17- Sospiri

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Un grande lupo nero dagli occhi scuri mostrava le sue bianche zanne ringhiando rumorosamente, mentre un rivolo di saliva gli colava dalla gengiva.

Gianmarco balzó in piedi pietrificato, cercando qualcosa da utilizzare come arma per difendersi, quando il lupo fece uno scatto in avanti, obbligandolo a ruotare trovandosi davanti all'ingresso della stanza.

Inizió a indietreggiare lentamente, per poi correre fuori dalla porta d'ingresso e dileguarsi nella notte tempestosa.

Pesandoci, era davvero questo l'uomo che i miei genitori avrebbero voluto che io sposassi, una persona che mi avrebbe stuprata e poi abbandonata alle fauci di un lupo, se quest'ultimo fosse stato davvero tale?

Mi coprii con il lenzuolo arrossendo, notando le mie gambe nude e il corpetto del vestito allentato, rendendo visibili parte dei miei seni, quando il lupo nero mi si avvicinò abbassando le orecchie e annusandomi.

<Grazie>

Sussurrai sorridendo mentre passavo una tra il pelo morbido.

In un istante i suoi lineamenti cambiarono, alzandosi sulle zampe posteriori e rendendo visibile la pelle chiara.

Dante mi si sedette accanto, accarezzandomi i capelli.

<Come stai?>
I suoi gentili occhi mi rassicuravano, facendomi sentire meno sola.

Appoggiai la fronte sulla sua spalla, prendendo un grande respiro e chiudendo gli occhi.

<Adesso bene>

Passammo un lungo momento in silenzio, godendo della compagnia reciproca, quando si scansó da me alzandosi per avvicinarsi alla finestra sospirando.

<Che succede?>

Interruppi i suoi pensieri, poggiando una mano sulla sua possente schiena.
Il ragazzo voltandosi verso di me aveva negli occhi una piccola luce, mentre mi osservava serio come mai l'avevo visto prima d'ora.

Mi passó una mano tra i capelli, accarezzandomi il viso delicatamente mentre prendeva un grande respiro.

<È sbagliato.>

Sussurrò all'orecchio mentre mi avvicinava al suo petto, i nostri cuori danzavano ribelli, mentre un lieve formicolio iniziava a fare capolino nel mio ventre.

<Cosa è sbagliato?>

Volevo capire, entrare nei suoi pensieri.

<Non dovevo avvicinarmi a te Lucia, io sono un cacciatore che lavora per la chiesa, ti sto mettendo in pericolo e questo non posso sopportarlo.>

Prese una pausa sfiorando la mia guancia con la punta del suo naso, senza smettere mai di respirare profondamente.

<Ti chiedo scusa piccola, avrei dovuto guardarti da lontano senza interferire.>

<Sono felice che tu non lo abbia fatto Dante>

I nostri occhi erano incastrati lì uni negli altri, vicini e bramosi.

<Non può funzionare, lo sai vero?>

Iniziava a baciarmi delicatamente sul viso, percorrendo la mia macella scendendo verso il collo.
Brividi di piacere iniziavano a correre lungo la mia schiena, provocandomi respiri irregolari e pesanti.

<Sará l'ultima notte Lucia, poi da domani non mi intrometterò più nella tua vita. Tu sarai libera di vivere come meglio credi, io, torneró ad essere un cacciatore della chiesa.>

Le lacrime iniziarono a sgorgare dai miei occhi consapevole che quelle parole erano un addio, o peggio, il vederlo finché la situazione non saprebbe migliorata, ma con la freddezza che il suo ruolo ricopriva e la mia forzata indifferenza.

Presi i suoi morbidi capelli facendolo avvicinare e lì successe.

Ci baciammo.

Il mio primo bacio. Il mio primo bacio dato a quell'uomo bellissimo e forte.

Prese possesso della situazione, come uno che ne sapeva molto sul sesso, aggrappandosi con le dita alle mie cosce e facendomi alzare a stringerle contro la sua vita, il membro che già duro, premeva su di me, mi provocava formicolii pericolosi al basso ventre.

Posizionata sul materasso, mi passó una mano tra i capelli, scendendo sul viso e percorrendo il mio collo, senza mai staccarsi per farmi prendere aria.

Finché le sue labbra gonfie di desiderio iniziarono a sfiorare delicatamente la stoffa che copriva i miei seni.

Prese il laccio con i denti e senza mai distogliere lo sguardo dai miei occhi, tiró, liberandomi dai tessuti del mio vestito, potendo godere della vista della mia pelle nuda alla luce delle candele.
Inizió a baciare e leccare con foga ogni parte del mio torace, dando maggiore attenzione ai miei capelzzoli duri, provocandomi ansimi di piacere e un calore in ogni parte del mio corpo.

Era sopra di me mentre mi baciava e mi torturava con le sue lunghe dita, quando inizió a far scivolare il palmo della sua mano lungo le gambe fermandosi sul mio interno coscia.

<Sei sicura?>
La sua voce era come un rantolo, intriso di lussuria e bramoso.

Senza aggiungere parola mi alzai su di lui baciandolo nuovamente con foga, aggrappando la mia lingua alla sua in una danza eccitante.

Posó l'indice sulla mia sottoveste, iniziando ad accarezzarmi il clitoride, finché si scostó da me, scivolando tra le mie gambe e fermandosi con il viso sul mio sesso.

Scostó rudemente l'intimo che ormai era diventato bagnato e scomodo, cominciando a baciare delicatamente la pelle nuda.

Il mio cuore non smetteva di battere, la mia gola era secca e dolorante, mentre ogni centimetro del mio corpo urlava 'Fallo ti prego, non resisto più'.

Ansimai rumorosamente quando la sua lingua si insinuó nella mia intimità, procurandomi spasmi di piacere.

Inizió a muoversi, prima delicatamente, poi con sempre più animo, costringendomi a serrare i pugni sulle lenzuola sgualcite.

Con la sua lingua dentro di me e il pollice a torturare il mio clitoride non ci volle molto prima di raggiungere il mio primo, potentissimo orgasmo nella sua bocca.

Ero stremata e sudata, avevo il fiatone mentre Dante si alzava su di me baciandomi la fronte e poi le labbra, sorridente e soddisfatto del lavoro svolto.
Mi prese, appoggiando la mia testa sul suo petto, accarezzandomi dolcemente e aspettando che mi addormentassi.

Ero stremata, non riuscivo a parlare ma ero felice come mai ero stata.

Finché gli occhi non iniziarono a diventare pesanti e coccolata dal ragazzo non ci misi molto ad addormentarmi profondamente.

Era l'ultima volta che lo avrei visto così vicino, dal giorno dopo saremmo diventati estranei e questo mi rese molto triste, non avrei mai immaginato una vita senza di lui, lui che era stato il primo a farmi tremare di piacere, lui che mi ascoltava, consigliava e coccolava come nessun altro aveva mai fatto.

Durante il sonno una lacrima intrisa di tristezza inizió a scendere lungo la mia guancia, mentre una domanda continuava a vorticare incessante nei miei pensieri.

Cos'è l'amore?
Perché la paragonavo al sorriso di Dante?

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