10- Quante sono?

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<Non è il momento di parlarne>

Stavo iniziando ad agitarmi e il mio cuore pulsava come se dovesse scoppiare da un momento all'altro.

La nostra distanza era pressoché nulla, sentivo il suo respiro sulla mia fronte e i suoi occhi che cercavano disperatamente i miei.

Non volevo alzare la testa per paura di un suo gesto avventato, così rimasi inchiodata a guardare la sua grande mano che teneva salda la mia.

<Lucia guardami. Non farei nulla che so per certo che tu non vorresti.>

<Forse è il vino che sta parlando. Comincio ad avere freddo, per favore fammi andare a casa>

Mentivo, il freddo non era il motivo per cui volevo allontanarmi da quella brutta situazione.

Eravamo stati amici tutta la vita e non volevo perderlo, ma l'amore non era esattamente il sentimento che nutrivo nei suoi confronti e questo so che gli avrebbe spezzato il cuore se glielo avessi detto adesso.

Il suo respiro si faceva sempre più caldo e vicino, portando la sua testa a scivolare tra l'incavo del mio collo.
I suoi morbidi capelli profumavano di sapone e fiori di ciliegio, un odore dolce come l'estate che stava passando.

Giró leggermente la testa verso il mio collo passando delicatamente le labbra a sfiorarmi la pelle tesa, procurandomi dei brividi.

<Ti prego Gianmarco, hai detto che non avresti fatto nulla che io non avessi voluto.>

La mia voce tremante mi faceva apparire come un'insulsa ragazzina spaventata, niente di peggio che avrei voluto sembrare.

<Stai tremando>

La sua presa si fece più lieve, lasciandomi andare.

Il suo sguardo divenne più dolce e mi passó le mani tra i capelli, accarezzandomi il viso, per poi abbassarsi e avvicinarsi.

<Non ti voglio obbligare Lucia, ti per me sei importante al di là del volere dei nostri genitori. Vorrei chiederti se da domani ci potessimo vedere più spesso ma non come semplici amici.>

Mi bació la fronte inebriandomi di quel dolce profumo e lasciandomi andare, sopraffatta dalle emozioni e la sorpresa lo guardai confusa.

<Ci penserò. Adesso devo andare, buona notte>

<Buona notte>

Camminai a passo svelto fino all'uscio di casa, varcandolo con il fiatone e il batticuore restando appoggiata alla porta con la schiena ripensando a quello che era successo.

Non sapevo come rispondergli e quella frase mi era sembrata l'unica sensata per togliermi da quel pasticcio, l'indomani avrei pensato ad un discorso da fare.

La mia tensione però venne improvvisamente arrestata quando dall'altra parte della lastra di legno una voce prese a parlarmi.

<Non è male quel ragazzo.>

<Dante?>

<Ciao piccola, come stai?>

Aprii velocemente la porta spaventata di non trovarlo dall'altro capo, ma quando i suoi occhi scuri incontrarono i miei, un sospiro di sollievo scappó dalle mie labbra.

<Dove sei stato?>

Era vestito come la prima volta, con quel lungo mantello a coprirgli gli abiti sgualciti, ma teneva il cappuccio a ricaderci sulle spalle.
Il suo viso era stanco ma i lineamenti bellissimi come al nostro primo incontro.

<Ti sono mancato?>

Alzó un angolo della bocca rendendolo terribilmente sexy.

<No. Mi hai promesso delle risposte ma sei sparito>

Incrociai le braccia sul petto, mantenendo un profilo serio e innervosito.

<Ho avuto da fare piccola, ma sono tornato da te appena ho potuto. Vedo che nel frattempo ti sei data da fare>

Mi stava deridendo mentre le mie guance andavano a fuoco pensando a lui che vedeva la scena tra me e Gianmarco successa poco prima.

Un senso di vergogna inizió a salirmi lungo il petto, facendo iniziare a battere forte il mio cuore e costringendomi ad abbassare lo sguardo.

<Devi darmi delle risposte lo hai promesso.>

Cercai di cambiare discorso rapidamente.

<Vieni prima che ci vedano>

Iniziò a camminare lungo la strada che portava verso il bosco, con me dietro che lo seguivo come un cagnolino impaziente.

Arrivati al posto dove avevo assistito all'uccisione dell'anziana strega, lui si sedette su un masso illuminato dalla luce della luna ed io feci lo stesso continuando a guardarlo incuriosita.

<Allora, da cosa vuoi iniziare?>

Mentre sillabava quelle parole si passò una mano tra i capelli.

<Voglio sapere tutto Dante>

<La strega non era l'unica in questo posto, ho saputo che gli abitanti del paese hanno bruciato la sua casa e questo alle sue sorelle non è piaciuto, perció il vescovo mi ha rimandato qua a cercarle.>

<Come ce ne sono altre? Dopo che la vecchia Gianna è morta non è successo più nulla>

<Per adesso. Devi sapere che le streghe sono creature molto più forti di quel che immagini, la donna che ho ucciso era vecchia e malata perciò non ho fatto molta fatica, ma le altre saranno tutta un'altra storia. Quando si riveleranno, e lo faranno, porteranno con se molto dolore, uccidendo, facendo ammalare i più deboli e le coltivazioni. Non è uno scherzo, Lucia.>

Fece una piccola pausa passandosi la lingua tra le labbra.

<Dovrai stare attenta, questo è un forte talismano che dovrai tenere al collo sempre. Ti proteggerà quando io non saró nelle vicinanze>

Mi passó una cordicina con un pendente a forma di canino intagliato.

<E come faremo adesso? Come potró difendere i miei amici e la mia famiglia?>

<Non puoi sei solo una ragazzina>

Pensai spaventata a cosa sarebbe successo se una strega avesse attaccato i miei genitori o qualcuno a cui tenevo. Ero spaventata a morte, martoriandomi le pellicine delle unghie facendole sanguinare.

STREGHEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora