Mi trascinava con forza lungo un corridoio buoi e poi si per delle scale di marmo, facendomi sbattere contro i muri e inciampare sui miei stessi passi, io urlavo di lasciarmi, spaventata e tremante, mentre lui non mi rivolgeva nè uno sguardo nè una parola, come se fossi un semplice oggetto che doveva consegnare a qualcuno.
Arrivati davanti ad una porta, l'aprí violentemente per poi lanciarmici dentro senza alcuna delicatezza.
Andai a sbattere contro un mobile, facendo cadere degli oggetti per terra, quando, finalmente libera dalla sua presa mi girai correndogli incontro per cercare di liberarmi e scappare.
Tutto inutile, nuovamente mi spinse facendomi barcollare in dietro e cadendo a terra rovinosamente.
<Sove cazzo vai eh? Dove cazzo vai sporca strega>
Le sue urla mi spaventavano, non era minimamente il ragazzo che conobbi tempo addietro, ma un sanguinario cacciatore che mi avrebbe fatto del male da un momento all'altro. Non era lui, non era il Dante che conoscevo, ma forse, quella era solo una facciata per nascondere il suo vero io, quello da lupo.
Piangevo, ero distrutta dal dolore di aver scoperto della morte della mia amica, colei che mi aveva fatta sempre ridere e che mai avrei immaginato fosse una davvero una strega, aveva nominato la magia verde, quel libro che ci fece imprigionare e le guaritrici, chissà a cosa si stesse raccontando?
Il mio corpo tremava spasmodico per il freddo e le botte subite, stanco di combattere e speranzoso di cedere per riposarsi.
<Dante..>
Singhiozzavo così tanto da non poter finire una frase.
<Dante cosa? Altre bugie Lucia?>
Era adirato, urlava e picchiava contro ogni mobile o armadio che incontrava, lasciando profondi segni dai pugni inferti.
Una volta calmo, seduto su una sedia di fronte a me e con le mani tra i capelli a coprirgli il viso e i gomiti appoggiati alle ginocchia, prese un grande respiro, rialzandosi.
<Perchè?>
Non mi guardava, mi dava le spalle.
<Perché cosa?>
La mia voce era bassa e roca, distrutta dagli avvenimenti.
<Non fare finta di non saperlo e smettila di prendermi in giro. Perché ti sei presa gioco di me? Cosa speravi di ottenere soggiogando un cacciatore?>
Quelle parole arrivarono al mio cuore spezzandolo in mille frantumi, portandomi ad appoggiare una mano al petto sperando che non si fosse fermato una volta per tutte.
<Dante io..>
Non feci in tempo a finire la frase che il ragazzo mi prese violentemente dalle spalle buttandomi sul materasso e facendomi gemere di dolore, le botte che mi ero presa, mi ricordavano come un campanello d'allarme che da quel posto non ne sarei mai uscita sulle mie gambe.
<Smettila cazzo>
Mi prese con forza tenendomi dal collo, stringendo la sua presa e facendomi boccheggiare.
<Mi hai soggiogato puttana. Adesso te lo faccio vedere io cosa succede quando un cacciatore si incazza.>
Mi lasció ricadere sulle morbide lenzuola facendomi tossire, mentre si slacciava la cinta dei pantaloni rotolandosela sul pugno della mano.
Si avvicinó pericolosamente, strisciando il cuoio sul pavimento e poi sul letto, mentre con l'altra mano mi afferrava una caviglia tirandomi verso di sé.
Il primo colpo sulle tibbie mi fece boccheggiare, era un dolore ancora più intenso dei calci ricevuto in precedenza, il secondo, datomi su una gamba mi fece uscire un lieve urlo che mi morì in gola, mentre il terzo, quello più forte e sulla schiena, mi fece inarcare pericolosamente su me stessa, mentre un urlo si fece spazio tra i miei denti, uscendo, straziante.
<Adesso o mi dici perché o continueró a frustarti fin quando non mi supplicherai di ucciderti>
Gli davo le spalle, sdraiata a pancia in giù stringendo le lenzuola fino a farmi venire le nocche bianche.
<Non sono una strega>
Urlai con tutta la mia voce.
<Ah no..spiegami allora il libro..spiegami allora quello che hai fatto sul rogo>
Prese una pausa, facendo scivolare la cinta a terra provocando un leggero rumore metallico.
<Spiegami che cazzo mi hai fatto. Dalla prima volta che ti ho vista ho sentito un legame con te che non mi ha più fatto dormire la notte, non mi ha più dato piacere con nessun altra donna. Non riesco a non pensarti, a bramarti. La mia natura di lupo ti vuole cazzo.>
La sua voce era diventata un sussurro, sofferente, di un uomo che non riusciva più a controllarsi.
<Io..Dante..>
Con tutta la forza che potevo avere in quel momento mi girai verso di lui lentamente, sentendo il sangue colarmi tra le scapole e un bruciore assurdo.
Piano, mi misi a sedere, sperando di non ricevere altre botte dal cacciatore, per essermi permessa di muovermi senza il suo permesso.
Lui mi guardavano infuriato, con gli occhi intrisi di odio misto a paura, si, quello leggevo nelle sue iridi.
Restammo un momento a guardarci, speranzosi entrambi di ricevere risposte senza il bisogno di dire alcuna parola, quando riprese coscienza di se stesso e si spostó nella stanza, arrivando alla porta e aprendola.
<Ho comunicato al mio comandante che resterai qua finché il mio lavoro con te sarà terminato. Hai un letto e un bagno. Vatti a lavare, puzzi di morto. Non provare ad uscire o urlare dalla finestra perché ti sentiró e ti uccideró senza farmi nessun tipo di problema.>
Prese aria, sospirando e girando il suo sguardo a posarsi sul mio, un sorriso maligno gli si piazzó in volto.
<Tu ora sei un mio giocattolo sporca strega. Ti ripagheró con la tua stessa moneta l'avermi soggiogato e una volta che ne avró abbastanza ti daró in pasto ai miei compagni. Loro le puttane come te le sbranano, non vedono l'ora.>
Lasciata sola, restai ferma in quell'esatta posizione per non so quanto tempo, prima di redimermi dalla trance e scivolare allinterno de bagno lentamente.
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STREGHE
ParanormalePotete cacciarci come bestie. Potete torturarci. Potete bruciarci. Ma non potrete mai estinguerci. Lucia, una ragazza semplice e dagli abiti comuni, lavorava per la famiglia portando avanti le terre in quel piccolo paesino ligure. Tra amicizia e...