Varcato l'ingresso di casa e poggiata la cesta su una sedia mi diressi verso il bagno per farmi un bagno, quando con la coda dell'occhio vidi un'ombra in cucina facendomi sobbalzare sul posto.
Quasi gridai dalla paura prima di realizzare che l'ospite era semplicemente un gatto.
Mi venne da ridere al pensiero di uno spavento così grande per una creatura così bella.
Poggiai la mano sulla sua piccola testa e il piccolo con tutta risposta inizó a fare le fusa strusciandosi sul mio palmo.
<E tu cosa ci fai qui eh piccolino? Non è il momento adatto adesso per intrufolarsi nelle case, qualcuno potrebbe farti del male.>
Poggiai sul davanzale della finestra della cucina un piatto che riempii di latte fresco, porgendoglielo delicatamente.
Era un gatto simil europeo grigio e nero, con piccoli occhietti verdi.<Ti piace eh?>
Poggiai nuovamente la mano sul suo morbido manto prima di girarmi e scivolare all'interno dell'altra stanza, pronta a rilassarmi e spingere via i vecchi pensieri per una mezz'ora, il tempo di rilassarmi nella profumata acqua.
Ancora due giorni e mamma e papà sarebbero tornati, chissà la piccola come se la stava cavando.
Dopo cena decisi di concedermi ancora un po' di tempo per me stessa prima di dormire, presi il mio amato libro e iniziai a leggerlo sotto la coperta a lume di candela, quando un rumore improvviso mi obbligò ad alzarmi per vedere cosa stava succedendo.
Fuori dalla finestra della cucina, quella che dava sulla strada, vidi una donna anziana correre verso monte inseguita da qualcosa o qualcuno.
Presa dal panico decisi di uscire per andare ad aiutarla, chissà cosa stava succedendo.
Correvo più in fretta che potevo, cercando di raggiungerla o almeno vedere dove stava andando, quando arrivata alla fine del paese mi trovai all' imbocco del sentiero nel bosco.
Stanca e con il fiatone mi giravo su me stessa cercando un indizio, ma al buio era difficile scorgere qualsiasi cosa potesse indirizzarmi da lei, quando un urlo alle mie spalle mi fece girare e ricominciare a correre verso la direzione giusta.
Magari qualcuno che era rimasto fuori casa per qualche piccolo lavoro era stata aggredita da un lupo, o magari qualche male intenzionato.
Non lo sapevo, ma una cosa era certa, non l'avrei lasciata sola e indifesa.
Corsi tra gli alberi superando rocce e saltando qualche tronco che incontravo lungo il mio cammino, l'aria stava diventando sempre più fresca man mano che mi addentravo nella natura e la luce della luna si stava facendo sempre meno presente nascosta tra i fitti rami degli alberi.
Mi trovai catapultata in un grande slargo sfitto illuninato direttamente dalla luce della luna, la donna era riposta al centro seduta a terra e terrorizzata, mentre un grande lupo nero, il più grande che io avessi mai visto, le stava per saltare addosso ringhiandole sonoramente.
Presi il primo grosso ramo che mi capitó a tiro e senza pensarci due volte mi scagliai sulla bestia colpendolo con tutta la forza che possedevo sulla schiena e facendolo rotolare in un rantolo di dolore oltre un cespuglio.
Avvicinatami mi piegai in sua direzione, appoggiandole una mano su una spalla.
<Ehi. È tutto a posto, ti aiuto. Ti ha morsa?>
La donna girandosi nella mia direzione mi piantó i suoi grandi occhi azzurri nei miei, in una grande smorfia di sorpresa mostrandomi i denti perfetti.
La signora Gianna mi afferró violentemente le spalle e iniziò a gridare in una lingua a me sconosciuta e strattonarmi facendomi cadere sul lato.
<No! Mi lasci, sono venuta ad aiutarla>
Ero terrorizzata e urlavo spaventata, mentre la donna non dava cenno di smetterla, anzi, ad ogni parola che le usciva dalla bocca la sua presa su di me si faceva sempre più intensa e insistente.
<Signora Gianna la prego!>
Ero sull'orlo di mettermi a piangere di terrore, quando una grande ombra mi passò sulla testa colpendo violentemente la donna e facendola volare di almeno un metro da dove ci trovavamo.
Mi alzai velocemente a sedere trascinandomi in dietro spaventata, vedendo che il grande lupo nero che avevo colpito poco prima col bastone si trovava tra me e la donna, digrignando i denti in uno spaventoso ringhio in sua direzione e avendo i muscoli tesi pronto a balzarle addosso rabbioso.
L' anziana signora incredibilmente riuscì a muoversi talmente veloce e con movimenti sconnessi, non umani, che faticai a vederla.
Si lanció sul lupo ancora sbraitando parole senza senso, colpendolo numerose volte al torace e alla spalla sinistra, lui dal canto suo la mordeva con forza procurandole profonde ferite sanguinanti.La lotta era intensa e il sangue versato era tanto, mi obbligai ad ascoltare la vocina nella mia testa che mi intimava di alzarmi e correre più veloce che potevo da quella assurda e orrenda situazione, quando una mano mi afferró bruscamente facendomi volare e sbattere contro un albero.
Mi fischiavano le orecchie e la vista era appannata, ero così dolorante che qualsiasi movimento sarebbe stato troppo.
Mi passai una mano imprecando tra i capelli scoprendo di avere una grande macchia di sangue sulle dita, la donna che aveva attaccato anche me era ormai riversa al suolo con braccia e testa mozzata, mentre, con quel poco che riuscivo a vedere, il lupo che teneva la testa dell'anziana signora in bocca, a poco a poco, si alzava su due gambe scoprendo la pelle chiara.
Non riuscii a vedere oltre se non un improvviso fuoco che copriva il corpo esanime e un individuo che lanciava qualcosa tra le fiamme, poi tutto diventò improvvisamente buoi e silenzioso.
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STREGHE
ParanormalePotete cacciarci come bestie. Potete torturarci. Potete bruciarci. Ma non potrete mai estinguerci. Lucia, una ragazza semplice e dagli abiti comuni, lavorava per la famiglia portando avanti le terre in quel piccolo paesino ligure. Tra amicizia e...