a portarselo via.

<Vedi...stavi pensando alla vecchia mentre provava a portare via il piccolo Tommaso non è vero?>

Il mio sguardo si inchiodó nei suoi occhi.

<Come fai a saperlo? Chi sei, un demone, mi stai leggendo nella mente forse?>

La sua risata riecheggió nella stanza.

<No mia cara, ma ho abbastanza esperienza e ho indagato abbastanza da sapere a cosa stavi pensando un attimo fa con quello sguardo spaventato. Detto questo, credo che ti adesso dovresti tornare a dormire. Ho ricevuto abbastanza informazioni per adesso. Buona notte piccola, ci vediamo domani>

<Come pensi che potró dormi...>

In una frazione di secondo lo vidi muoversi nella mia direzione, ma non ebbi il tempo di reagire o capire cosa stesse succedendo quando tutto divenne improvvisamente buio.

Mi svegliai infastidita dalla luce fuori le finestre, quando raddrizzandomi a sedere sul letto sentivo il martellare incessante del mal di testa che mi costringeva a massaggiarmi le tempie e tenere gli occhi chiusi.
Mi guardavo intorno confusa, tutto era in ordine e dello strano forestiero neanche l'ombra, mi alzai di scatto andando a fissare il mio riflesso nello specchio cercando qualche segno di una qualsiasi orrenda azione che avesse potuto farmi ma niente, ero illesa.

Lavata e vestita, mi sedetti al tavolo della cucina per fare una veloce colazione prima di andare a lavorare nell' orto sotto casa quando qualcuno bussó alla porta facendomi sobbalzare.

<Oh Lucia sei sveglia finalmente, stavo iniziando a pensare di dover chiamare qualcuno per forzare la porta. Ti devo raccontare una cosa.>

La mia amica si fece strada verso il tavolo, sedendosi rumorosamente e aspettando che la seguissi.

<Ines, come mai sei così eccitata oggi? Vuoi un caffè?>

Nel mentre che la ragazza mi raccontava dei soliti pettegolezzi sugli abitanti del paese le stavo porgendo una fetta di torta alle pesche, accomodandomi poi di fianco a lei per finire di bere il mio dolcissimo caffè.

<Ora arriva il bello. Hai presente la vecchia pazza che non parla mai con nessuno?>

<Smettila di chiamarla così lo sai che mi infastidisce. Lo sai>

<Si dai come ti pare. Bene, l'hanno vista stanotte in compagnia con il forestiero che era già stato visto in paese qualche giorno fa.>

Mi si geló il sangue nelle vene, allora quello che era successo la scorsa notte non era solo un brutto sogno come speravo che fosse, era vero.

Mi stavo martoriando le unghie pensando se fosse stata una buona idea raccontarglielo o tenerla all'oscuro di tutto.

<Lucia mi ascolti?>

<Si scusami, sono un po' stanca, stanotte non ho dormito molto>

<Comunque, in paese dicono che erano all'inizio del bosco e stavano parlando, poi sono entrati entrambi al suo interno ma all'alba hanno visto solo lei tornare indietro. La gente è sempre più convinta che sia una strega capisci? Una strega a Triora figuriamoci.>

Quindi il problema del ragazzo si era sicuramente risolto.
Volevo fingermi preoccupata per la questione, ma l'idea che la vecchia Gianna avesse fatto sparire il forestiero quasi mi sollevava.

<Quindi cos'altro dicono in paese sulla questione?>

<Niente di che, consigliano a tutti di stare attenti, di non fare uscire i bambini a giocare dopo il tramonto e di chiudere bene porte e finestre appendendo al di fuori una corona d'aglio.>

<Ma l'aglio non funzionava contro i vampiri?>

Mi scappó una risata pensando a tutti gli abitanti del paese che tappezzavano ogni abitazione con maleodoranti corone d'aglio contro la presunta strega.

Ines capì al volo il motivo della mia risata, accompagnandomi divertita.

<Vabè è tardi, adesso devo correre a casa a fare le faccende. Se oggi pomeriggio sei libera ci vediamo ai lavatoi? Voglio sapere TU-TTO su te e Gianmarco.>

L'abbracciai forte davanti all'ingresso di casa, quando aprendole la porta le sorrisi

<Certo, appena finisco i lavori ti raggiungo.>

Andó via salterellando come suo solito, allegra e spensierata come solo lei sapeva essere.

STREGHEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora